2

141 5 0
                                    

Le foto che aveva scattato erano fin troppe.
Voleva capire, ma non riusciva a capire.
Era la prima volta per lui che assisteva a uno spettacolo del genere, ma che gli faceva venire decisamente il voltastomaco.
Nemmeno lui era così tanto crudele con le sue vittime e poi uccideva solo coloro che davvero se lo meritavano, come gli assassini, quel pazzo, invece, sembrava prendersela con i più deboli.
Ritornò a casa a notte inoltrata, a lavoro aveva fatto tardi per trovare almeno una pista che lo conducesse a qualcuno in particolare, ma a quanto pareva non c'era nessuna prova concreta.
Si passò le dita ossute tra i capelli corvini e leggermente riccioli sulle punte, mentre era seduto vicino alla scrivania del suo studio a ispezionare alcune foto.
Stava pedinando un uomo da giorni; era appena uscito dal carcere, questo, senza nemmeno scontrarsi del tutto tutti gli anni che si era dovuto fare per aver ucciso delle persone.
Sapeva dove trovarlo, aveva la sua solita routine: dormiva tutta la mattina, l'ora di pranzo la passava davanti alla tv con una birra in mano, poi verso sera andava in un pub dove si ubriacava così tanto fino a dimenticare il suo nome.

Ricalcolò mentalmente tutte le mosse dell'assassino che doveva prendere, preparò un borsone dove all'interno inserì tutte le foto delle sue vittime e una siringa di una grossa quantità di narcotizzante.
Infilò tutto nell'auto e partì verso quel bar che lui frequentava.
Non doveva distare molto e lui, anche essendo molto stanco per la giornata faticosa di lavoro che aveva avuto, poteva trovare un ottimo passatempo quello di accendere la radio e ascoltare la musica.
Si appostò fuori al locale e spense i fari, aspettando in modo paziente. Davanti al locale vi era un via vai di gente e lui sussultò non appena lo vide entrare, scese come un fulmine dalla macchina ed entrò anche lui, invisibile come un fantasma.
Nessuno sembrava essersi accorto della sua presenza, ed era meglio così.
La sua vittima si era seduta al bancone e aveva ordinato un drink molto forte; il classico tipo solo che voleva starsene per fatto suoi ed evitare il contatto umano, questo fino a quando non avrebbe trovato qualcuno da ammazzare, ovvio.
Sembrava anche il suo ritratto, ma Michele era dalla parte dei buoni.
Si avvicinò cautamente e lo osservò, sentendolo parlare con il barman. Drizzò le orecchie quando, a un tratto, lo salutò e prese il giubbotto, dirigendosi verso l'uscita posteriore.
Fu in quel momento che Michele, fece una corsa per uscire anche lui da li e prendere nel frattempo il narcotizzante. Si fece il giro del locale per raggiungere il retro, una volta fuori di lì, e, senza farsi vedere da nessuno, infilò l'ago nel collo del malcapitato il quale cadde subito sul suolo tramortito. Non si era nemmeno effettivamente accorto di stare per svenire.
Era stato troppo facile,ma in quel momento il problema che si palesava era:come avrebbe potuto portarlo alla macchina senza essere visto da chiunque ?

Feel nothing Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora