Thousands of miles apart

38 5 0
                                    

È un Martedì come tanti altri e sono le 21.00, è stata una giornata di quelle strane in cui le emozioni che si annidano al centro del petto sono aggrovigliate come auricolari in una borsa piena di tutto e di niente. Di cose inutili e superflue, eppure così indispensabili. 

È un Martedì come tanti altri e il tuo orologio segna le 12.00 perché ti trovi tra due meridiani diversi da quelli in cui mi trovo io; vedi il sole fuori dalla finestra e i suoi raggi ti scaldano la pelle mentre qui è già buio e il sole oggi è rimasto a nascondersi, timido, dietro le nuvole. 

Siamo distanti migliaia di chilometri, eppure ti sento vicino. A un millimetro da me, che in fondo la distanza vera è quella tra un cuore e l'altro, non tra due corpi che possono essere lontani ma comunque aggrovigliati.  

Sorrido perché la sera vado a dormire pensando che aprirò gli occhi trovando i tuoi messaggi e sorrido perché so che quando ti sveglierai troverai i miei; viviamo su due lunghezze d'onda diverse, in questi giorni, eppure ti sento vicino perché nonostante tutto tu ci sei. 

E come potrebbe essere il contrario se ci sei sempre stato, anche quando volevo negare che mi stavo affezionando a te e al nostro legame, per il quale continuiamo a non avere una definizione. E infondo che importa, che importa sapere cosa ci lega? 

Conta che sento un filo tra me e te, un filo che forse non sarà rosso ma magari blu, verde.

O nero, scuro come i tuoi occhi che cerco in quelli degli altri senza trovarli mai. 

Un filo che in un modo o nell'altro mi porterà sempre da te. 

Ci sei quando giro per le strade della mia città e vedo qualcosa che mi ricorda di te, ci sei quando alla radio passa una canzone e so che tu l'ameresti, ci sei anche quando non vorrei.

E a volte lo vorrei davvero. Che non ci fossi, intendo.

Vorrei riuscire a non pensarti, vorrei tenerti fuori dai miei pensieri ma come potrei farlo se sei sempre il pensiero più bello che ho? 

Come potrei non pensare che vorrei solo averti accanto per davvero, senza messaggi e cellulari in mezzo, senza le mie paure e le tue, senza spiegazioni e razionalità. 

Senza etichette, solo me e te, in qualunque posto nel mondo. 

Vorrei solo averti accanto e guardarti negli occhi come quella volta, in mezzo a gente che neanche vedevamo perché eravamo comunque da soli, vorrei solo sentirmi ancora a casa nel tuo abbraccio come quella volta in cui mi hai stretto forte ed è sparito tutto intorno, è sparita ogni altra cosa che non fossi tu, che non fossimo noi. 

Mi chiedo se anche tu mi pensi spesso, o almeno ogni tanto. Almeno un po'. 

Se mi pensi mentre guidi tra viali costeggiati da palme e osservi l'oceano da lontano, se mi pensi mentre entri in uno Starbucks e ordini un latte alla vaniglia sul quale scriveranno il tuo nome sbagliandolo completamente, se mi pensi mentre il sole tramonta e in cuffia ascolti i Maroon 5 assorbendo musica come fosse linfa vitale, se mi pensi mentre scatti una foto e ricordi quante volte ti ho detto che attraverso le tue foto io riesco a sognare. 

Mi chiedo se anche tu sorridi quando leggi il mio nome sullo schermo, proprio come faccio io quando leggo il tuo, che in fondo sei e sarai sempre la mia notifica preferita. 

Mi chiedo se percepisci quello che percepisco io, qualcosa in cui non ho mai creduto ma che ho iniziato a rivalutare da quando sei entrato nella mia vita, se senti una strana connessione tra me e te, che a spiegarla sembra una cazzata e invece esiste.

Vorrei avere parole per spiegare tutto, a me stessa e agli altri ma non ci riesco. 

Nessuna parola mi sembra adatta a riassumere quello che mi sta succedendo con te e non voglio più cercarle, voglio credere che forse il bello sia proprio questo.

Non avere parole, ma solo sentimenti. Intensi e inspiegabili. 



Overdose of LoveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora