Capitolo Cinque

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Jimin capì di stare per avere un attacco di panico quando l'affanno non diminuiva ma aumentava, quando gli occhi gli si riempiono di lacrime e la gola si restrinse all'improvviso.
Sentiva le mani di quel mostro addosso e non andava bene.
Smise di sentire l'odore accogliente di Jungkook e non si sentì più al sicuro.
La prima volta che si concedeva a qualcuno dopo mesi, e non cambiò niente.
I ricordi più brutti riaffiorarono tutti in una volta.
Stronzate, il tempo non guarisce niente.
Jungkook si affrettò a prendergli il viso con entrambe le mani.
Lo guardò negli occhi mentre singhiozzava imperterrito, cercando di levarsi di dosso dal moro.
Jungkook lo fermò e lo abbracciò stretto.
Una mano tra i capelli ed una sulla schiena, per aiutarlo a regolare il respiro.
Le parole e la voce dolce del tatuatore aiutarono Jimin che in poco tempo si abbandonò tra le braccia del ragazzo.
Sfilò il proprio pene dal corpo dell'azzurro ancora scosso da alcuni singhiozzi.
Si sdraiarono sotto le coperte e nessuno dei due riusciva a parlare.
Jimin sentiva l'imbarazzo manifestarsi sulle sue guance.
Sapeva di essere in dovere di dare delle spiegazioni a Jungkook, che pur essendo un estraneo era stato l'unico a riuscire ad abbattere i suoi muri d'indifferenza.
Si schiari la voce, incrinata dal pianto ed iniziò a ricordare.
"Era una un pomeriggio di novembre ed io tornavo dal mio lavoro in caffetteria.
Il cielo era buio e il vento mi soffiava nelle orecchie.
Mi stringevo nel cappotto e mi rincuorava solamente il fatto che in pochi minuti sarei stato tra le braccia calde del mio ragazzo.
Non fu così.
Un uomo mi bloccò la strada.
Mi portò di peso in un vicolo buio mentre io tentavo di gridare.
Sì portò via tutto quando entrò in me quel maledetto pomeriggio.
La mia felicità, la mia famiglia, i miei amici, il mio ragazzo.
Perché dopo di lui ho smesso di vivere, completamente.
Te sei la prima persona con cui mi sento bene dopo quel mostro."
Jungkook sentì Jimin tremare.
Non poté credere all'esistenza di una persona così malvagia.
Jimin si accucciò ancora di più contro il corpo tonico del tatuatore.
"Adesso mi sento in colpa, perché so di aver scaricato un peso enorme su di te, e non era mia intenzione."
"Per la prima volta nella mia vita sento di esser stato davvero d'aiuto a qualcuno, quindi dovresti stare semplicemente tranquillo e goderti il momento.
Posso capire, per quanto mi è possibile, che ciò che hai provato ha segnato in modo indelebile la tua vita.
Ma adesso sei qui, con me."
Jungkook sorrise nel modo in cui a Jimin piaceva tanto.
Con le gambe e le anime intrecciate, i due si addormentarono.

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