PRENDERSI PER MANO

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La primavera era finalmente arrivata. Le giornate si stavano allungando e, a volte, si poteva sentire una calda arietta che, pian piano, avrebbe sostituito il freddo vento invernale. Chiara era di ottimo umore, aveva atteso quel giorno da quando lei e Aria lo avevano programmato. Nonostante la sua euforia, aveva comunque una certa ansia, una sensazione di paura che le faceva pensare che la giornata che si prospettava avrebbe potuto prendere una pessima piega. Ad ogni modo sapeva che si sarebbe divertita un mondo. D'altronde, negli ultimi tempi, aveva provato quella paura ogni volta che era stata con Aria e, a dire la verità, non riusciva proprio a capirne il perché.

Alle 14:00 si sarebbe trovata con Aria e sarebbero andate a fare shopping nel centro della loro città. Chiara si era svegliata, come ogni altro giorno, alle 7:00, non sapeva perché ma anche quando non doveva andare a scuola si svegliava a quell'ora, il suo corpo era come un incredibile orologio svizzero biologico e la cosa, di tanto in tanto, la sorprendeva. Di mattina, aveva fatto i compiti per lunedì, non le piaceva procrastinare e lasciarsi tutto il lavoro per l'ultimo minuto. Pranzò intorno alle 13:00, poi, si preparò in fretta così da essere al punto di ritrovo prestabilito alle 14:00 in punto. Aria, sempre in ritardo, arrivò quasi dieci minuti dopo, ma a Chiara non diede poi così fastidio.

Entrarono nel primo negozio, ma, non trovando nulla di loro piacimento, se ne andarono dopo pochi minuti. Non appena entrarono nel negozio seguente, Aria vide una maglietta rosa confetto e se ne innamorò. Ovviamente, se la provò, poi chiese a Chiara se le stesse bene. Guardandola, Chiara sentì quasi le farfalle nello stomaco, le calzava a pennello. Allora, in tono ironico disse: "Ti sta talmente bene che mi sono innamorata di te", poi si mise a ridere. Aria arrossì e disse: "Mhh, direi che dopo questa affermazione posso andare in cassa per comprarla", si mise a ridere anche lei.

Passarono circa due ore andando per negozi, poi si sedettero sulla panchina di un parco. Erano da sole, sotto l'ombra di un albero, i quali fiori iniziavano a sbocciare. Avevano parlato del più e del meno per un po', e ora, erano in silenzio. All'improvviso, Aria prese la mano di Chiara: prima avvicinandosi con le dita e poi rafforzando la presa. Chiara, senza dire niente, iniziò a guardarla negli occhi. Era come se fossero state teletrasportate in un' altra dimensione, una dimensione perfetta, eterea. Le loro teste si avvicinarono, si stavano ufficialmente per baciare, e non per gioco, come la prima volta. Questa volta lo stavano facendo sul serio. Chiara chiuse gli occhi, le loro teste erano talmente vicine l'una dall'altra che Chiara poteva sentire il profumo dei capelli di Aria. Si erano quasi baciate, quando sentirono una voce a loro familiare urlare: "CHIARA, COSA SIGNIFICA TUTTO QUESTO". All'improvviso le due ragazze si divisero, rompendo la chiave per il perfetto mondo in cui si trovavano fino a qualche secondo prima.

Laura stava camminando per raggiungere la sua palestra, quando vide che Aria stava per baciare la sua quasi-ragazza, si mise a urlare, per chiedere spiegazioni. Aveva le lacrime agli occhi. "DOPO TUTTE LE VOLTE CHE CI HAI PROVATO CON ME, COME TI PERMETTI A TRADIRMI IN QUESTO MODO." urlò, poi aggiunse: "VI DIVERTITE A FARMI STARE MALE, OTTIMO, ADESSO E' IL MIO TURNO". Poi corse via e, mentre lo faceva, pensava ad un modo efficace per far sapere a tutta la scuola che Chiara ed Aria erano lesbiche.

CHIAREZZA NELL'ARIADove le storie prendono vita. Scoprilo ora