"Buongiorno Ellen."
La voce di Erick mi salutò. Aprii bene gli occhi e li strofinai, vedendo che il mio amico aveva appena appoggiato al mio comodino una tazza di the fumante e alcuni biscotti portati da casa.
"Ciao Erick, ma non dovevi. Grazie mille per la colazione; sei prezioso."
Il ragazzo si sedette nel mio letto e appoggiò una mano sul mio viso per rasserenarmi.
Mi ero addormentata tardi e, quando finalmente ero riuscita ad assopirmi, i miei incubi erano venuti a farmi visita. A causa loro mi ero svegliata sudata e paralizzata dalla paura, ma quando, dopo pochi secondi, Erick aveva fatto capolino nella stanza con il vassoio, mi ero sentita più tranquilla.
Il mio amico si era accorto della mia inquietudine, infatti subito si avvicinato a me e, distesosi, mi aveva abbracciato.
"Tranquilla Ellen, è tutto ok."
Cullata da quelle parole, dal suo profumo e dal gesto d'affetto, mi lasciai andare al pianto. Una delle sue mani era sulla mia nuca e mi tirava verso il suo petto, al quale mi posai dolcemente.
Potevano essere pochi attimi, che però a me erano parsi eoni, quando mi allontanai da lui.
"Grazie Erick. Ora vorrei mangiare."
"Certo." Si alzò a sedere, facendomi compagnia mentre mi nutrivo.
Non parlammo più fino a quando non fui nell'abitazione di Ocnon, vicino al quale sedevano Tatsuaky e altri kaskut.
"Ellen come hai passato la notte? Pare che non sia stata una delle migliori."
Ocnon provò a scherzare con me e finsi un sorriso tirato.
"Te la senti di raccontare cos'è accaduto."
"Non proprio, ma lo faccio. Vorrei sapere che ne avete fatto della kaskut? La conoscevate?"
La mia voce tremava, come le mie gambe.
"No, nessuno l'aveva mai vista. Sembrerebbe una kaskut proveniente da molto lontano, altrimenti la conosceremmo. Per quanto riguarda il corpo l'abbiamo bruciato, come da tradizione e abbiamo lanciato le sue ceneri sul lago."
Trassi un profondo respiro e, a seguito del preambolo del mio incubo, raccontai l'accaduto.
Tutti tacquero fino a quando la mia voce non smise di parlare. Dovevo essere stata esaustiva, poiché nessuno mi domandò nulla. Fui io a esprimere il mio dubbio.
"L'Alleanza Fingan cos'è?"
"Un'organizzazione che lavora nel buio contro il Κακόν. Ellen, è necessario che tu mi segua. Sto per portarti in un luogo dove è scritta una poesia che credo proprio riguardi te."
Ocnon mi incitò.
Non chiesi nulla e lo seguii silenziosa in mezzo al bosco, affiancata da una tigre.
'Forse si è affezionata.'
Pensai tra me e me.
Oltre a me ed Ocnon vi erano anche Tatsuaky ed Erick. Ci fermammo ai pressi di una caverna, all'interno della quale stava una torcia che venne accesa una torcia da Ocnon, dato che era troppo scuro per vedere alcunché. Grazie alla luce della fiamma, notai che la parete sinistra era ricoperta da disegni stilizzati neri, mentre in quella destra era scritta una poesia in kaskut antico che Tatsuaky tradusse.
Una ragazza maga
ignara
dal dominio di Κακόν ci libererà.
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Aequilibrium
Fantasyun padre scomparso una ragazza maga un' avventura una scoperta pericolosa