Capitolo Due

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Jimin entrò e non poté non notare come il viola fosse il colore predominante.
E non solo.
La piccola stanza che conteneva solamente una scrivania, un lettino per tatuaggi e qualche sedia, era completamente illuminata da piccole lucine a led.
I colori investivano i capelli di Jimin, appena tinti d'azzurro, e li coloravano a loro piacimento.
Girandosi trovò un ragazzo seduto alla scrivania intento a disegnare e sorseggiare coca cola.
"Non volevo disturbarti, sai, sembravi così assorto nei tuoi pensieri."
Jimin non fece caso alla lingua che usò, rimase semplicemente imbambolato.
Jimin rimase dopo tanto tempo stupito.
Il ragazzo aveva tratti coreani.
Il viso angelico era contornato da una miriade di capelli, tenuti fermi da una bandana rossa.
Poteva intravedere solamente una camicia a scacchi larga e leggera, nient'altro.
Ma questo gli bastò.
Nel mentre il ragazzo si frastornava con stupidi pensieri.
"Oddio, magari non capisce una parola di coreano, che figuraccia"
Jimin si risvegliò solamente quando vide il ragazzo alzare un braccio e grattarsi la nuca imbarazzato.
Decise quindi di rispondere.
"Scusami, il locale è davvero molto bello.
Comunque piacere Jimin"
Il ragazzo si alzò e poté notare l'altezza superiore alla propria.
"Piacere Jungkook"
Jungkook gli sorrise e per Jimin si fermò il tempo.
Il suo sorriso somigliava tanto a quello di un coniglietto e solamente a guardarlo gli veniva da piangere per quanto fosse carino.
"Hai un'aria da turista, da dove vieni?"
"Seoul, corea."
"Anch'io sono coreano, beh in parte, sono nato a Busan.
Comunque, sei entrato qui, presumo tu voglia un tatuaggio."
Jungkook teneva ancora tra le dita lunghe e affusolate una matita.
Notò così un tatuaggio.
Il logo di uno dei tanti album dei Nirvana.
Fu così che decise cosa tatuarsi.

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