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Trecentosessantasei.
I giorni trascorsi da quel primo messaggio. Inaspettato, un terremoto al centro del petto.
Inaspettato e inspiegabile, come tutto quello che è successo dopo.
Forse avrei dovuto capirlo in quel preciso istante che sarebbe stato sempre così tra noi ma non avrei mai immaginato che ci sarebbe stato un seguito, che quelle poche parole avrebbero dato inizio a qualcosa di grande e unico.
Era soltanto un messaggio o almeno così credevo ma trecentosessantasei giorni dopo sono qui a scrivere di te, con il cuore che scoppia per tutto l'amore che contiene.
In questi trecentosessantasei giorni mi hai fatto provare tante di quelle emozioni che non riesco neanche a ricordarle tutte.
Le avevo dimenticate, lo sai?
Eppure con te ho scoperto quanto può far bene vedere la persona che ami felice, quanto basti poco per sorridere quando si è innamorati, quanto basti altrettanto poco per rattristarsi o arrabbiarsi quando qualcosa non va come ci aspettiamo.
Con te ho provato quella gelosia che avevo dimenticato e la paura che tutto possa finire da un giorno all'altro così com'è iniziato, ho provato la nostalgia che ti spezza il respiro e la gioia che ti fa sentire i fuochi d'artificio all'altezza del cuore.
Le farfalle nello stomaco, le lacrime amare, i sorrisi spontanei, i messaggi all'una di notte, la voglia di sorprendere e sorprendersi, le canzoni che mi parlano di te.
Ho imparato a conoscerti e a conoscere anche me stessa perché certi lati di me li ho scoperti solo con te, nessuno era riuscito a farli emergere ma tu sì, tu ce l'hai fatta e spiegare come sarebbe impossibile.
Sarebbe impossibile spiegare quasi tutte le cose che sono successe e cambiate da quel primo messaggio, innocuo e innocente ma che ha acceso qualcosa. Soprattutto in me, che in questi trecentosessantasei giorni ti ho guardato vivere, amandoti in silenzio.
Ti ho guardato amare un'altra anche se faceva male, ti ho guardato soffrire per lei mentre io soffrivo per te, mentre mi chiedevo come avesse fatto a lasciarsi sfuggire un'anima bella come la tua.
Ho guardato i tuoi occhi tristi, letto le tue parole colme di nostalgia e dolore, accolto i tuoi silenzi rendendoli miei mentre respiravo la tua assenza.
Avrei tanto voluto abbracciarti e starti vicino, regalarti amore senza volere niente in cambio ma non ho potuto farlo. Eppure tutti quei messaggi, quei piccoli gesti che ci sono stati li ricordo bene e so che è lo stesso per te.
Forse non potrò mai amarti come vorrei eppure sento che sarebbe giusto: uscire insieme per uscirne insieme.
Dal caos che entrambi abbiamo dentro, dalle incertezze, dai nostri mostri così diversi eppure così simili.
Tu non lo vedi ma io sì, siamo più vicini di quanto credi.
Ti leggo dentro, anche se non sei qua.
È come un filo che mi lega a te, un filo che ho provato a tagliare, a sciogliere, a dimenticare senza riuscirci.
Torno sempre da te, che io lo voglia o no.
Anche quando mi fai male senza volerlo, anche quando mi faccio male senza volerlo.
Quando amarti da lontano mi uccide, quando ti vedo sorridere con qualcuno che non sono io e penso che forse quel tuo sorriso incredibile non sarà mai per me, quando penso che forse non saprai mai che sono innamorata di te.
Mi fa paura averti addosso sempre, vedere quanto spazio riempi senza esserci davvero, riconoscere che con te provo ciò che non ho provato mai. Ammettere che ti amo e non poterlo dire a nessuno, soprattutto a te.
Sei ovunque, sei nelle ore uguali sullo schermo del telefono, nella monetina che lancio quando passo a Fontana di Trevi, nella stella cadente che squarcia il cielo e spero realizzi il desiderio di averti un po' per me, per vedere se può funzionare.
Qualcosa mi fa credere di sì, mi dice che io e te potremmo farci bene, salvarci a vicenda per brillare senza più paura, sentirci a casa uno tra le braccia dell'altro.
Quel tuo abbraccio lo sento sempre sulla pelle, come si dimentica la sensazione di essere esattamente nel posto giusto?
Trecentosessantasei giorni dopo quel messaggio sono ancora qui e anche tu, siamo diversi e un po' più vicini perché nonostante tu non me l'abbia detto, lo so che un po' ti faccio bene, che qualche sorriso riesco a strappartelo. Lo so che le mie parole ti smuovono qualcosa al centro del petto, spero solo che tu riesca a capirlo come l'ho fatto io.
Non può essere solo un caso, non può essere solo una coincidenza, non posso essere solo io a sentire questo legame tra noi due.
Non ti ho mai detto che ti amo con queste precise parole ma te l'ho detto in mille modi diversi, sperando che riuscissi a leggerlo tra le righe di quei messaggi scritti con il cuore in mano. So che se te lo dicessi sarebbe il ti amo più vero e sentito di tutta la mia vita e forse un giorno lo farò, dopotutto me l'hai insegnato tu quante cose possono cambiare in un secondo e quanto l'inaspettato sia sempre dietro l'angolo.
Non avrei mai pensato di innamorarmi di te eppure è successo e sarebbe bello dirtelo adesso, proprio oggi, con gli occhi nei tuoi e il respiro spezzato ma non posso e allora lo scrivo qua, dove non puoi leggerlo.
Al sicuro da tutto, dagli sguardi e i giudizi di chi non capirebbe.
Ti amo.
E fa un po' male.
Ma fa anche un po' bene.


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