Michele non riusciva a togliersi dalla testa quel paio di occhi azzurri.
Si erano incontrati, i loro sguardi si erano dannatamente incrociati ma non poteva agire in quel momento proprio, davanti a tutti.
Si erano solo guardati e poi Michele aveva fatto dietrofront, ritornando nella hall.In quel momento, nella testa di Lucifero iniziarono a scattare le peggiori paranoie.
Cosa sarebbe successo ?
Chiese quella piccola parte di inconscio dentro di sé, quella parte che a volte lo faceva ragionare.
Rare volte.
Quello che aveva appena incontrato era lo stesso poliziotto che aveva visto sulla scena del crimine.
E se lo avesse riconosciuto ?
Chiese un'altra parte di lui.
Doveva farlo decisamente fuori... ecco, si sarebbe divertito. Doveva solo aspettare il momento di coglierlo da solo e impreparato per poter agire.
Affermò invece quel killer nascosto dentro di lui.
Quella parte sadica che in quel periodo stava uscendo fuori più spesso del dovuto.
Si era fatto riconoscere subito, ma il suo intento non era quello di finire su una sedia elettrica.
Doveva compiere un ultimo omicidio, per terminare bel quadretto dell'apocalisse.
Non avrebbe lasciato niente fuori posto e la prossima vittima sarebbe stato il sexy ematologo dagli occhi chiari.
Non se lo sarebbe mica fatto sfuggire.Michele, d'altro canto, era già pronto con ricerche e pedinamenti. Avrebbe trovato quel gran bastardo figlio di puttana prima della polizia, in modo tale da fargli anche un piacere a suo fratello.
Quella sera preparò tutte le scartoffie.
Il suo killer aveva un nome: Lucifero Shurley.
Viveva lì e faceva il guardiano notturno al museo, attualmente era solo e viveva in un motel, pagato di propria mano. Aveva avuto piccoli precedenti penali solo per spaccio e traffico di eroina. Un caso già archiviato all'interno della polizia e di facile accesso per lui, dato che lavorava in quell'ambito.
Preparò il suo borsone; il suo killer occasionalmente comprava roba in città. Non ci avrebbe messo tanto a scovare qualche piccolo spacciatore e a localizzarlo.
Non appena chiuse il borsone, però, qualcuno suonò alla porta e lui andò ad aprire, ritrovandosi di fronte un Castiel con un paio di buste bianche della spesa in mano.
Dietro di lui invece c'era Dean, che aveva delle birre.
《Buon compleanno, Micha.》
Affermò il fratellino minore e Michele si diede un facepalm mentale.
Era stato così impegnato che aveva dimenticato persino che quello era il giorno del suo compleanno.
《 vai da qualche parte?》
Chiese poi, notando il borsone tra le mani del maggiore, il quale si schiarì la voce.
《In palestra.》
《Ma tu non fai palestra, e poi sono le dieci di sera.》 Mormorò confuso Castiel.
《Sì, ci sono delle palestre notturne proprio qui vicino.》
Rispose invece Michele, portandosi il borsone nero sulla spalla.
《Ma dai! Il giorno del tuo compleanno? E noi che ti abbiamo anche portato dell'ottima bistecca ! 》
Disse Dean con un sorriso smagliante e ... anche sarcastico.
《Beh... potete iniziare già a preparare, io torno tra qualche oretta. Sono stato così impegnato in quel caso che non ho avuto alcun modo di allenarmi.》
Li allontanò entrambi con una scusa, lasciando loro il libero accesso per casa sua, e poi se ne andò.
Sperò solo di essere stato abbastanza credibile con i due.
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Feel nothing
Fanfiction↳Michifer ↳Supernatural ↳se non shippate la coppia non venite a rompere i coglioni per il contenuto della storia. Non vi obbligo con una pistola in testa a leggere il libro