Due aprile duemilanove

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Disclaimer:
Questa storia non è scritta a scopo di lucro. I personaggi usati e tutto ciò che fa parte del loro universo sono di proprietà di J.K.Rowling.
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- COME UNA FENICE -

CAPITOLO 19 - DUE APRILE DUEMILANOVE


«CRUCIO!»
«Ahhh!»
Draco urlò di dolore, piegato al terreno sul bel tappeto persiano nell'ufficio di Harry. Un dolore così forte, quasi insopportabile.
Non avrebbe mai potuto immaginare. O meglio l'aveva immaginato eccome, ma non che potesse arrivare a tanto. Non che Warren potesse addentrarsi nell'ufficio di Harry con la scusa di dovergli parlare, non che potesse sfoderargli la bacchetta davanti al naso e colpirlo con una maledizione tanto oscura.
«CRUCIO!»
Draco gridò ancora, contorcendosi e dimenandosi. Sembrava che tutte le sue ossa gli si stessero per spezzare, come se ci fosse fuoco ardente nei suoi muscoli.
«Ba-sta!» supplicò con un filo di voce spezzata. Alzò appena il capo per poter vedere il volto da pazzo di Warren godere delle sue sofferenze.
«TU HAI UCCISO MIA MOGLIE. E MIA FIGLIA!» abbaiò il Magomentis infondendogli una nuova maledizione Cruciatus, breve, ma che lo lasciò senza fiato al terreno.
«Ti sbagli, io non... non ho ucciso nessuno. Non ho mai ucciso nessuno!» ruggì Draco, in un impeto di rabbia. Rabbia per non riuscire nemmeno a difendersi, a scappare.
«ZITTO, FECCIA! IMPERIO!» replicò Warren, senza pietà.
Costrinse la sua vittima ad alzarsi e sbattere la propria faccia contro la scrivania in legno massello.
Il sangue iniziò a sgorgare dal naso di Draco, dalla bocca. Non riusciva ad avere il controllo del proprio corpo, non riusciva a dominarsi. Senza volerlo corse contro il muro e ci si schiantò contro, facendo crollare a terra qualche quadro. Provò a urlare e non riuscì nemmeno più ad avere il controllo della propria voce.
Warren lo costrinse di nuovo a sbattere la testa contro il terreno, poi lo lasciò libero dalla maledizione solo quando fu riverso con la schiena contro la scrivania. Gli vorticò intorno, sadico.
Pazzo, completamente fuori di senno, poco lucido.

«Ti... ti scopriranno» riuscì a balbettare Draco. Si lasciò scivolare al terreno, aggrappandosi a una sedia per poter rimanere in ginocchio.
Era oramai abituato al sapore del sangue, ma non ricordava che potesse essere così amaro. Stava per morire, oramai questo era ovvio e chiaro. Ma non l'avrebbe passata liscia, quel bastardo, era certo che non sarebbe passato molto tempo prima che Potter scoprisse chi fosse il suo assassino.
Draco sperò con tutto il cuore che non si sentisse troppo in colpa, quell'idiota, per non averlo scoperto prima. Sperò che Harry potesse star bene, che non si crucciasse troppo per la sua morte. Sperò che potesse dimenticare quei sei mesi in fretta, che potesse dimenticarlo per sempre. Non voleva che soffrisse. Quello era il suo ultimo desiderio.
«Mi hanno già scoperto. Sarò rinchiuso per sempre! Ma almeno, prima di finire ad Azkaban, lasciami togliere la soddisfazione di ammazzarti!» ghignò Warren, puntando la bacchetta contro di lui ma, appena prima di pronunciare la maledizione, la porta dell'ufficio di Potter si spalancò.
«FERMO!» urlò Harry, con la bacchetta sguainata.
Tutto accadde troppo, troppo in fretta. Così in fretta che le parole uscite dalla bocca di Loris Warren furono così sfuggevoli, così acute da non rendere possibile il distinguere di ciò che accadde.
«AVADA KEDAVRA!»

Avada Kedavra.
L'aria si congelò per un istante, l'attimo in cui Draco capì che dalla bacchetta di Loris Warren fosse appena nato l'anatema che uccide.
Tutto quel trambusto, le urla, la porta che si spalanca.
Tutto accadde in un attimo, ma sembrava che il tempo avesse iniziato a scorrere a rallentatore.
La stanza si illuminò di quella luce verde, la luce alla soglia del buio. Stava per morire, Draco? Se lo domandò in una frazione di secondo, appena prima di comprendere che la bacchetta di Warren non fosse puntata verso di lui. Ma verso Harry.
Harry. I suoi occhi verdi, terrorizzati e illuminati da quel lampo di luce.
Draco non desiderò mai così tanto di morire come in quel momento. Desiderò che quel raggio fosse diretto verso di sé, non verso Harry. Non... non lui. Il cuore gli andò in frantumi. Non avrebbe mai fatto in tempo a intercettarlo, non dalla sua posizione, non dopo le ferite subite.
Non voleva guardare, non voleva guardare mentre l'Anatema che Uccide si portava via l'unica cosa bella che gli fosse capitata. Si sentì svenire, e tutto si fece troppo luminoso.

Come una fenice || 𝐷𝑟𝑎𝑟𝑟𝑦 || ᴡᴀᴛᴛʏꜱ 2022 ᴡɪɴɴᴇʀDove le storie prendono vita. Scoprilo ora