It's not that easy and I accept it now

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HIGH HOPES

CAPITOLO 4 - IT'S NOT THAT EASY AND I ACCEPT IT NOW





•••


Era in quel mondo da a malapena un paio di mesi e già i problemi stavano bussando alla porta di casa sua. Tony si issò in piedi dalla sedia in contemporanea a Peter, entrambi sgranarono gli occhi per osservare meglio la realtà newyorkese fuori dalla vetrina del diner. Fumo verde e altre esplosioni si susseguirono per i successivi secondi.
Peter premette un tasto del suo orologio a nano-particelle e l'armatura lo avvolse.
«EDITH, che succede?» domandò Peter, richiamando la propria assistente vocale.
- Un nuovo attacco a tre isolati da qui verso nord. Coordinate inserite nel GPS – annunciò EDITH.
«Chissà perché i malviventi decidono sempre di dare spettacolo mentre mangio» protestò Tony, dirigendosi ad ampie falcate verso l'uscita, mentre veniva anch'esso avvolto dalla sua armatura nuova di zecca.
«Bentornato nella Grande Mela, signore» dichiarò Peter, con evidente sarcasmo. Trascinò Morgan verso il bancone del diner, intimandole solo con lo sguardo di raggiungere la signora Madison per nascondersi.
La vecchia proprietaria accolse la ragazzina con mani tremanti e il volto in bilico tra lo spavento e l'entusiasmo di vedere in azione i suoi supereroi preferiti insieme.
Tony puntò un dito contro sua figlia, ammonendola. «Maguna, se ti azzardi a muoverti di qui, l'armatura te la costruisco tra quarant'anni, come vorrebbe zio Peter».
Quest'ultimo alzò gli occhi al cielo per la velata frecciatina al fatto che, sì, fosse iperprotettivo nei confronti della ragazza; poi, insieme, si avviarono a passi svelti verso la strada e si lanciarono alla volta del luogo incriminato.
Morgan li guardò sparire con occhi apprensivi, del tutto intenzionata a non disobbedire agli ordini di suo padre. Senza un'adeguata armatura sarebbe stato solo un rischio uscire da quel diner. Era piccola, ma non sprovveduta. Dannazione! Se solo avesse potuto, li avrebbe aiutati.


I due supereroi ci impiegarono meno di un minuto per giungere a gran velocità all'angolo sulla settantacinquesima ma, non appena Tony scorse ciò che aveva causato quelle violente esplosioni, si arrestò a mezz'aria per sgranare gli occhi e guardarsi intorno. Dei giganteschi polipi dal colore verde smeraldo avevano iniziato ad attaccare un grosso grattacielo, sede di una nuova tecnologia all'avanguardia per il controllo e lo spionaggio – la HIDESTAGE - e il cantiere limitrofo. E, sebbene fosse stato nello spazio e avesse conosciuto specie aliene di tutti i tipi, quella razza gli era oltremodo sconosciuta. Ma che diavolo ci facevano quei mostri, lì? Alle due di notte, per giunta!
«Alieni a Manhattan?! Allora le cose non sono cambiate per nulla!» berciò Star.
Spiderman, appollaiato a un paio di metri di distanza su un grosso cartellone pubblicitario luminoso, spalancò gli occhi della maschera in direzione di Ironman.
«Oh, merda!» esclamò, portandosi una mano sulla fronte, provvedendo poi senza indugio a risolvere la questione. «EDITH! Trasferisci immediatamente il software Giù Le Maschere a FRIDAY e procedi all'installazione».
«Il softwaregiùchecos-MA CHE DIAVOLO!?» ribatté Tony, esterrefatto dal comportamento bizzarro del suo alleato. Si interruppe però nel sentire la voce della sua assistente vocale annunciargli il completamento dell'installazione. E fu solo in quel momento che comprese l'atteggiamento di Peter, quando vide gli alieni di fronte a sé perdere di consistenza e mostrarsi per la loro vera natura: droni.
«Mi rincresce che nessuno l'abbia informata della minaccia tecnologica dell'ultimo decennio» intervenne Peter, mentre Tony fluttuava sul cartellone accanto a lui. Era convinto che Nick Fury l'avesse avvertito riguardo a quel piccolo inconveniente avvenuto in Europa, o che quantomeno qualcuno degli altri Avengers gli avesse raccontato qualcosa del fu Quentin Beck e i suoi scagnozzi ancora a piede libero. Evidentemente, però, il programma degli ultimi mesi era stato più incentrato su altro, sul ritorno di Tony, la ripresa delle Stark Industries, i nuovi Avengers e chissà cos'altro.
«Ma quelli sono mia tecnologia! O meglio... sono basati su essa!» analizzò Tony, con l'aiuto dell'intelligenza artificiale. Quei droni erano del tutto simili a quelli che egli aveva costruito per il controllo della Terra tramite EDITH, ma sicuramente modificati e migliorati con le nuove tecnologie. Ma com'era possibile che qualcuno - a esclusione degli Avengers - fosse venuto in possesso di quei droni?
«Per farla breve... anche da morto si è fatto dei gran nemici, signor Stark. E diciamo che ho combinato un gran casino per il quale ancora oggi paghiamo le conseguenze. Provvederò a raccontarle tutto nel dettaglio non appena sventeremo questo attacco» spiegò accigliato Peter, convinto che Tony gli avrebbe senz'altro strappato via la pelle dalla faccia nel sapere che avesse donato i suoi occhiali al primo finto eroe con la boccia da pesce come maschera.
Ma era stato l'errore di un ragazzino, d'altra parte. Del tutto perdonabile, se non fosse per il fatto che gli scagnozzi di Beck avessero continuato a modificare e studiare quella tecnologia per rivenderla a terroristi e malviventi di tutto il pianeta. Anche se erano quasi due anni che negli Stati Uniti non si verificavano attacchi di tale portata. Che il ritorno di Ironman avesse suscitato qualche malcontento nell'industria!?
«Insomma, io e te roviniamo il mondo e poi lo salviamo insieme?» giunse a conclusione Stark, scuotendo la testa nell'apprendere che Bimbo Ragno ne avesse combinata una delle sue, in passato. Ci avrebbe pensato più tardi a scoprire cosa.
«Precisamente» annuì Peter sfoderando una risata sarcastica.

L'ironia scemò poco dopo, con l'attacco di un drone verso la gru del cantiere, che si accartocciò su se stessa e cadde sui primi piani di un palazzo poco distante. Il rumore di vetri infranti fu spaventoso.
Fecero per avviarsi verso l'epicentro quando, dalla finestra del palazzo colpito, delle grida di terrore si levarono interrompendo la loro corsa. Una madre e tre figli, aggrappati a una trave pericolante del loro vecchio appartamento, penzolavano in procinto di una mortale caduta libera dal decimo piano. Il vento sferzò sui loro volti scompigliando i capelli rossi di tutti e quattro, facendoli urlare ancora più forte quando la trave subì un inquietante scossone.
«Ok, tu pensa a tirare i Weasley giù di lì, io inizio a disattivare quei cosi» dispose Tony, che prese finalmente il volo verso il cantiere. Peter annuì.
Avrebbero salvato vite insieme. Avrebbero combattuto insieme per New York ancora una volta. E questa volta l'avrebbero fatto non più come un maestro e un allievo, ma come colleghi. Peter strinse i denti e i pugni, con il cuore a mille e l'ansia crescente.
Quello non era il momento di pensare a quanto fosse strano non pattugliare da solo quella sera, quello era il momento di salvare vite! Senza esitare, si lanciò appeso alla propria ragnatela in direzione del palazzo, sparandone un'altra verso la famiglia dai capelli fulvi imprigionandoli tutti e tre nella tela. Fece per trainarli verso di sé quando cinque violente esplosioni consecutive lo costrinsero a voltarsi, a controllare che tutto fosse sotto controllo. A verificare che Tony stesse bene.
La trave sulla quale era appesa la famiglia cedette, e ci mancò solo un soffio che la ragnatela venisse lacerata prima che Peter potesse trascinare verso di sé i civili. Una fortuna i suoi riflessi di ragno lo aiutarono e riuscì ad acchiappare la famiglia e portarla in salvo sul marciapiede per indirizzarli alla fuga. C'era mancato davvero poco! Aveva commesso un grave errore. Che idiozia! Perché mai aveva dovuto verificare se Tony stesse bene!? Era Ironman, dannazione, non un gattino indifeso! Peter scosse la testa e si maledisse, ma quello non era nemmeno il momento di autocommiserarsi. Era andato tutto bene, in fondo.

Con un agile balzo si aggrappò a un lampione per darsi la spinta verso l'alto e correre in rinforzo del suo alleato, il quale lasciò che si aggrappasse alla sua armatura per qualche secondo, in modo da spingersi oltre e atterrare su un drone impazzito distruggerlo.
«EDITH, attiva l'uccisione istantanea!» annunciò Peter con i piedi sul dorso di un drone, e le zampe meccaniche trafissero tutti i dispositivi accanto.
«Bimbo Ragno, che ne è stato del Protocollo Triciclo?!» gli urlò ironico Tony, dopo aver colpito un nemico con un raggio luminoso.
«È nella lista delle cose da inserire nell'armatura di Morgan!» replicò Spiderman. Arpionò due droni con le ragnatele e li fece collidere l'uno contro l'altro. L'esplosione fu assordante.
L'abbattimento dei droni procedette senza esclusioni di colpi ma, con pieno disappunto di Peter, egli notò che alcuni di essi – forse dei nuovi modelli di prova – fossero di gran lunga più resistenti rispetto agli ultimi da lui combattuti due anni prima a Boston, durante un attacco terroristico all'università di Harward.
Poco prima della sua missione nel Regno Quantico per portare Tony nel loro mondo, Ant-Man e The Wasp erano partiti per Dubai per una conferenza importante alla sede centrale della HIDESTAGE, ed erano stati coinvolti in un attacco simile con dei droni dello stesso calibro. Possibile che la mente dietro ai due assalti fosse la stessa? Probabilmente ai fondatori della HIDESTAGE non avrebbe fatto piacere apprendere di avere dei nemici alle calcagna.
Nonostante ciò se la stavano cavando bene, non senza qualche intoppo, ma bene. Eppure Peter non riusciva a concentrarsi, non riusciva a liberare la zona a dovere. Era distratto, troppo preso a controllare ciò che stava facendo Ironman per focalizzarsi sulla sua buona fetta di nemici. Stupido, stupido Spiderman! Non aveva motivo di preoccuparsi, né di tentare in tutti i modi di difendere più Tony che se stesso - cosa che stava segretamente facendo. Perché aveva così paura di vedere Tony combattere? Che rischio poteva esserci? Erano droni, solo maledetti droni, non un titano pronto a disintegrare l'universo!
Stupido, stupido Spiderman sì, perché se non fosse stato così sciocco e così distratto, forse si sarebbe reso conto di quel nuovo drone potenziato sopra di lui. Forse si sarebbe accorto del suo attacco prima di venire colpito in piena schiena.

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