Capitolo due.

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Non diedi il tempo a Luke di aprir bocca che già stavo canticchiando con le cuffiette nelle orecchie.
-I met this girl late last year she said, "Don't you worry if I disappear."
I told her I'm not really looking for another mistake, I called an old friend thinking that the trouble would wait.- Canticchiai per poi fermarmi improvvisamente, sbattendo distrattamente contro il petto di un signore sulla sessantina. Ridacchiai per la sua espressione e chiesi gentilmente scusa, seguendo poi Luke verso gli arrivi.
Appena arrivati davanti alla porta di uscita degli arrivi osservai il tabellone elettronico che segnava 'atterrato' accanto al volo che arrivava da Sydney.
Mi guardai un po' attorno, cercando di riconoscere quello che poteva essere quello strano Ashton, solo dopo mi ricordai che mamma aveva preparato un ridicolo cartello che mi aveva rifilato in borsa.
Così, dopo averlo estratto, lo passai a Luke, avendo troppa vergogna per reggere in mano un cartello simile, oltre al nome il foglio era cosparso di fiorellini e cuori, ridicolo.
Ridacchiai nel vedere l'espressione scioccata di Luke e quella intenerita di qualche persona che lo guardava, tutti pensavano che Luke aspettasse il fidanzato.
Mi avvicinai alla ringhiera che ci separava dalle porte degli arrivi e mi ci appoggiai con i gomiti, sbuffando piano, lanciando qualche occhiata al di la delle porte.
Controllai i cartellini sulle valige e nessuna portava 'Sydney', nel giro di poco me ne sarei andata da lì per tornare a dormire.
Mi voltai verso Luke, annoiato e stanco quasi quanto me, che ancora reggeva quel patetico cartello.
Risi piano prima voltarmi, notando con sollievo che le prime persone che arrivavano da Sydney stavano uscendo.
Scrutai attentamente ogni singolo uomo che usciva da lì, erano tutti troppo vecchi per essere studenti.
Notai con piacere che c'era un gruppo di ragazzi niente male, ma purtroppo, nessuna traccia di Ashton, tra quelli.
Mi voltai piano verso Luke, facendo spallucce, rigirandomi poi per tornare a guardare verso le porte che si aprirono un'ultima volta, facendo spazio ad un ragazzo leggermente abbronzato, con un viso stanco e gli occhi infossati in profonde e scure occhiaie.
Mi voltai rapida verso Luke, annuendo piano, sperando tra me e me che potesse essere lui.
Lo scrutai attentamente, subito portai lo sguardo sulla mano che reggeva la valigia, era stretta attorno al manico e aveva le nocche bianche. Forse per il panico stava stringendo la valigia come se dovesse ucciderla.
Mi avvicinai all'uscita, facendo cenno a Luke di seguirmi.
Dopo aver alzato piano lo sguardo, il presunto Ashton scoppiò a ridere amaramente, leccandosi piano le labbra prima di parlare.
-Ehilà, stronzetti. Vostra madre pensava di ricevere in casa un bambino o una femminuccia? Pensava male.- Sputò queste parole maleducatamente, facendomi arrabbiare.
A quella frase inaspettata spalancai la bocca, ricambiando la risatina amara, irrigidendomi.
-Evidentemente pensava bene, un bambino lo stiamo per ospitare.- Sibilai a denti stretti, incrociando le braccia al petto, fronteggiandolo nonostante la mia 'piccolezza'.

Whisper. ||Ashton Irwin||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora