Come una fenice || 𝐷𝑟𝑎𝑟𝑟𝑦 || ᴡᴀᴛᴛʏꜱ 2022 ᴡɪɴɴᴇʀ

Madre

Disclaimer:
Questa storia non è scritta a scopo di lucro. I personaggi usati e tutto ciò che fa parte del loro universo sono di proprietà di J.K.Rowling.
Le immagini non mi appartengono e sono utilizzate a puro scopo illustrativo
Nessun copyright si intende violato.
Non concedo l'autorizzazione a ripubblicare questa storia altrove, anche se con i crediti e con il link all'originale.

- COME UNA FENICE -

CAPITOLO 14 - MADRE

Rosemary Freeda Weasley nacque alle 00.21 dell'undici febbraio duemilanove.
Nello stesso istante in cui la piccola emise il primo vagito, il cuore di Draco Malfoy smise di battere. E, sempre nel medesimo attimo, la cicatrice di Harry cessò di bruciare. Cadde con le ginocchia sul pavimento, senza fiato.

Per sette secondi interi. Sette lunghissimi e terrificanti secondi. Poi, come d'incanto, la saetta sulla fronte di Harry tornò ad ardere più flebilmente.
Il primario dei Guaritori dovette ricorrere a uno Schiantesimo in pieno torace per far riprendere a battere il cuore di Draco. Lo presero per i capelli, quella notte, strappandolo alla morte per miracolo.
Malfoy rimase inspiegabilmente aggrappato alla vita, nonostante ogni previsione catastrofica. Alle sei e mezza del mattino, dopo una lunga notte di cure e tentativi di ogni tipo, il Guaritore tornò nella sala d'aspetto per aggiornare Harry della situazione. Quest'ultimo, che non era riuscito a chiudere occhio nemmeno un secondo, ascoltò con attenzione nonostante un galoppante mal di testa.
Le condizioni di Draco, finalmente, stavano risultando più stabili. Ciononostante non si poteva ancora considerare fuori pericolo e avrebbero dovuto attendere almeno altre dodici ore. Delle forti pozioni sedative lo avrebbero fatto dormire ancora a lungo, almeno un paio di giorni. Li avrebbe trascorsi in Accettazione[1], nella quale non erano permesse visite se non per i parenti più stretti.
Ma, siccome Draco di parenti non ne aveva affatto, Harry ottenne comunque il permesso di addentrarvici. Essere l'Eroe del Mondo Magico, in fin dei conti, significava avere dei discreti vantaggi in merito.
I tirocinanti lo fecero disinfettare con un incantesimo di sterilizzazione, poi lo scortarono fino alla stanza asettica. Non appena entrò, Harry sentì le gambe molli come gelatina.

Draco era lì, al centro di quella stanza, sdraiato su un lettino. Era intubato, sedato, collegato a degli strani macchinari altamente tecnologici. Da quando i Guaritori si erano avvalsi anche della scienza Babbana, la qualità della sanità era notevolmente migliorata, almeno per quanto riguardava alcuni strumenti tecnici tipo elettrocardiogramma, flebo e tutto ciò che - fino a qualche anno prima - richiedeva costante manodopera e la presenza costante di un Guaritore personale.
L'avevano ripulito dal sangue, bendato e disinfettato in tutte le sue ferite. Il lenzuolo bianco lo copriva fino alle clavicole, avevano lasciato libere solo entrambe le braccia collegate a cavi e tubi. Sulle ferite era stato applicato del dittamo, in quanto lividi ed escoriazioni erano in evidente stato di miglioramento. Aveva uno zigomo gonfio, il labbro spaccato in due ed entrambi gli occhi pesti.
A Harry si strinse il cuore nel vederlo in quello stato. Si avvicinò a passi lenti e raggiunse il lettino con aria funerea. D'istinto gli prese una mano, trovandola fredda gelata, e con l'altra mano gli scostò dalla fronte una ciocca ribelle di capelli. Che cosa bizzarra vedere Malfoy con i capelli in disordine!
Le braccia erano per lo più bendate, ma vicino al polso si poteva bene intravedere la fenice, fiera e orgogliosa, tra le fiamme. Cosa meglio poteva rappresentarlo, se non quell'animale? Era morto per sette secondi interi e, a detta dei Guaritori, non sembrava aver riportato danni cerebrali. Era letteralmente risorto dalle proprie ceneri, non più solo in senso allegorico.
Strinse la sua mano e chiuse gli occhi, lasciandosi cadere due lacrime sulle guance.