Capitolo quattro.

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Non lasciai trascorrere nemmeno un istante dalla fine della telefonata, corsi fuori dalla mia camera e afferrai velocemente il cappotto dall'attaccapanni per poi uscire rapida, quasi correndo. Avevo davvero bisogno di distrarmi, e Michael era il modo giusto per farlo.
Arrivai in un paio di minuti al parco dove io e il ragazzo ci incontravamo sempre, era un luogo isolato, spopolato e, si potrebbe dire, 'diroccato'.
I giochi erano rotti, la fontana cadeva a pezzi e così le panchine, l'unica cosa integra era un palo della luce, leggermente inclinato, ma in piedi.
Per questo a noi quel posto piaceva, un po' rappresentava la nostra vita che cadeva a pezzi, e un po' lo amavamo perché era sempre silenzioso. Nemmeno un cinguettio.
Mi sedetti dietro allo scivolo, dove sempre eravamo soliti incontrarci, estraendo dalla tasca inferiore del giubbotto un pacchetto di Marlboro Light e un clipper rosso fuoco.
Accesi la sigaretta e la portai subito alle labbra, trattenendo il fumo per una decina di secondi prima di soffiarlo via, nell'aria gelida londinese di Dicembre.
-Ehi, principessa.- Mormorò con voce squillante Michael, apparendo da dietro lo scivolo.
Sobbalzai appena, fino a poco prima ero immersa nei miei pensieri e mi ero decisamente spaventata.
Spostai la mano con cui tenevo la sigaretta di lato e salutai Michael con un breve bacio a stampo. Noi eravamo molto più che amici.
Aspettai che si sedesse e portai le mie gambe sulle sue, cacciando una piccola risatina, che lui ricambiò.
Dopo aver posato il capo sulla sua spalla sbuffai appena prima di parlare.
-Oggi è arrivato quello. Già lo odio.- Mormorai con tono seccato, mi dava fastidio anche solo parlare di quell'Irwin, ma dovevo farlo, era giusto che Michael sapesse.
-Che ha fatto per essere odiato da una ragazza dolce e adorabile come te?- disse ironicamente, facendomi scoppiare a ridere. Manifestavo il mio affetto solo ed unicamente con Michael, per il resto, andava a simpatia. O mi sei simpaticissimo, o mi stai pesantemente sul cazzo, con me non ci sono vie di mezzo.
-È uno stronzo patentato, ma stai pur tranquillo che lo terrò a bada, sarò più stronza di lui. Lo farò pregare di tornare a casa.- Esclamai con tono soddisfatto e un grande accenno di cattiveria. Era lì da un giorno e già volevo che se ne andasse.

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-Mc?- Propose Michael sorridendomi raggiante prima di spegnere la sigaretta che poco prima aveva acceso.
-Ovvio.- Mormorai trionfante, sollevandomi con decisamente poca grazia, porgendo poi la mano al fucsia, aiutandolo ad alzarsi.
Intrecciai le mie dita alle sue e presi a camminare lentamente verso il primo Mc, non molto lontano dal parco.

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Mi diressi al tavolo con il vassoio stracolmo di schifezze, ma poco mi importava, avevo un corpo equilibrato e di certo sgarrare qualche volta non danneggiava nessuno.
Mi misi di fronte a Michael e ridacchiai appena, sorseggiando un po' di the.
-Come mai fucsia, questa volta?- Domandai curiosa, aprendo la scatoletta del panino, addentandolo per la prima volta.
-Lasciamo perdere, lunghissima storia, ovviamente andata a finire male.- Rispose ridacchiando, indicandosi il capo, ricoperto da una grande massa di capelli fucsia.
-Oddio mio.- Mormorai seccata, portandomi lentamente una patatina alle labbra, puntando lo sguardo in fondo al locale.
La giornata non poteva andare peggio, cosa ci faceva mia madre con Ashton, qui?

ANGOLO AUTRICE:
Zan Zan Zaaaan, ecco qui in nostro lil Clifford in azione.
Prima di tutto voglio augurarvi Buon Anno Nuovo! Spero avrete tanta felicità.
E seconda cosa, volevo pubblicare il capitolo il 30 ma era il mio compleanno e mia mamma mi ha portata fuori.

Sorry not sorry.
{Cecilia.}

Whisper. ||Ashton Irwin||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora