day-off

22 0 0
                                    


"Ellen; su alzati."

Una voce armoniosa mi stava chiamando. Socchiusi le palpebre. Riconobbi il viso e i contorni della figura di mia madre; Isabel era seduta ai piedi del mio letto.

"Mhmm... Che c'è?"

Avevo la voce impastata; ero appena stata riscossa dal mio sonno. Controvoglia, mi misi a sedere. Strofinai gli occhi nel tentativo di liberare i miei occhi da quella sottile patina di sporco che mi impediva di vedere bene. Finalmente fui in grado di osservare chiaramente quello che mi circondava e riconoscere mia madre. In un primo momento mi sentii spaesata: Isabel non mi svegliava quasi mai, cosa poteva volere da me? I miei dubbi vennero rapidamente fugati dalla donna di fronte a me, che proseguì con il suo monologo.

"Ellen, io adesso vado a fare la spesa. Dopo passerò a casa e ti lascerò le borse con gli alimenti; per favore tu mettili a posto, perché ho paura che se li lascio in macchina vadano a male. Ok?"

Cercò di capire se la stavo seguendo. Aveva parlato lentamente, ma ancora necessitavo di un po' di tempo. Aspettai un momento che i miei neuroni si collegassero e cominciassero a svolgere il loro dovere, e poi annuii. Avevo capito.

"Bene." Altra pausa. "Oggi è il mio day off. Volevo dirtelo."

Il famigerato day off era arrivato finalmente! Era un'abitudine sana di mia madre, la quale, due sabati al mese circa, andava a mangiare fuori con le amiche e si rilassava svolgendo svariate attività. Se fosse stato estate ad esempio si sarebbe recata in piscina o talvolta al mare; in inverno invece guardavano un film. Giocavano spesso a qualche sport, come calcio, tennis e addirittura una volta erano andate al bowling e Isabel aveva scoperto un suo talento, stracciando le sue avversarie! Quei giorni era solita fare ritorno a casa il pomeriggio tardo o la sera, lasciando a me il compito di cucinare il pranzo e anche la cena per me e mio fratello.

"Va bene mamma."

Quell'ultima parola risuonò dolce tra le pareti della stanza, riempiendo il silenzio di un amore che non dimostravo spesso di provare nei confronti di mia madre. Le volevo bene, tuttavia facevo fatica ad abbracciarla, poiché la percepivo lontana di età e di idee. Eravamo completamente diverse di carattere, motivo per cui la nostra relazione era complessa.

"Ah, e tuo fratello ci tiene tanto ad andare a visitare la nonna, così ho deciso che lo accompagno. Sarai sola a casa."

'Evviva! ' Esultai nella mia testa. 'Sola! Sola! sarò sola! '

Ero al settimo cielo. Qualcuno su nel cielo si accorse che ero troppo felice e decise di punirmi.

"Ultima cosa Ellen: ti ho lasciato una lista di lavoretti, che ti sarei grata se tu svolgessi."

Il mio volto mutò. Ero consapevole che quel momento sarebbe arrivato.

'Speriamo almeno che non siano tanti. '

Non finsi alcuna espressione: mia madre sapeva che avrei preferito non avere nulla da fare.

"Come vuoi." Risposi lapidaria.

"Grazie amore."

Si accostò a me e mi diede un bacio sulla guancia.

"Ciao Ellen."

"Ciao mamma."

La osservai aprire la porta per recarsi in corridoio e poi richiuderla. Rimasi nel mio letto per una decina di minuti pensando a Ivan e a Erick.

'Non può essere che io piaccia ed Erick: è il mio migliore amico; m'è l'avrebbe detto. '

Ancora non mi capacitavo dell'accaduto del giorno precedente e cercavo una spiegazione che non includesse l'innamoramento di Erick nei miei confronti. D'altronde l'aveva anche detto chiaro e tondo a Ivan: io non gli piacevo. 'Certo che non gli piaci scema! Lui è innamorato di te. ' La mia coscienza fece capolino, dandomi il buon giorno con quell'affermazione.

AequilibriumDove le storie prendono vita. Scoprilo ora