Capitolo VI: Racconti e litigi

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Era scesa la notte. Tutte le notti, nel deserto, erano fredde, ma quella era la più fredda. Erano nella città fantasma, che un giorno era stata Nitra.
-Quelli erano i tuoi genitori?
-Si, Ethy.
Lewin stava in disparte, nell'ombra della casa diroccata. Erano al secondo piano di un edificio che tempo addietro era stato una sartoria, al secondo piano c'era il magazzino. Si vedevano ancora dei resti di fili e di vestiti.
-Come mai sono qui?- continuò la ragazza.
-Noi vivevamo qui. Questa era la nostra città. Eravamo dei vassalli della Regina. Ogni città importante ha dei sovrani, noi li chiamiamo Custodi, direttamente scelti dalla Regina. Io sono cresciuto e sono stato educato da loro. Un giorno, però, durante una lite- singhiozzò tirandosi un po' più su la coperta che avevano trovato nell'edificio. -Me ne sono andato. Ho iniziato a girare per il Grande Deserto, ma presto scoprii che non faceva per me. Mi rifugiai nelle coste di est, a Tenia. Ma non era neanche quello il mio posto, così andai nel Regno di Mezzo e...- si bloccò smise di lacrimare e si ricompose, come se avessero ricordato qualcosa di estremamente importante che non poteva dire. -E poi ho deciso di fare l'esploratore.
-Almeno hai trovato il tuo posto: dovunque...- tentò di consolarlo Ethy.
-Se fossi rimasto qui questo non sarebbe accaduto. I miei genitori non sarebbero morti insieme agli abitanti di Nitra.
-Forse gli abitanti sono riusciti a scappare: non abbiamo visto i loro corpi.
-No, quei malefici indigeni li avranno ridotti in schiavitù. Ora, se non ti dispiace, andrei a dormire.- si rigirò pigramente nella leggera coperta e non lo si sentì più.

-Ethy!- Dain la stava chiamando dall'altro lato della stanza. Quando vide che aveva finalmente terminato di parlare all'esploratore, la chiamò più forte. Lei si avvicinò strisciando, cercando di essere più leggera possibile per paura che il pavimento potesse cederle sotto le gambe.
-Ce ne andiamo.- annunciò Dain con voce ferma.
-Cosa? Ora?
-No. Domani mattina. Non possiamo stare con... quello.- rispose indicando il gomitolo di stoffa dall'altra parte della stanza.
-Perché?
-Non lo vedi?
-No. Sono convinta che lui possa aiutarci.
-Gli diremo che può rimanere qui a piangere i suoi genitori morti.- disse Lewis.
-Sempre che siano i suoi genitori.
-Cosa intendi?- chiese Ethy sempre più stupita dal comportamento del pirocinetico.
-Chi ci dice che quelli siano i suoi veri genitori? Magari è stato proprio lui ad ucciderli ed ora sta recitando solo per convincerci che è buono, anche se saremo noi le prossime vittime.
-Ma cosa stai dicendo?
-Ethy...
-No, Lewis. Dobbiamo andarcene!
-Ma lui sa dove si trova il Topazio!- cercò di convincerlo la ragazza.
-Questo è quello che ci fa credere!
-Magari se lo vuole prendere lui.- osservò il criocinetico.
-Già, magari con qualche squallida scusa...- lo appoggiò il coinquilino.
-Vedi? Non riusciamo mai ad andare d'accordo! Anche con Minus... e ce lo siamo lasciati scappare mentre discutevamo! Vai pure per la tua strada! Io continuerò a seguire Incentiv!
-Ma noi dobbiamo restare insieme...- ora Dain si era messo sulla difensiva, mentre Ethy iniziava ad attaccare.
-E chi l'ha detto?
-I tuoi genitori.- le ricordò Lewis.
-Credo che non si dispiacerebbero se andassi con lui... È molto più adulto di voi.
Dain rimase a bocca aperta. Era sconcertato. Come poteva lei preferire quell'esploratore sconosciuto a lui? E ciò che c'era fra di loro? Sarebbe finito anche quello?
Si fissarono per qualche secondo poi Ethy si allontanò, andando a dormire vicino ad Incentiv.

ⒼⒽⒾⒶⒸⒸⒾⓄ e 🅕🅤🅞🅒🅞 𝕋𝕠𝕡𝕒𝕫𝕚𝕠Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora