𝐈𝐕

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Locked in the hotel
There's just some things that never change
You say we're just friends
But friends don't know the way you taste
'Cause you know it's been a long time coming
Don't you let me fall
- Señorita, Shawn Mendes ft. Camila Cabello

Mi sveglio con un forte mal di testa

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Mi sveglio con un forte mal di testa.
Non sono nel mio letto.
Noto di fianco a me qualcuno.
È Mattia.
Lo scuoto piano piano e apre gli occhi
«Giorno Tia», gli dico sorridendo.
«Giorno anche a te Cia».
«Dove siamo?».
«Siamo a casa mia, stupida».
«Gli altri dove sono?», gli chiedo. Lui fa le spallucce. «Che ore sono?».
«Minchia, è mezzogiorno. Hai fame?», mi chiede.
«Molta».
«McDonald's?»
«Affare fatto».
Ci vestiamo (io in bagno, ovviamente) ed usciamo.
«Tia, che è successo ieri sera?»
«Non ricordo», dice ridendo. «Perche?»
«Nessuno di noi due si ricorda niente. E poi, gli altri dove sono? Stanno bene?»
«Certo che stanno bene. Ti pare che siano dei bambini? Che poi è una giornata come le altre. Tranquilla». Sospiro.
Il cibo arriva subito dopo.
«Che si fa?», chiedo a Mattia.
«Vuoi andare a vedere dove sono gli altri?».
Annuisco.
Mattia tira il telefono e scrive a qualcuno, che risponde subito.
«Sono da Kairi. Lì raggiungiamo?». Annuisco.
Mattia si offre per pagarmi il pranzo e lo lascio fare.
5 minuti più tardi siamo arrivati da Kairi.
Mattia bussa e ci viene ad aprire Jaden, se non sbaglio.
«Ehi ragazzi, entrare pure», ci dice lasciandoci passare.
Sono tutti sul divano, alcuni per terra.
«Ciao», ci salutano tutti, e ricambiamo.
Noto solo ora che Alejandro non c'è.
«Sapete dov'è Alex?», chiedo.
«È a casa sua. Ha detto che non aveva voglia di venire», mi risponde Charli.
«Torno subito», dico uscendo dalla porta e avviandomi a casa di Alejandro, che non dista molto da qui.

Busso e mi viene ad aprire sua mamma, che mi fa entrare.
«Alejandro è in camera sua».
«Grazie mille».
Salgo le scale e in poco sono in camera del ragazzo.
Busso.
«Mamma non mi sento bene!»
«Sono Isadora».
Sento dei passi e la porta si apre.
«Che ci fai qui?», mi chiede.
«Stai bene?»
«Si, ma che ci fai a casa mia?»
«Pensavo stessi male».
Alejandro si sposta ed entro, sedendomi sul suo letto.
«Posso restare?».
Ale mi guarda per qualche secondo, poi annuisce.
«C'è qualcosa che non va?»
«No niente».
«So che c'è qualcosa, quindi dimmi».
«Mi piace una ragazza».
«Posso sapere come si chiama?»
«No». Grazie.
«Beh ma perche sei triste?»
«Ieri è andata a letto con un altro».
Oh shit, questa l'ha fatta grossa.
«Ah...»
«E poi non le interesso. Mi considera solo come un amico. Un amico molto stretto».
«Beh, potresti dirle che provi. Magari ricambia».
«Negativo. Non se ne parla affatto».
«Perché?»
«Non ho le palle».
«Tu? Alejandro Rosario? Inventati scuse migliori».
«Stasera ho la partita. Vieni a vedermi?»
«Si, certamente. Vengo sempre».
«Grazie».
«E di che?»

Sono le 7.
Tra mezz'ora inizia la partita.
Sono davanti agli spogliatoi con i ragazzi che ho appena accompagnato.
Mi sto avvicinando agli spalti, quando qualcuno mi mette una mano sulla spalla.
Mi giro.

está nocheDove le storie prendono vita. Scoprilo ora