Capitolo Sei

1.6K 106 22
                                    

Il sole filtrava attraverso le tende color panna.
Il viso del moro veniva carezzato lentamente dalle dita di seta di Jimin.
Nonostante le lacrime e l'attacco di panico della sera prima, si fidava di Jungkook, in un modo che non riusciva a spiegarsi.
Sentiva un calore nel petto, all'altezza del cuore, quando lui sorrideva o quando lo sfiorava.
Era come se quel mostro l'avesse lasciato lì, in quel vicolo per tutto quel tempo al freddo, e che Jungkook fosse stato l'unico a riuscire a trovarlo e portarlo lontano da lì.
Jimin capì che Jungkook per lui rappresentava l'estate.

Le dita di Jimin stavano ancora muovendosi sul corpo del ragazzo quando esso si svegliò.
Sorrise ad occhi chiusi mentre si godeva quelle carezze delicate.
Si spinse verso il corpo dell'azzurro, abbassando la testa a livello del cuore e lasciandovi qualche bacio.
Vi poggiò l'orecchio e potè sentire i battiti aumentare.
I capelli lunghi di Jungkook solleticarono la pelle sensibile del turista, che mugulò.
"Ho fame" disse il tatuatore con voce roca, tipica del mattino.
Jimin rise a quell'affermazione.
Avrebbe voluto rimanere a letto a godersi i baci di Jungkook per tutto il giorno.

Vide il moro alzarsi, ancora nudo, e dirigersi verso quello che immaginava fosse il bagno.
Chiuse gli occhi beandosi di quella rara sensazione di pace.
Sentì lo scroscio d'acqua proveniente dalla doccia e la voce di Jungkook.
"A casa non ho niente per fare colazione, vado a comprare qualcosa nella pasticceria qui di fronte, qualche preferenza?"
"Nessuna, decidi tu per me"

Il moro uscì dal bagno con solamente un asciugamano legato in vita.
Le goccioline d'acqua gli scorrevano lungo il corpo esile ma formoso e
Jimin desiderò solamente leccargliele via.

Jungkook tornò in poco tempo, trovando il turista nella stessa posizione in cui l'aveva lasciato.
"Ehi bradipo"
Jimin si finse offeso ed incrociò le braccia al petto, tirando fuori il labbro inferiore.
Quest'ultimo venne immediatamente baciato da Jungkook, il quale lo trovò troppo carino e adorabile.

I due finirono per mangiare sul letto, entrambi con due gigantesche ciambelle tra le mani, le preferite del moro.

Tutto filò liscio fin quando l'azzurro, avente le dita sporche di cioccolato, decise di puliersele mettendole in bocca, una per una.
Lo sguardo di Jungkook non riuscì più a staccarsi dalle labbra dell'opposto.
Rosee, piene e adesso sporche di cioccolato.
Non resistendogli si avvicinò e attaccò le proprie labbra a quelle del ragazzo.
Jimin non aspettandoselo non rispose al bacio, fin quando non sentì la lingua del tatuatore carezzargli il labbro superiore.
Gli appoggiò le mani sulle spalle larghe, come per cercare sostegno.
Sentì il calore, oramai familiare, crescergli a dismisura dentro il petto.
Finquando non diventò un fuoco, che divorò le interiora del ragazzo, spingendosi fino al cervello, facendolo diventare cenere.
Fu così che Jimin perse nuovamente il lume della ragione.
Si lasciò comandare da quel fuoco ardente, spingendo Jungkook sul letto e facendolo sdraiare.
Avesse potuto gli avrebbe strappato i vestiti di dosso.
Gli abbassò i pantaloni e boxer in una volta sola, guardando il cazzo di Jungkook come un bambino avrebbe guardato un lecca lecca.
Ingoblò la sua lunghezza non lasciandogli il tempo di parlare o dissentire. I baci umidi, le continue leccate e gli sguardi di pura lussuria che Jimin gli lanciava sotto di lui fecero venire Jungkook nel giro di pochi minuti.                                                         
Il seme del tatuatore venne ingoiato.
Jimin si leccò le labbra, gustandosi quella prelibatezza.
Tutta la perversione repressa in quegli anni Jimin la fece uscire con il moro.
Si avvicinò a lui, baciandolo e facendo unire le lingue.
Jungkook si assaporò mediante Jimin, il quale continuava a gemere sommesso.
Quella melodia spinse il ragazzo a stringere i fianchi sottili dell'azzurro e farlo stendere sotto di lui.
Lo spogliò dai propri vestiti e si abbassò al livello dell'ano.
Tirò fuori la lingua iniziando ad indurire l'entrata del ragazzo.
Quest'ultimo trovò Jungkook estremamente erotico, mai nessuno gli aveva fatto una cosa del genere.
Impaziente di rivedere il fisico tatuato del moro, Jimin mise fine a quella lenta tortura denudandolo.
Affamati si baciarono.
Rivoli di saliva scendevano dai loro menti.
Jungkook non perse altro tempo, fece stendere il contrario, poggiando il proprio pene contro il buco dell'azzurro.
Cercò negli occhi di Jimin un lampo di pentimento o paura ma vi trovò solamente eccitazione.
Non appena il moro si spinse dentro di lui, Jimin si sentì in paradiso.
I continui gemiti gli strozzavano il fiato, e Jungkook che cercava costantemente la sua lingua non aiutava.
Sentì l'orgasmo arrivare come un fiume in piena.
Venne urlando a gran voce il nome dell'altro, graffiandogli la schiena possente e piena di muscoli guizzanti.
"Dio piccolo, il miglior sesso mai fatto" ansimò Jungkook sulla pelle sudata del turista.
Jimin arrossì a quelle parole.
Nonostante ciò un piccolo sorriso compiaciuto gli adornò il viso.
"Non avevo dubbi."

Trust MeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora