COME SCONOSCIUTE

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Stava piovendo e Chiara se la stava prendendo tutta. Continuava a pensare che forse avrebbe dovuto prendere un ombrello prima di uscire di casa, come sua madre le aveva ripetuto più e più volte. Erano le 7:52, Chiara era in perfetto orario, come sempre.

Raggiunse la scuola e si ricordò improvvisamente ciò che il sonno del lunedì mattina le aveva fatto dimenticare: Aria! Entrò nella sua classe, salutando frettolosamente i pochi compagni arrivati in orario. Aria non c'era, non era strano effettivamente, lei arrivava sempre con 10 minuti di ritardo. Chiara pensò che, come lei, anche la amica che aveva quasi baciato, probabilmente, sarebbe entrata tutta bagnata e questo la fece sorridere. A toglierla dal suo modo di fantascienza fu il professore di matematica, che entrò e salutò la classe, che si era riempita un po' di più in quel minuto scarso.

Il professore aveva iniziato la noiosissima lezione, quando Aria entrò. Era fradicia dalla testa ai piedi, aveva il fiatone, infatti era venuta come al solito a scuola in bici. Aria si scusò con il professore e poi andò a sedersi. Mentre lo faceva salutò bisbigliando i compagni, ma quando passò vicino a Chiara, che le sorrise e la salutò con la mano, Aria tirò dritto senza dire una parola o accennare a un saluto.

Il resto dell'ora, e le due ore dopo, furono lente e sembrava che il tempo non passasse più. Quando finalmente la campanella della ricreazione suonò, e la professoressa di latino se ne andò, Chiara pensò di proporre ad Aria di andare al bar della scuola, con l'obbiettivo di chiederle perché aveva detto di averla salutata quando non era vero. L'idea di parlare con Aria però spaventava Chiara, che si sentiva abbastanza confusa, sentendo quasi le farfalle nello stomaco pensando di fare una cosa semplicissima: parlare con una delle sue migliori amiche.

Si diresse verso Aria e, raggiungendola al suo banco, le tocco la spalla per chiamarla, dato che non sembrava essersi accorta della sua presenza. Chiara allora disse: "Ehi Aria, che ne dici se ci andiamo a bere un caffè?". Aria, balbettando, come se fosse stata in ansia, rispose: "Chiara, non ti avevo neanche notato oggi!", fece una risatina alquanto imbarazzante, poi aggiunse: "Scusa non posso venire al bar, devo proprio andare in bagno". Per il resto della giornata Aria evitò palesemente Chiara, che in tutti i modi cercava un contatto con la amica.

La situazione non cambiò per giorni. Quando passò una settimana, Chiara smise di dare la colpa al caso, così scrisse un messaggio ad Aria: "Aria dobbiamo parlare al più presto possibile". Non era possibile, in quella settimana le due amiche erano state come sconosciute, senza la minima comunicazione, Aria a malapena la salutava e questo a Chiara faceva male. Era appena uscita da WhatsApp quando le arrivò un messaggio. Sperando che fosse di Aria, lo aprì direttamente dalla notifica, senza neanche guardare chi fosse. Lesse il messaggio e restò a bocca aperta, un' ondata d'ansia la travolse. Laura le aveva appena scritto che era sotto casa sua e che doveva parlarle.

CHIAREZZA NELL'ARIADove le storie prendono vita. Scoprilo ora