Come una fenice || 𝐷𝑟𝑎𝑟𝑟𝑦 || ᴡᴀᴛᴛʏꜱ 2022 ᴡɪɴɴᴇʀ

Come per magia

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- COME UNA FENICE -

CAPITOLO 7 - COME PER MAGIA

Harry, da qualche giorno a quella parte, si svegliava spesso di buon umore. Era meno nervoso, più scattante.
Persino Alvin, il suo gufo, risentiva in positivo di tale giovialità, guadagnandosi spesso qualche coccola extra.
Harry si vestiva di tutta fretta, dimostrando entusiasmo e una gran voglia di andare a lavorare. Il suo lavoro gli era sempre piaciuto, ma mai come in quel momento sentiva che gli stesse portando delle gran soddisfazioni a livello umano. E, cosa non di poco conto, aveva un ufficio completamente ordinato.
Avere a che fare con Malfoy, contro ogni aspettativa, era qualcosa di avvincente. Malgrado il suo carattere sempre chiuso, riservato, le risposte inacidite e il sarcasmo fuori controllo, alla fine lo trovava piacevole. Forse la persona più piacevole, lì dentro. Alcuni dei suoi colleghi erano meravigliosi, nutrivano vicendevolmente del gran rispetto ma, a volte, sembrava che lo temessero. Soprattutto da quando era diventato capo.
Malfoy, invece, non lo temeva. Sembrava rispettarlo, certo, ma non si risparmiava mai di dirgli le cose direttamente in faccia, nonostante potesse essere considerato in qualche modo un suo sottoposto.

"Ma diavolo, Potter! Possibile che ovunque passi si crei il merdaio? Li avevo appena riordinati, quelli", così gli aveva detto appena rientrato dalla malattia per la bronchite. E aveva ragione, dannazione! L'ordine non era proprio il suo forte. Erano bastati due giorni senza la presenza di Draco che la scrivania era tornata a somigliare a un porcile.
"Secondo te perché sei qui ad aiutarmi?! Non certo perché mi piace guardarti in faccia" gli aveva risposto Harry, di tutto punto, beccandosi una lunga sfilza di epiteti impronunciabili.
Avevano ricominciato a punzecchiarsi, proprio come a scuola, ma in modo meno antipatico. E poi non era neppure così falso che gli piacesse guardarlo in faccia, data la sua bella presenza.
La verità era che Draco fosse stato davvero una manna dal cielo, per Harry, e Harry era stato una manna dal cielo per Draco. Si stavano salvando a vicenda, senza nemmeno rendersene conto.

«Cosa farai, dopo?» domandò Harry, durante una pausa pranzo di metà dicembre. Erano soliti sedersi vicini, in mensa. Cosa che aveva comportato per Harry una notevole diminuzione dei colleghi che sceglievano di stargli intorno. Poco gli importava. Prima o poi se ne sarebbero fatti una ragione che Malfoy sarebbe stato il suo lavoro e quindi loro compagnia ancora per parecchi mesi.
«Dopo quando?»
«Quando tornerai ad avere i poteri» aggiunse Harry, poi portò alla bocca il suo spezzatino.
Draco sfoderò un'espressione perplessa. Davvero gli stava chiedendo una cosa simile? Erano passati solo due mesi e mezzo dal suo ritorno in società, e ne aveva ancora tre e mezzo davanti.
«Stai ammettendo con troppa facilità che me li concederanno, i poteri. Che c'è, Potter, temi già il momento in cui non avrai più uno sguattero che riordini il tuo macello?» lo provocò.
«Magari ne troverò uno con la lingua meno biforcuta» controbatté Harry, lapidario.

Secondo lui Draco non aveva proprio nulla da temere. Aveva spiegato al Guaritore che c'era stato un equivoco, ed egli aveva rimosso la parola autolesionismo dagli archivi. Certo, se quella testa dura si fosse dimostrato meno pain-in-the-ass con il Magomentis, sarebbe stato tutto molto più facile. Harry non avrebbe nemmeno potuto escludere un'approvazione anticipata. Era così cambiato che stentava quasi a riconoscerlo, talvolta. Specialmente in quel momento che erano seduti assieme, a un tavolo, gomito contro gomito a mangiare e chiacchierare come se niente fosse. Cosa che, fino a dieci anni prima, sarebbe risultata impensabile.
Potter e Malfoy a pranzo insieme! Tutta Hogwarts sarebbe esplosa, a tale notizia.