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౨ৎ ˖ ࣪⊹ gray ⊹₊ ⋆୨ৎ
Ritorniamo a casa avvolti nel silenzio più totale.
Ormai sono giorni che Juvia è strana, decisamente strana. Sembra assente e sempre con la testa tra le nuvole. Molte volte non si regge in piedi a causa di continui giramenti di testa, mangia poco a causa della nausea. Nausea che la colpisce anche solo dopo aver ingerito del cibo, e che sia del sushi o una focaccia non importa perché correrà sempre al bagno per vomitare il tutto. E poi è irascibile a volte. Ha dei tremendi sbalzi d'umore.
Alterno velocemente lo sguardo dalla strada a lei ripetutamente. Anche oggi è persa nel suo mondo con la testa poggiata al finestrino e i pensieri altrove; i capelli castani le ricadono come onde del mare sulle spalle e sulla schiena incorniciandole il viso paffuto. È bella, bellissima, e ringrazio ogni giorno qualsiasi entità ci sia lassù per avermi convinto a partecipare a quella stupida festa, avermela fatta conoscere e, tra alti e bassi, abbia accettato di stare con me a di diventare mia moglie. La mia fottuta moglie.
Continuo a guidare mentre appoggio una mano sulla sua coscia e le sorridendo dolcemente. Tuttavia, mi sposta la mano mettendomela sulla mia coscia, sbuffa sonoramente e appoggia il gomito sul bracciolo del sedile, il mento sulla mano e un adorabile broncio disegnato in viso. Ed eccolo, un altro fottutissimo sbalzo d'umore del cazzo.
Sbuffo sonoramente ruotando gli occhi al cielo. Che serata del cazzo, questa!!! <<Ma che ti prende? Ti è andato storto qualcosa questa sera?>>
Mi osserva per qualche secondo sbattendo le sue lunghe ciglia prima di sganciare la bomba e farmi avere un infarto. <<Sono incinta>>
Istintivamente, freno di botto stringendo con forza le mani sullo sterzo — ormai, siamo quasi arrivati a casa, in quella piccola villetta situata in quel grazioso quartiere residenziale che abbiamo scelto come nido del nostro amore. Adesso, adesso mi dice che è incinta e che aspetta un bambino. Un bambino che ovviamente non può essere mio.
È come una doccia fredda, una fottutissima doccia fredda. Come è potuto succedere? Cazzo!, io sono sterile e — a meno che non l'abbia messa incinta una qualche strana entità — voglio immediatamente sapere chi sia il fottuto padre di questo fottuto bambino.
Porto uno sguardo stizzito su di lei fulminandola con lo sguardo; sta piangendo perché forse è spaventata dalla sua immagine pubblica, perché sa che non voglio crescere un figlio che non sia mio. Mi guarda come se volesse dirmi qualcosa ma dalla sua bocca escono solo boccheggi. Sembra un pesce che non riesce a respirare. Non ha il coraggio di dirmi che mi ha tradito.
E continua a piangere, a singhiozzare quando si decide finalmente a parlarmi di quello. <<Il bambino è tuo>>
<<Sono sterile. Il mio cazzo non funziona come dovrebbe funzionare, quindi credo che sia impossibile che io sia il padre di tuo figlio>>
<<Io->>
<<Dimmi chi è>>
<<Chi?>>
<<Il tizio che ti sei portata a letto e che ti ha messo incinta>>
