Capitolo V: La città fantasma

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La mattina si svegliarono di buon ora, ma non proprio all'alba. Scoprirono che l'assenza delle montagne faceva apparire il sole molto presto. Alla luce del sole il cerchio di torce appariva molto meno spaventoso. L'albero al centro pareva esile, tanto che se Ethy, la sera prima, l'avesse strattonato un poco di più, l'avrebbe potuto rompere o sradicare. Mangiarono una povera colazione ma che bastò a far recuperare un po' del cibo mancato nei giorni precedenti. Videro che gli uomini dietro alle lunghe maschere avevano la carnagione chiara e coperta da molteplici tatuaggi. Il capo-villaggio era l'unico uomo con la pelle nera, quello che indossava il mantello e che dava ordini nella loro lingua. Incentiv e Dumisani parlarono un poco e, alla fine, l'esploratore riuscì a farsi donare degli strani cammelli. Avevano tre gobbe ed erano ambrati con macchie nere. Avevano le zampe a losanga e un buffo ciuffo di peli che li copriva gli occhi. Si sedettero tra la prima e la seconda gobba e iniziarono il trotto. Rimbalzavano sulla dura schiena concentrandosi sull'infinito deserto, seguendo Incentiv e arrancando su qualche piccola duna. In lontananza scorsero, circa dopo due ore dalla partenza, una macchia verde e azzurra, come quella del giorno precedente, solo che questa non ondeggiava nell'aria e riuscirono a raggiungerla senza che questa sparisse. Riempirono quattro grosse borracce che attaccarono ai cammelli.
Quando ripartirono Ethy si affiancò a Incentiv mentre Lewin li seguiva con un po' di distanza. Da dietro vide che avevano iniziato a parlare, ma non capiva un gran ché. Ciò che Dain notava di più era come la ragazza guardava l'uomo. Sembrava che fosse affascinata da quel paio di occhi nocciola che sembravano quasi dorati al riflesso del sole.
<Quell'uomo sembra sembra così odioso... con quel pizzetto scolorito e la pelle piene di rughe...> pensò Dain.
<Qualcuno qui è geloso...> lo canzonò Lewis.
<Non sono geloso... beh... forse... Oh non importa! Intanto, che sappiamo dell' "esploratore per conto mio"?> chiese il pirocinetico imitando la voce di Incentiv la sera precedente.
Lewis rise un momento poi rispose: <Sappiamo che vuole darci una mano e che sa dove si trova il Topazio.>
<E chi ci dice che non se lo vuole tenere per sé?>
<Non ti ricordi cosa ci hanno detto i signori Lustri? Erano quasi terrorizzati anche solo a parlare delle Pietre...> fece notare il criocinetico.
<Hai ragione...  Ma a me non piace comunque!> concluse Dain a corto di argomenti.
<Sei geloso...> ridacchiò Lewis.

Intanto poco più avanti Ethy stava conversando amabilmente con Incentiv. Lei lo guardava intensamente mentre lui non riusciva a guardarla altrimenti si accecava causa sole.
-Alla fine non mi hai ancora detto come fai a conoscere la loro lingua...- lo incitò a parlare Ethy.
-Come ti ho detto ieri sera, sono un esploratore e amo informarmi sui posti in cui vado. Sai, quella era solo una delle tante tribù presenti nel Grande Deserto ma quasi tutte usano la stessa lingua. Non è molto difficile, in effetti: basta dire la frase al contrario, tenendo però invariati i fonemi di consonanti. Per esempio... "Chi sono", per riprendere la frase di ieri sera, diventerà "Onos chi" oppure... fammi pensare...- Ethy si aspettava che assumesse un'espressione pensierosa. Invece sulla sua faccia apparì un'aria sconcertata, quasi spaventata. La ragazza lo chiamò, finché non si convinse a distogliere lo sguardo da lui per seguire il suo. Nel suo raggio visivo comparve una macchia scura e informe. Strizzando gli occhi diede un contorno plausibile a quella macchia fintantoché diventò un grande castello scuro circondato da delle case di pietra. Il piccolo paese era attaccato dalla flora selvatica. Avanzavano lenti e anche Lewin li raggiunse.
-Dove siamo?- chiese.
-Non può essere...- sussurrò Incentiv di risposta. -Questa... questa era Nitra!
Galopparono veloci verso l'ingresso principale. Mezzo arco era crollato e la strada dissestata li costrinse a smontare e legare i cammelli a grossi e pesanti anelli di ferro che uscivano dalle mura. Continuarono a piedi. Le case basse erano buie e lanciavano profonde ombre il terreno. Faceva un freddo irreale. Le abitazioni erano vuote e crollate al centro del tetto.
-Questa città è divisa in due... questa è la parte alta. Forse nella parte bassa, quella verso lo Stravrust è messa meglio e c'è qualcuno.- disse speranzoso l'uomo. Attraversarono la città sorpassando l'alto cancello. La parte bassa era identica alla prima, se non peggio. Qui l'edera aveva invaso completamente le case e la strada era ricoperta di muschio. Si sentiva il lento sciabordare dello Stravrust nel suo letto.
-No...- sussurrò Incentiv.
-Io... mi dispiace.- disse Ethy appoggiandogli una mano sulla spalla.
-Questa era una bellissima città. Dumisani mi aveva detto che non avevano fatto nulla alle nostre terre...
Sul suo viso apparvero delle rughe profonde mentre si contorceva per la rabbia.
-Incentiv...- iniziò Lewis provando un poco di pietà per l'uomo.
-Questa era la via principale e quella era la piazza del mercato. Lì c'era il panettiere e là era la bottega del calzolaio- disse indicando prima qua poi là, un edificio alto e poi un altro. Aveva gli occhi persi nel vuoto, come se conoscesse Nitra come il palmo della propria mano ma ora non si capacitava del cambiamento drastico. Si bloccò di colpo e si mise a correre verso il castello. Scardinò qualche porta di legno marcio e salì per delle strette scale a chioccola tallonato dai due ragazzi. Entrò in un grande salone freddo coperto di arazzi e tende mangiate dai tarli. Superò un ulteriore uscio e si introdusse in una camera da letto. Quando Ethy lo aggiunse lo vide seduto sul letto a baldacchino bianco. Oltre di lui erano sdraiate due persone. Quand'anche Lewin si avvicinò vide che erano due persone anziane, circondate da una bolla d'aria impenetrabile che li sollevava di qualche centimetro dalle lenzuola.
-Madre, padre...- diceva tra i singhiozzi come una litania.
Ethy gli si sedette accanto e notò i volti pallidi e anziani ancora totalmente integri. I vestiti pesanti e pregiati inviolati dai batteri.
-Cosa è successo?- chiese con dolcezza la ragazza mentre Dain si allontanava.
-È un incantesimo, che si sono fatti quando ero piccolo. Li avrebbe conservati dopo la morte.- rispose asciugandosi le lacrime. Si alzò e uscì lentamente dal castello a ccompagnato da Ethy.
<Che scena disgustosa.> commentò Dain poco dietro di loro.
<Cosa dici?> chiese allibito Lewis.
<Stanotte dormiremo qui ma domani lo convinceremo ad abbandonarci.>
Il criocinetico era lì lì per replicare ma poi rinunciò.
Per la sera si sistemarono in una grande casa della parte alta di Nitra.

ⒼⒽⒾⒶⒸⒸⒾⓄ e 🅕🅤🅞🅒🅞 𝕋𝕠𝕡𝕒𝕫𝕚𝕠Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora