Capitolo 6

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Le due figure si allontanarono di scatto l'una dall'altra, come sue calamite uguali.

I capelli della ragazza erano arruffati, sembravano essere appena usciti da una zuffa tra leoni, così come il suo viso, le labbra ancora gonfie a causa dei baci.

''Nancy, Ibrahim...'' sussurrai con voce flebile, tanto stanca da sembrare mezza addormentata.

''Roxelana'' rispose Ibrahim, precedendo Nancy che sembra troppo sconvolta per spiccicare parola.

''Mi diapice, non dovrei trovarmi qui'' sussurrai storcendo il viso in segno di disapprovazione.

''Lo direte a qualcuno?'' chiese nervoso il ragazzo, prendendo la mano di Nancy.

''E perchè dovrei? Sono affari vostri, non miei''

I due si guardarono per un paio di secondi, prima di rilassarsi leggermente.

''Noi bè...in teoria non potremmo...ecco'' Ibrahim iniziò a mangiarsi le parole.

''Oh giusto, una russa e un turco. Contro la legge. Dimenticavo'' sbuffai incrociando le braccia al petto.

''Io amo davvero Nancy, non mi importa cosa pensano gli altri, voglio sposarla'' disse il ragazzo con voce ferma.

Nancy sgranò gli occhi non aspettandosi quell'affermazione.

''Davvero?'' chiese la mora con il viso illuminato.

''Si, io voglio sposarti. Andremo via.Non mi importa di nulla'' continuò lui prendendole anche l'altra mano.

''Ok, siete molto teneri ma in questo momento non sono dell'umore giusto per le smancerie quindi, buonanotte'' conclusi alla fine, chiudendo gelidamente quella conversazione.

Mi diressi dal lato opposto dei ragazzi prima di fermarmi e voltarmi a guardare i ragazzi ''A proposito, vi connviene cambiare luogo di ritrovo'' dissi alzando appena gli andgoli della bocca, continuai a camminare dirigendosi verso la cucina del castello.

Non impiegai molto a trovarla, fortunatamente ero alquanto brava ad orientarmi.

Nelle buone famiglie che si rispettino le ragazze stanno buone buone in casa a lavorare la lana...ma tutto quello non faceva al mio caso.

Amavo la natura, gli animali e mi divertivo a giocare con le spade, a rotolarmi nell'erba umida del mattino e a sporcarmi di fango.

Mi raggomitolai in un angolo, stringendomi le gambe.

Mi maledissi all'istante e le riportai in basso esaminandomi la ferita.

Mi faceva malissimo, ed usciva ancora del sangue.

Mi rimisi il vestito al suo posto quando  sentìi dei passi avvicinarsi sempre più finchè non mi trovai con la figura slanciata del Sultano a pochi passi da me.

''Finalmente vi ho trovata'' bisbigliò lui appoggiandosi al tavolo dietro.

''Adesso tocca a me cercarvi'' risposi ironica sbuffando.

''Sono stato brusco prima''  confessò torturandosi le mani.

Sembrava davvero dispiaciuto.

Il sultano del grande impero ottomano che chiede scusa?

''Sono scuse, queste?'' insinuai alzando un sopracciglio arrogante.

Lui fece una smorfia ''Io non ho fatto niente'' puntualizzò.

''Neanch'io, quindi adesso potreste lasciarmi andare, farmi tornare a casa e chi si è visto si è visto''

Il moro scoppiò a ridere ''Scordatevelo'' pronunciò quell'unica parola in modo così arrogante da farmi rizzare la pelle.

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