14: la fine

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I ragazzi e l'esercito combattevano come non mai.

Non erano sicuri che ce l'avrebbero fatta.

Il generale era sul punto di uccidere Caspian.

Proprio mentre la situazione peggiorava, le piante iniziarono a muoversi.

«Cos-». Non fece in tempo a finire la propria frase che venne preso e sbattuto ripetutamente a terra.

«Lucy...», mormorò Peter.

Grazie all'aiuto di Alan, riuscirono a far ritirare l'esercito di Telmar, che, arrivato al ponte, si fermò.

Dall'altra parte c'era Lucy, affiancata da Aslan.

Ruggendo, il leone richiamò a sé lo spirito del fiume, che distrusse il ponte nemico, per poi uccidere Lord Sopespian.

Gli abitanti di Narnia avevano vinto.

Mentre tutti disarmavano gli abitanti di Telmar, Cerise era seduta sulla sponda del fiume, a lanciare qualche sasso sulla superficie cristallina.

«Ehi, C». La ragazza si girò.

«Ciao, Ed».

Il ragazzo si sedette vicino a lei.

«Abbiamo vinto», disse il re.

La ragazza annuì debolmente.

«C'è qualcosa che non va?».

«Abbiamo vinto. E quindi... voi dovrete tornare a casa».

Il ragazzo si lasciò scappare un lungo respiro.

«Potresti venire anche tu con noi».

La ragazza rise debolmente.

«Non credo. Questa, è la mia casa. Caspian e tutti gli altri».

Edmund sospirò.

Dopo qualche secondo di silenzio, il ragazzo disse: «Tornerò».

«Mh?».

«Tornerò, Cerise. Tornerò un giorno, per vederti di nuovo».

«E io ti aspetterò, Ed».

Il ragazzo sorrise, e lei ricambiò.

«C, ti devo dire una cosa».

«Dimmi».

«Mi... mi piaci. Ma va bene se non ricambi. Era solo per... per dirlo. Sai-».

Il ragazzo non fece in tempo a finire la frase che lei lo baciò.

«Anche tu mi piaci, Ed».

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