Parte 24

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Stamattina ero arrivata dietro alle spalle della ragazza della panchina e ho detto "Ehi" ma quando si è girata ho visto che in realtà non era lei, l'avevo scambiata con un'altra persona. Che figura di merda!

Non so perché ma questa scena mi è rimasta impressa in testa per tutto il giorno. L'ho presa come una sconfitta personale, perché non riesco a farmi avanti e quando ci riesco sbaglio. Ho pianto per un'ora e mezza con la musica a tutto volume. A volte ho delle reazioni esagerate, lo so, ma credo di essere diventata ipersensibile, ed è per questo che una sciocchezza come questa può rovinarmi l'umore e farmi sentire un fallimento.

Mentre mi asciugavo le ultime lacrime mi ha telefonata Viola dicendo che ha dei gattini da regalare perché il gatto di una sua amica ha fatto una bella cucciolata. In effetti mi piacerebbe avere compagnia e poi un gatto mi renderebbe più lesbica, no? Si sa che è uno dei cliché più famosi. È solo che non riesco a prendermi cura di me stessa, figuriamoci di un altro essere vivente. Magari più in là, chissà, potrei prenderne anche quattro.

Sono uscita con Harry verso le undici circa. Siamo andati al parco e gli ho fatto provare a fumare per la prima volta. Gli è andato il fumo nell'occhio e ha tossito per una decina di minuti dopo il primo tiro. Sono morta di risate.

<<Basta, fa veramente schifo>>

<<È che non lo hai fatto bene. Guarda.>>

<<Lasciamo stare, preferisco respirare>>

Ci sediamo sulle altalene e ci dondoliamo piano restando coi piedi per terra.

<<La madre di Alex ha parlato con il prete, domani faranno una messa in suo ricordo>>

<<Lo so, me lo ha detto Grace>>

<<Se Annie non ce l'avesse con te, ci andresti?>>

<<No>>

Mi vengono le lacrime agli occhi ma le trattengo. Sinceramente non credevo di averne ancora, oggi ho piano tantissimo, fino a prosciugarmi gli occhi.

<<Però magari essere lì domani sera ti farà stare meglio>>

<<E perché?>>

<<Perché la sentirai vicina a te. La cosa potrebbe darti sollievo>>

<<Ha lasciato pezzi di sé in giro per casa. La sento vicina a me tutti i giorni. La vedo come se ci fosse ancora, seduta sul mio letto, mentre mette i cd nello stereo, mentre sistema i miei libri di scuola che io butto sempre a casaccio sulla scrivania, mentre si sistema i capelli allo specchio del bagno mentre io me li sto ancora asciugando, in ritardo per uscire come sempre. È per questo che non riesco ad andare avanti. Perché lei è ancora qui nella mia testa però non c'è tra le mie braccia.>>

<<Capisco... era parte della tua vita>>

<<Non era solo parte della mia vita, era la parte più importante.>>




Oggi mi sento malinconica. Grace lavora fino a tarda notte e io mi sento così sola in questa casa così grande e così vuota. Mi siedo nelle scale di casa con un bicchiere di vetro e una bottiglia di vodka. Metto una canzone lenta sul cellulare e mi rilasso mentre bevo un po' senza esagerare. Potrei chiamare Harry, sarebbe bello stare un po' insieme. Siamo sempre pieni di compiti e non usciamo da quattro giorni, ci vediamo solo a scuola. Il suo cellulare squilla ma lui non risponde. Dev'essere in giro con la sua ragazza visto che oggi è sabato e so che c'era un party all'aperto nel paese qui accanto. Sono le otto, so che c'è ancora un treno regionale che porta qui. Chiamo Viola e le chiedo di venire a dormire da me. Lei accetta e io corro a riordinare la stanza, sistemo i cuscini sul divano nel salotto, chiudo a chiave la camera da letto di Grace, passo l'aspirapolvere. Creo una playlist con le canzoni che so che piacciono anche a Viola così rompiamo un po' il silenzio del quartiere. Mi infilo una t-shirt e un paio di jeans che mi vanno un po' larghi, le scarpe consumate e prendo al volo una sacca in cui metto chiavi, cellulare e una felpa. Scendo di casa e mi dirigo verso la stazione passando per il parco. C'è un po' di gente ma niente di che; qualche gruppetto di idioti e un tizio che ha sceso il cane. Quando vedo il treno arrivare mi sento già un po' meglio. Viola mi saluta con tre baci sulle guance.

ZUCCHERO A VELODove le storie prendono vita. Scoprilo ora