Gli interrogatori mi avevano sempre messo ansia. Non sapevo perché, ma anche non avendo fatto nulla di male mi sentivo a disagio, come se in fondo qualche piccola colpa ce l'avessi. Una colpa ce l'avevo: non aver saputo prendermi cura di mia madre. Non aver saputo chiederle come stessero andando le cose nella sua vita, non aver saputo e voluto ascoltarla. Certo, era una donna adulta e indipendente, capace di badare a se stessa, ma chiunque aveva bisogno di sentirsi domandare cosa c'è che non va nella tua vita? Parlamene. A me avrebbe sicuramente fatto piacere che qualcuno me lo domandasse, avrei avuto una lista di cose che non andavano molto lunga. Dovevo tenere gli occhi aperti.
Mio padre mi venne a prendere a scuola, dopo il messaggi che mi aveva inviato. Nella mia testa cominciai a mettere a posto le informazioni che dovevo rivelare alla polizia per aiutarli a trovare l'assassino, mi promisi che avrei fatto in modo di scoprire cose ancora più importanti. Lo dovevo a lei, a mia madre.
« Hanno delle cose importanti da dirci » mi disse mio padre.
« Non dovevano interrogarci?» chiesi.
« Non più, a quanto pare »
« A cosa serve parlare quando c'è un assassino a piede libero che deve essere preso?» mi stavo innervosendo.
« Mantieni la calma Lili, ne so meno di te. Andrà tutto bene » disse mio padre.
Fu deprimente vederlo ridotto in quello stato. Aveva le occhiaie pronunciate dal sonno che non riusciva a prendere da settimane, la situazione stava prendendo il sopravvento sulla sua vita, esattamente come sulla mia. Mi sentii girare la testa fino a quando non arrivammo finalmente davanti alla stazione di polizia. Fu un sollievo scendere la macchina e prendere una boccata d'aria. E feci bene. Perché la notizia che ci diedero fu peggiore del previsto. Mio padre si trattenne a mala pena dal prendere a pugni qualcuno. So che avrebbe voluto farlo, ma si sarebbe messo nei guai e io sarei rimasta sola.
« Dobbiamo interrompere le indagini per un po', almeno fino a quando qualcuno non avrà delle informazioni più attendibili perché il corpo di Emma Moore è stato portato via dal laboratorio in cui dovevano essere fatte le analisi questo fine settimana » ci spiegarono.
« Come può essere portato via un corpo senza che nessuno se ne accorga?» domandai sconvolta e arrabbiata.
« Chiunque sia stato, aveva qualche contatto interno che ha staccato tutte le telecamere di sorveglianza e i sistemi di allarme. Tutto ciò è avvenuto di notte, quando di turno non c'era nessuno. Quindi non abbiamo nemmeno una pista da seguire visto che di persone che ci lavorano ce ne sono a centinaia »
« Prendete la lista delle centinaia di persone che ci lavorano e interrogatele una a una » dissi, come se non fosse già abbastanza scontato.
« Non è facile come crede signorina. É una pista troppo ampia »
« E quindi interrompete le indagini per una cavolata di questo tipo?»
« Solo momentaneamente. Nella maggior parte di questi casi spunta sempre fuori qualche testimone che ci dà una mano a riprendere le ricerche. Deve solo essere paziente »
« Io ho delle informazioni che ho sentito da terze parti, possono bastare?»
« Se ci porti le fonti di queste informazioni, sì »
Dovevo solo convincere il professore di storia a venire a testimoniare ciò che aveva detto poche ore prima mentre ero nascosta in aula insegnanti e probabilmente chiedere lo stesso favore al preside, che ultimamente non aveva avuto un bel rapporto con mia madre. Sarebbe stato difficile, ma ce l'avrei fatta.
« Perfetto » me ne andai via.
« Lili » cercò di fermarmi mio padre:« Dove stai andando? E cosa mi stai nascondendo?»
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LOVE AND LOSS
FanfictionLe persone vengono spesso date per scontato, soprattutto quando le si vive sempre nella vita quotidiana. Ci sarà sempre, si pensa. Eppure quando il destino te la strappa via, quel 'ci sarà sempre' diventerà 'un mi manca sempre'...