Ceci n'est pas une pipe

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Quella che vedete sopra il titolo non è una pipa, ma l'immagine di una pipa

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Quella che vedete sopra il titolo non è una pipa, ma l'immagine di una pipa.

Vi chiederete che c'entra una pipa, o meglio la sua immagine, con la traccia di questo contest.

Dal momento che questa mia OS non sarà una storia, ma l'autoanalisi che la sottoscritta si pregia di condividere con voi, il titolo è sinergico con i concetti che presenterò.

Così come la figura di sopra non è una pipa, ma solo la sua immagine, potremmo filosoficamente affermare che, quando ci specchiamo, ciò che vediamo non siamo noi, ma solo una nostra immagine, un riflesso bidimensionale della nostra persona e della realtà che ci circonda.

Stabilito che non siamo noi, ma una nostra immagine, la domanda che mi sono posta non è stata tanto "Quella che mi mostra lo specchio è la vera me?", ma "Chi sono io?", ovvero, "Io mi conosco veramente?".

Belle domande eh? Potremmo andare a rileggerci più di un millennio di filosofia e non avremmo comunque la risposta o, più precisamente, una risposta univoca.

Orbene, vi chiederete dove voglio arrivare, in questo momento non lo so nemmeno io, ma mi diverte girare un po' attorno all'argomento.

Partiamo dalla domanda cruciale "Chi sono io?". Onestamente non mi sono mai posta la questione, prima di provare a guardare davvero dentro di me. Non ne sentivo il bisogno. La molla è stata la traccia di Tamara... -che te possino...-

Parlando di specchi, se mi ci affaccio vedo una persona che, tutto sommato, mi piace. Diciamo che non sono mai stata una di quelle che si trovava difetti a gogò, quelle piene di autocritica a caccia di complimenti, non amo farmi i selfie per cercare commenti condiscendenti da parte di terzi.

Non sono nemmeno mai stata schiava degli specchi, con una vita da pendolare ho imparato a truccarmi quasi ovunque, bastava il riflesso degli occhiali del vicino di treno. Tutta questa introduzione a ruota libera per giungere alla conclusione che gli specchi non sono i protagonisti della mia autoanalisi. Fuori tema? Non proprio.

Ho scoperto di avere accesso a uno specchio speciale, uno magico in verità.

È quello che ha fatto emergere una parte di me che se ne stava sonnecchiando pacifica nel suo angolino e che, ora, è uscita in modo prorompente.

Una ME è quella che ha una famiglia, affetti, amici e colleghi, ma quella più entusiasmante è la ME nascosta, la ME segreta.

Non chiamate l'ambulanza please, non vi sto rivelando di soffrire di disturbi della personalità, non sono bipolare, non ho una killer latente nella mia testa e non mi trasformo in Dexter ...anche se talvolta... vabbè, ma questa è un'altra storia.

Dicevo, la mia seconda ME -mi concedete di chiamarla ME2.0?-  vive in un mondo costruito ad arte e ha una personalità alternativa molto, ma molto, più frizzante della ME professionista, madre, moglie, impegnata nel sociale... la ME2.0 è, forse, il mio "IO" più spontaneo, ma pochissimi la conoscono davvero, come persona intendo.

La maggior parte, e sono tanti, conoscono ME2.0 solo attraverso le parole.

Ehi sì, dico proprio a voi sapete?

Il mio specchio magico si chiama Wattpad e molti di voi l'avranno già intuito.

Anch'io ho seguito una specie di Bianconiglio, sono stata catturata da una scrittrice di fanfiction sulla serie di Libri e TV "l'Allieva" (l'attore protagonista ha solo una parte marginale nelle mie preferenze, ovviamente...). Quella storia mi ha aperto la porta di un mondo incantato, tante fanfiction sulla serie, racconti che ho divorato a raffica e poi... BANG! In quattro giorni ho scritto dieci capitoli della mia prima opera (per la cronaca... volevo farne al massimo venti e mi sono fermata solo al centesimo).

Da allora non ho più smesso. C'è un gruppo di aiuto per "Autori Anonimi" da queste parti?

A voi tutti lettrici e lettori, che mi amiate oppure no, mi sono svelata attraverso le mie storie, con le parole ho rivelato di me più che in anni di comportamento sociale.

Le parole e le storie che mi frullano per la mente escono spontanee e quasi non ci devo pensare. Sarà merito del gran leggere durato decenni? Probabilmente sì, ma io penso sia anche un modo per esprimermi al di là delle convenzioni sociali, al di là di nomi o volti.

Espressione pura e semplice del pensiero. Che nel mio caso non è filosofico, la mia autostima non è così elevata, pur essendo discretamente alta. È solo un modo diverso di comunicare quello che sento, o quello che potrei desiderare... Avviso alle lettrici delle mie ff... non ammetto battute su CHI potrei desiderare, okay?

Bene, ho risposto alla traccia? Non completamente, si parlava di menzogna o di due verità.

Credo di cadere nella seconda casistica, non è falsa la ME2.0 che conoscete su Wattpad, come non è falsa la ME reale, concorrono entrambe a formare la mia persona, che è qualcuno che oggi, dopo un anno di scrittura e avventure wattpadiane, mi piace tantissimo, qualcuno che invece di invecchiare si sente ringiovanire (e non è Alzheimer precoce...), qualcuno che si ama così com'è e che spera di riuscire a portare momenti lieti nella vita di altri.

Oddio! Ho realizzato di essere una benefattrice dell'umanità... Ma non mi aspetto il Nobel, mi accontento delle risate che procuro, che in quest'ultimo anno penso siano state molte, inoltre adoro conversare con chi mi legge, persino farmi tirare accidenti se quello che scrivo non è ciò che vorrebbero. Mi diverte molto fare la birichina e lasciare la suspense, dopo un capitolo particolarmente ansiogeno.

Bene questa sono io, specchio o non specchio, ma tale sono e vi tocca prendermi così, altrimenti... pazienza, sopravvivrò ugualmente. Perché, in fondo, io scrivo perché mi piace, non lo faccio per mestiere né per piaggeria, amo raccontare storie e amo sentirmele raccontare.

E di storie ne ho avute tante in regalo, da moltissimi di voi; qui ho trovato amici virtuali sensazionali che, talvolta, mi sembrano più veri e sinceri di quelli reali.

Ah, dimenticavo, bisognava inserire la parola Tarocchi... okay, li ho citati. Può bastare?

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