𝐗𝐈𝐈

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사람들은 하기를 좋아해
[People like to talk about others]
남의 인생에 관심이 많아
[Why do they care so about other people's lives]
저기 미안하지만 신경 꺼줄래요
[Sorry but mind your own business]
It's none of your business
I do my own business
- Wannabe, ITZY

사람들은 남 말 하기를 좋아해[People like to talk about others]남의 인생에 뭔 관심이 많아 왜[Why do they care so about other people's lives]저기 미안하지만 신경 좀 꺼줄래요[Sorry but mind your own business]It's none of your businessI do my own business- Wannabe, ITZY

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Martedì.
Quanto odio il martedì.
Ho tre ore di matematica.
Le ultime tre.
E indovinate vicino a chi?
A Victoria.
Alla fine ieri non mi ha chiesto niente, ma Kairi e Rox mi hanno detto che era così per via di Alex. Bah, le ragazze d'oggi...
Appena entro nel corridoio, mi reco al mio solito armadietto, ma appena lo apro per poco non svengo: c'è una farfalla. Dio santo, io ho paura delle farfalle. Chiudo subito l'anta, posizionandomi una mano sul petto. Sta battendo come quella sera quando io e Alex ci eravamo baciati. Damn.
«Iz, tutto okay?». Mi giro verso sinistra, e vedo Mattia. Scuoto la testa, indicando l'armadietto. Lui lo apre, prendendo poi tra le mani quella creatura blu, per poi farla volare via. Quando si gira verso di me, quasi non piange dal ridere.
«Giuro che se lo dici in giro ti taglio la gola». Lui alza le mani in segno di difesa, e insieme ci dirigiamo verso l'aula della Becker, dove avremo economia. Dio solo sa perché ho scelto questo corso.
Fortunatamente la lezione passa alla svelta, come le altre due che seguono, e arriva la pausa pranzo. Non mi ricordo se l'ho già detto, ma io non pranzo in mensa. Mi prendo qualcosa al Mc prima di scuola e la mangio fuori su una panchina, molto spesso davanti al campo da calcio. Spesso sono da sola, ma oggi non è uno di quei giorni.
Intravedo un ciuffetto rosso, il che mi porta a una sola conclusione: Peter Ross. E' uno dei ragazzi più popolari della scuola, e ha tutte le ragazze ai suoi piedi. Tutte si, ma non me. E ne vado molto fiera. E' il solito puttaniere, sapete, ce n'è uno in tutte le storie su wattpad, anche se questa non lo è. Comunque, dicevo, mi sta molto antipatico. Si atteggia come se fosse il re d'Inghilterra. Ma per favore, chi si crede di essere?
Sto mangiando il mio favoloso panino con il bacon e tanta altra roba squisita, quando improvvisamente diventa tutto buio. Alzo lo sguardo e scopro il perché.
«Ross, mi stai facendo ombra. Puoi gentilmente spostarti?». Il suo sorriso, o meglio dire, ghigno (anche se non mi piace questo termine), si allarga, e quasi quasi vomito quel ben di Dio che ho appena ingerito.
«Ti aspetto quando hai finito il pranzo, dolcezza», e detto questo, tornò a pavoneggiarsi palleggiando con il pallone. Roteai gli occhi, continuando a mangiare. Quando suona la prima campanella, alle 12.25, mi alzo dal mio posto, avviandomi verso l'entrata principale.
«Non così in fretta, ragazzina».
«Ugh, ancora tu? Io avrei lezione, se non ti dispiace».
Ross rotea gli occhi. Credo odi il mio umorismo. Mi afferra il posto, trascinandomi verso il retro del campo da calcio, dove non c'è nessuno, e dove nessuno va, e capisco che la mia fine è vicina. Appena si ferma, si avventa sul mio collo, iniziando a leccarlo, a baciarlo e a succhiare qualche punto, mentre le sue mani viaggiano sul mio corpo, senza tralasciare nessun punto, e sono seria. «Lasciami, coglione». Nonostante io cerchi di liberarmi, lui è troppo forte, e le sue strette non mi lasciano via di fuga. E, cosa più imbarazzante, sto piangendo. Mamma, se mai dovessi morire, ricordati di farti fare un autografo da Timothée e mettilo sulla mia tomba, grazie.
«Lasciala, Ross». Sento le sue prese farsi meno tese, e alza lo sguardo.
«Rosario, quante volte ti ho detto di lasciarmi in pace? Adesso, se non ti dispiace, siamo impegnati».
«Ho detto, lasciala». Il ragazzo mi lascia andare, spingendomi di lato, facendomi cadere, per poi correre via.
«E' stato più facile del previsto», mormora il ragazzo, per poi venirmi incontro. «Stai bene?». Non appena i nostri sguardi si incontrato, diciamo contemporaneamente, confusi: «Alejandro?». «Isadora?». Appena si rende conto che sono io, mi abbraccia. Un piccolo sorriso compare sulla mia faccia.
«Stai bene?». Appoggia le sue mani sul mio mento, esaminandomi bene.
«Si, sto benissimo», dico asciugandomi le lacrime. Non ci credo di avere pianto. Imbarazzante.
«Mh, come vuoi tu. Vuoi che ti accompagni in infermeria?».
«No grazie. Vado in classe. Ci si vede, ciao». La situazione non poteva essere peggiore di questa. Io che mi sbrigavo ad entrare a scuola mentre lui se ne stava lì impalato con la bocca semi-aperta. Appena entro scopro di non essere neanche troppo in ritardo, e quindi mi fiondo in bagno. Ho alcuni segni viola sul collo, ma penso di poterli coprire bene con un po' di correttore. Lo prendo dalla mia trousse che avevo precedentemente preso dall'armadietto, e inizio a sfumarlo, ottenendo un risultato più che soddisfacente. Mi copro bene con i capelli, e mi avvio verso la classe, entrando appena suona. Che culo. Le tre ore procedono abbastanza velocemente, e in men che non si dica sono libera da questo inferno. Non appena arrivo a casa, inizia a vibrarmi interrottamente il telefono. Non ci faccio caso e vado a mangiare. Mia mamma mi ha preparato le lasagne. Adoro. Dopo una mezz'oretta mi squilla il telefono, e decido di rispondere: è Rox.
«Vediamoci da Dunkin' Donuts alle 4. Dobbiamo parlare», e mette giù. Damn, ma che hanno tutti oggi? Cos'è, lunedì 2.0? Mi cambio, prendendo su una borsa con dentro soldi, chiavi e telefono, dopodiché esco, avviandomi verso la fermata dell'autobus, per arrivare in centro. Dopo 10 minuti sono arrivata, e mi avvio verso il negozio. Rox è seduta al nostro solito posto. Mi siedo davanti a lei, e finalmente alza lo sguardo dal libro, presumo, di inglese. Mi saluta con un sorriso, prima di farmi vedere una foto su Instagram. Spalanco gli occhi, incredula di quello che ho appena visto.
«Cos'è?», le chiedo, cercando di rimanere tranquilla.
«Come cos'è? Ci vedi? Dio te l'ha data la vista?»
«Si, scema, ma non capisco».
«Aspetta, fammi leggere la descrizione. Tiktoktea dice: oggi abbiamo visto la famosa Isadora Garcia avere un bello e movimentato rapporto prima con Peter Ross, e poi con Alejandro Rosario. Adesso capisci?».
«Non è successo questo, e io non sono famosa». Lei rotea gli occhi, ridendo.
«E allora com'è andata? Sentiamo». Nel frattempo arriva il mio ordine: caffè freddo e quattro ciambelle al cioccolato. Il paradiso.
«Beh, stavo pranzando, poi, appena finito, Ross mi ha stuprata». Rox si mette a ridere.
«Si si, come no. Peter è un ragazzo bravissimo». Per poco non le sputo il caffè che ho in bocca sulla sua faccia.
«Non sai che stai dicendo. C'era anche Alex. L'ha mandato via. Ahh, il mio salvatore...».
«Si, e tu l'hai ringraziato limonando un po'?».
«No, l'ho ringraziato dicendo grazie. E poi me ne sono andata. Quei pezzi di merda dovrebbero stare attenti a quello che dicono. Non rispondo perché poi sembrerei una figlia di papà». Rox sorride, chiedendomi una mano per studiare inglese. Verso le 4.45 decidiamo di tornare a casa, e allora ci separiamo. Me lo sento già... Domani sarà una lunghissima giornata.

s. a. grazie mille per le 5k letture <3
scusate per lo shitty capitolo :(
stan txt and stream itzy wannabe for clean skin :3

está nocheDove le storie prendono vita. Scoprilo ora