Corvi, scrittoi e vecchi tram (settima prova)

48 9 21
                                    

Emilio spense la sigaretta con la punta del mocassino firmato, dopo averla gettata sul marciapiede di fronte alla fermata del Tram, in Piazza Cavour

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Emilio spense la sigaretta con la punta del mocassino firmato, dopo averla gettata sul marciapiede di fronte alla fermata del Tram, in Piazza Cavour. Erano solo le nove di un mercoledì mattina del periodo Pasquale, eppure sembrava che tutta Milano si fosse ritrovata in quel posto. Probabilmente solo per causargli un brutto mal di stomaco.

«Troppa gente fra i piedi, avranno contaminato la scena» borbottò sottovoce.

Emilio Carducci era il Vice Questore Aggiunto (VQA) più giovane e brillante della Questura Milanese; per la sua mente fervida e il suo intuito i milanesi lo chiamavano "Sherlock", ma non erano i suoi successi investigativi che lo rendevano il pupillo del Questore.

Carducci era uno dei rampolli più in vista della Milano che conta, il figlio –e unico erede– delle Industrie del beverage Carducci, dal fatturato inferiore solo a quello del Campari Group.

A trentacinque anni, con l'aspetto di un fotomodello e penetranti occhi azzurri, Emilio era dotato di un fascino innato; donne e uomini che lo incontravano erano irrimediabilmente ammaliati dai suoi occhi cerulei, dal suo aspetto e, soprattutto, dai miliardi che avrebbe ereditato.

Invece di dedicarsi all'azienda di famiglia, con dispiacere del padre, lui aveva scelto una carriera nella Polizia di Stato, dopo una laurea a pieni voti in Giurisprudenza e una seconda in Criminologia.

L'investigazione e la soluzione di misteri, di ogni tipo, lo avevano appassionato fin da bambino.

Il suo mito –serve specificarlo?– era Sherlock Holmes.

Come Holmes, durante le indagini Emilio aveva un compagno, l'ispettore Lucci. Federico Lucci era al suo fianco anche in quella soleggiata mattina di Aprile; visti uno accanto all'altro sembravano l'Arcangelo Gabriele e Lucifer, dai riccioli biondi e occhi azzurri l'uno e moro con intriganti occhi color cioccolato l'altro. Passando di lì si sarebbe potuto pensare che stessero girando una pubblicità per l'ATM.

Invece, i due erano a quella fermata per investigare, sul Tram numero 1 c'era un cadavere.

«State lontani dalla scena e non intralciate» urlava Lucci ai curiosi presenti, «restino solo coloro che erano sul tram e sono scesi a questa fermata. Chi ha scoperto il corpo?»

«Io» esclamò una giovane, alzando timidamente la mano. Era sui venticinque anni, minuta, con lunghi capelli raccolti in una coda che scendeva sul collo in boccoli dorati, il suo viso era un ovale perfetto e due occhi nocciola dai riflessi ambrati vi spiccavano come fanali.

Quando Emilio la guardò ne rimase abbagliato e Lucci, che lo leggeva come un libro aperto, prese subito in mano le redini della situazione.

«Bene, signorina...?» chiese alla testimone, estraendo un taccuino dalla tasca.

«Alice Liddell. Sono inglese e ho una laurea in Letteratura Italiana. Sono in Italia per un dottorato presso l'Università Statale».

"Questo nome... lo conosco" si ridestò Emilio, con un improvviso ricordo scolastico, "Ma certo! È il nome della ragazza che, dicono, ispirò la scrittura del libro di Carroll. Strana coincidenza".

Si fece avanti presentandosi: «Lieto di fare la sua conoscenza Miss, sono il Vice Questore Aggiunto Carducci. Mentre il collega ci segue prendendo appunti, sarebbe così gentile da seguirci e raccontarci i fatti?»

I tre salirono sulla vettura, mentre agenti in divisa trattenevano tutti i passeggeri, inclusi quelli appena scesi. Altri agenti formarono un cordone di sicurezza, tenendo lontani i curiosi.

La scena sul tram, uno di quelli storici, tra i pochi che si vedevano ancora in città con le panche di legno, sembrava uscita direttamente da un libro di Conan Doyle.

Il cadavere di un uomo era seduto impettito sulla panca, con il cappello di feltro a tesa larga calato sul viso, un libro aperto in una mano e un ombrello chiuso nell'altra, come per appoggiarsi.

Niente faceva supporre che fosse morto, se non la rigidità del corpo. Avrebbe potuto sembrare essersi addormentato per una lettura noiosa.

Emilio guardò di sottecchi la ragazza, che teneva lo sguardo distolto dal morto.

«Signorina Liddell, mi potrebbe spiegare come mai lei sia stata l'unica ad accorgersi che questo signore era... cadavere? Sono curioso di sentire la sua spiegazione».

«Beh... io...» iniziò a balbettare Alice, «Ecco. Ero seduta lì» indicò il posto a fianco della vittima, poi proseguì: «Ho... ho notato il testo che leggeva e, amando quell'autore, ho provato a intavolare una conversazione. Ma non mi ha risposto. Poi... ho sentito l'odore».

«Quale odore?» si incuriosì Emilio.

«Quello di mandorle amare, ovviamente. Significa avvelenamento da cianuro» rispose la ragazza, con aria "saputella".

"Che nasino delizioso" pensò Carducci, distraendosi nuovamente, per poi riprendersi e chiedere: «E... come mai una studiosa di letteratura italiana conosce i dettagli dell'avvelenamento da cianuro?»

«Diamine! Sono inglese e Sir Arthur è il mio autore preferito. Non sa che Sherlock Holmes annusava sempre la vittima e notava subito l'odore di mandorle amare?»

"Io questa me la sposo" si disse il VQA, prima di proseguire.

«Dunque questo signore stava leggendo Conan Doyle mentre lei...»

«Non ho mai detto questo, ho solo precisato che stava leggendo il testo di un autore che amo, non il mio preferito» specificò, piccata.

Emilio si incuriosì e si abbassò per leggere le pagine aperte sulle ginocchia del morto, notando che il dito indice indicava una frase molto sibillina "Perché un corvo è come uno scrittoio?".

Dunque stava leggendo QUEL libro, mentre moriva avvelenato. Eppure la morte da cianuro provoca convulsioni, costui sembrava morto in modo quieto, senza che se ne accorgesse nessuno... a meno che...

«Tutti voi che eravate sul tram, quando siete saliti questa persona era già seduta e immobile?»

Tutti risposero affermativamente... avrebbe potuto essere salito al capolinea o addirittura... ma dov'era l'autista?

«Lucci! L'autista. Dov'è l'autista? È lui il colpevole. Dirama un comunicato immediato per la sua ricerca».

«Subito Capo, ma... potrei sapere la soluzione dell'indovinello? Risolvere crimini con lei è una noia, capisce tutto subito, quella domanda però... non trova sia intrigante?»

«Sì, Lucci. È intrigante ma non ha una soluzione, ne ha mille e nessuna, puoi darti la risposta che ti pare e sarà quella giusta. Ora mi preme un'altra risposta, invece. Signorina Liddell, mi farebbe l'onore di cenare con me questa sera?»

 Signorina Liddell, mi farebbe l'onore di cenare con me questa sera?»

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

La storia resta aperta. La domanda di Emilio Carducci resta senza risposta, al pari del famigerato indovinello.
Tuttavia credo che scriverò ancora del VQA Emilio Carducci, una long story se la merita questo affascinante nuovo personaggio, che ne dite? Questa era davvero troppo corta per fargli sfoggiare tutte le sue doti deduttive.

I racconti dello StregattoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora