Capitolo sette.

241 14 0
                                    

Rimasi ancora per una buona mezzoretta sotto le coperte, stretta al più o meno possente corpo di Michael.
Mi alzai solamente per rispondere al cellulare, era mio fratello, e non avrebbe smesso di chiamarmi finché non avessi risposto, dunque sarebbe stato inutile cercare di ignorarlo.
Preso il cellulare, risposi, rimanendo in piedi davanti al caminetto, ancora nuda dopo la mia 'performance'.
Michael mi guardava con un sorriso voglioso, dominante e perverso, tenendo le braccia conserte dietro al capo.
I capelli fucsia erano appiccicati alla fronte dal sudore e, qualche ciuffo, gli raggiungeva gli occhi, facendone risaltare il colore.
Gli sorrisi dolcemente e mi voltai, fornendogli un'accurata visione del mio fondoschiena, che sicuramente non gli dispiacque.
Misi giù il telefono, sbuffando appena prima di chinarmi a raccogliere i miei slip e il reggiseno.
Come al solito, questi dolci momenti di intimità con Michael non duravano troppo, mia madre aveva sempre qualcosa da farmi fare, e nessuna di queste comprendeva dormire.

--
Mi sedetti sul divano, sbuffando straziata dal lavoro che mi era toccato fare.
Ripulire la mia stanza, nonostante avessi infognato tutto sotto al letto, era stato impegnativo.
Perché sprecare forze per rendere la mia stanza più accogliente per una bestia come Ashton?
Mi guardai attorno in cerca di qualcosa da fare per distrarmi dalla noia più totale.
Il mio sguardo cadde su un cellulare abbandonato fra i cuscini del divano.
Mio di certo non era, ne tantomeno di Luke. Mamma non era in grado di usare un aggeggio così elettronico, e dunque, non c'erano molte altre spiagge.
Lo presi in mano e, con il mio solito fare da curiosona, lo accesi, ridacchiando alla vista del blocco schermo.
Un ragazzo dalla carnagione leggermente colorita con una bottiglia di vodka in mano e una faccia buffa e, accanto a lui, Ashton intento a bere da un bicchierino di plastica rosso, il solito genere che si usa alle feste.
Provai a sbloccarlo, ma, per via della password, mi soffermai qualche istante, tentando, invano, di indovinarla.
Provai più volte ad inserirne varie finché, una voce dietro di me, mormorò un '17 09', facendomi sobbalzare.
Lanciai il cellulare sul divano e mi voltai con lo sguardo misto tra il terrore e lo stupore.
Ashton mi aveva sorpresa con una sua cosa in mano a cercare di curiosare fra altre sue cose molto private, ero davvero nella merda.
Ma perché rivelarmi la password? Era quella vera? Si fidava di me? Era solo un modo per farmi sentire scoperta? Un sacco di domande mi rigiravano in testa ma, l'umiliazione che regnava sovrana su di me, mi impediva di ragionare e contemplare delle risposte.
Ero nella merda e basta.
Mi concentrai su Ashton, notando i suoi lineamenti, più morbidi del solito, incurvarsi in un'espressione corrucciata.
Incrociò le braccia al petto, spostando il peso da una gamba all'altra di continuo, come se stesse aspettando qualcosa.
-Allora?- Domandai, quasi seccata dal suo atteggiamento a me 'misterioso'.
-Allora cosa?- Rispose pronto alla mia domanda, sorridendomi beffardo.
-Cosa vuoi?-
I nostri dialoghi non sarebbero mai stati più lunghi di così, tre parole messe in croce nel tentativo di defilarsi al più presto dalla conversazione.
-Entrare nella mia nuova stanza.-
E lì il mondo mi crollò addosso, avevo dimenticato che avrei dovuto condividere la mia camera con lui.
Le mie emozioni, i miei ricordi e le mie passioni erano tutte raccolte in quella stanza e, la sola idea che lui potesse guardarle, mi irritava.
Erano cose mie e mie dovevano rimanere.


--
So che non aggiornavo da un sacco e so che questo capitolo non ha un granchè di contenuto ma, se lo leggerete, ne pubblicherò un altro presto!

Un bacione!
{Ceci.}

Whisper. ||Ashton Irwin||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora