Com'era, Dov'era (Diciassettesima prova)

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Venezia 1792 – Sestiere San Marco

La dama in rosso era ferma, all'ingresso del Teatro. Era la sera della sua inaugurazione, ma lui non c'era.

Giacomo Casanova non era più a Venezia e, ormai, da tempo lei non lo accoglieva più nel proprio letto. Altri erano passati dal suo boudoir, ma Giacomo... ah, Giacomo. Pur già avanti negli anni, era stato l'unico che l'aveva fatta fremere, come una giovinetta al primo incontro d'amore.

Sapeva di essere stata una fra le tante, ma non le importava. Lei amava ancora Giacomo Casanova, ormai anziano e lontano da Venezia, l'avrebbe sempre amato.

Lui non era a Venezia e lei ne era cosciente, eppure se ne stava immobile, in attesa, di fronte all'ingresso, bellissima. La dama rossa attirava ancora molti sguardi maschili, nonostante avesse ormai più di quarant'anni; sperava ancora che lui potesse giungere, in fondo quel giorno era importante per la Serenissima. L'inaugurazione del più bel Teatro di Venezia, dal nome mistico ed evocativo, era un evento sulla bocca di tutti.

Lo attese invano, mentre dall'interno giungevano già le note soavi di un'opera. "Strana scelta", pensò la dama, "un musicista napoletano per inaugurare un teatro a Venezia. Povero Prete Rosso, si rivolterà nella tomba".

Dopo altra attesa, un'ora, forse più, la dama si allontanò, sconsolata.

Giacomo non era tornato per l'inaugurazione, e nemmeno per lei.

Tornò lentamente a casa, a piedi, lungo i canali; e, mentre camminava, sentì il suono di un violino e si fermò. Vivaldi.

Si accovacciò sui gradini di un piccolo ponte e si fermò ad ascoltare.

"Questa musica, questa sarebbe stata la giusta scelta per inaugurare La Fenice."

Venezia 1836 – Dicembre

La ragazzina era all'angolo della piazza, quella del Teatro; aveva freddo, ma doveva portare a casa il denaro per la mamma e i fratellini. In mano aveva un violino, l'unico bene che possedeva.

Era un violino bellissimo, non come quello vecchio ereditato dal nonno, liutaio ambulante; quel signore, quello che aveva detto di chiamarsi Niccolò, glielo aveva donato qualche mese prima. L'aveva sentita suonare, per strada, e le aveva detto: «Hai un dono. Sfruttalo al meglio con questo strumento», e gliene aveva fatto dono, ma non prima di averle chiesto di suonare per lui. Solo allora, dopo che lei l'ebbe accontentato, lui si allontanò, soddisfatto.

Quel violino era la cosa più bella che lei avesse mai visto e posseduto, e la musica che ne usciva era celestiale. Era solo una bambina e aveva imparato a suonare da sola, osservando i musicanti di strada e con l'aiuto del nonno, che di musica un poco s'intendeva. Lei non aveva cultura, ma aveva subito amato il suono che usciva da quelle corde e si era esercitata con impegno, finendo per suonare egregiamente le sonate di Vivaldi, pur non sapendo nemmeno chi fosse, quel tal Vivaldi.

Quella musica le piaceva e l'aveva imparata a orecchio, suonandola, infine, quasi alla perfezione.

Il suo sogno, ciò che desiderava di più nella vita, era quello di poter, almeno una volta, suonare nel Teatro che... che in quel momento stava andando a fuoco!

La ragazzina corse verso l'ingresso, dove già si era formata una calca di persone; secchi d'acqua passavano di mano in mano, ma l'incendio era ormai troppo esteso.

Il giorno seguente lei tornò a Sestiere San Marco, con il suo violino, e suonò una musica triste, per il suo Teatro, quello dove non avrebbe mai potuto esibirsi.

Venezia 1996 - Gennaio

Sto camminando per le calli, questa è la prima vacanza in solitudine che mi regalo; una vacanza senza marito e figlia.
Un sogno che si sta per avverare: ascoltare Vivaldi a Venezia, alla Fenice.

Non che Vivaldi si suoni solo a teatro, a Venezia. A partire dal Caffè Florian, dove il sottofondo musicale è costante e compare addirittura nello scontrino, qui la musica del settecento è permeante. Le Quattro Stagioni in primo luogo, ma... i concerti di Vivaldi per violino e orchestra? Ne vogliamo parlare?

Cammino felice, l'aria frizzante di gennaio entra nelle ossa e spero che non piova, non gradirei provare l'ebbrezza dell'Acqua Alta.

Ho le braccia cariche di pacchettini, Venezia è un invito agli acquisti di souvenir, e mi regalo anche una gita in gondola. Insomma, non è proprio una gita in gondola, si tratta dell'attraversamento rapido del Canal Grande, su una grande gondola in cui si sta tutti in piedi. È la Gondola Traghetto, un'esperienza da fare e non tutti i turisti la conoscono.

Sono soddisfatta e felice, mentre mi avvio verso Sestiere San Marco, partendo dal mio Hotel alla Giudecca.

Fino a che vedo un fumo nero, poi alte fiamme.

Di nuovo un incendio, di nuovo il Teatro. Mi viene da piangere, non solo per la mia vacanza, ma per la meraviglia andata nuovamente in fumo.

Mentre rientro a casa, il giorno seguente, sono abbattuta, ma penso: "Non importa. È La Fenice, e come tale risorgerà di nuovo dalle proprie ceneri".

Venezia Luglio 2020

Lo ha fatto, per la terza volta "La Fenice" è rinata. Nessun incendio, questa volta, solo un lockdown, che ha rischiato di rovinare un intero settore dell'economia del Paese. Quello dell'arte.

Questa volta, la rinascita è stata sottolineata dalla sua musica, quella di Vivaldi. Finalmente.

*** *** ***

Non so se sono stata in tema o ne sono uscita, ma non importa. Per me quel teatro rappresenta quanto di più magico e romantico ci possa essere, unitamente alle musiche di Antonio Vivaldi.
Peccato che Giacomo Casanova non abbia potuto sfruttare La Fenice per i propri incontri galanti, sarebbe stato interessante.

Per quanto riguarda il titolo "Com'era e dov'era", si tratta del motto utilizzato dopo l'incendio del 1996. Quando fu deciso di ricostruire il teatro riprendendo il motto della ricostruzione del Campanile di San Marco.

TRACCIA:
Questa volta, dal cilindro del Cappellaio non esce fuori una traccia ma due potenti suggestioni: un edificio di pregio (storico, artistico...) e una musica (uno spartito classico, un'opera lirica, ma anche un moderno concerto).

Cosa vi chiediamo? Che questi elementi non siano solo citati, ma che caratterizzino la narrazione, che siano importanti all'interno della storia: l'edificio deve essere non solo sfondo della vicenda, ma deve in qualche modo influenzarla e la musica deve essere quasi un filo conduttore... una trama!

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