Capitolo 4

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Non si erano visti per due lunghe settimane, troppi impegni, ma si messaggiavano spesso. Ormai era diventata una dipendenza.
Ad Alex piacevano le risposte sarcastiche di Bella e i suoi "darling", quando lo leggeva sentiva la voce di lei che lo pronunciava. Era bella la sua voce, quasi eccitante, ma il "darling" era la parola che gli piaceva di più, lo pronunciava in modo prolungato, lo masticava e poi lo faceva venire fuori in modo fluido.
Bella ogni volta che accendeva il cellulare trovava un messaggio di Alex.
Quel giorno non si erano sentiti. Era un venerdì, Bella aveva tutta la giornata libera. Scrisse molto, aveva mille ispirazioni, molte grazie ad Alex. Parlava sempre insicuro, non sa mai che parola aggiungere a quella prima e quando la trovava era riscuramente una parola inaspettata, pensata e voluta. Le sue parole erano ispirazioni e Bella le notò.
Alex non faceva altro che pensare ad Arabella. Tornato a Londra, di sera decise di andare a Soho, forse la l' avrebbe incontrata. Ormai si erano fatte le 2 di notte e non l' aveva ancora vista. Fece un lungo giro del quartiere e si ritrovò proprio di fronte al The Wonderful, alzò la testa e vide una luce accesa. Senza pensarci suonò il campanello sperando che Bella fosse ancora sveglia. Sul campanello c' erano i nomi scritti su un foglietto di carta, ormai consumato con le scritte < miss A. Norman (-Arabella) and Elisa Churs with baby Georgia Churs > Alex rise leggendo il campanello, la cosa che lo colpì di più era che Bella aveva messo il prefisso miss, invece la sua amica no anche se aveva aggiunto il nome della figlia. Buffo.
"Spero di aver indovinato, darling" parlò il citofono.
Alxe l' aveva riconosciuta subito. Sorpreso rispose: "Spero di sì..."
"Alexander... entra"
Adesso gli piaceva sentire pure come pronunciava il suo nome.
Salì le scale e arrivò a casa di Bella.
Era distesa sul divano mentre scriveva su fogli color pastello, in tinta con l' appartamento.
"Buonasera..." salutava Alex.
"Shhh c'è Geo che dorme!"
"Scusami... la figlia della tua amica?"
"Certo. Vuoi qualcosa?"
"Un tè?"
"Perfetto!" cominciava a preparare il tè per loro due. Sul suo viso risplendeva un sorriso. Era lì a casa sua, un miraggio. Era bellissimo, indossava una giacca nera di pelle e sotto una camicia bianca scollata, che lasciava sbucare fuori la sua solita catenina di argento. Per sciogliere la sua timidezza cominciò a parlargli dalla sua piccola cucina.
" Come mai da queste parti?"
"Beh... pomeriggio tardi sono tornato da Los Angeles e non avevo voglia di starmene a casa, allora mi sono fatto un giro e... mi sono ritrovato sotto casa tua " si guardava i piedi per terra mentre lo diceva. Troppo timido. Aveva paura di guardarla, era eccitato. L' avrebbe presa per i fianchi per poi avvinarle il viso con il suo e assaggiare il sapore delle sue labbra, poi far incrociare i loro respiri. Fantasie.
Pronto il tè, Bella tornò in salotto e si sedette vicino a lui sul divano.
"Come mai hai scelto Soho per fare un giro?"
"Perchè ci sei tu."
Arrossì. Arabella si sentiva atratta dai suoi occhi che esprimevano ingenuitá e veritá. Quando aveva attenzioni, oltre ad arossire si sistemava sempre la gonna o i pantaloni sulle cosce, come se ci fosse sporco. Quanti vizi aveva.
Alex abbassò lo sguardo sul tavolino: era pieno di fogli, quelli che teneva in mano prima che lui si accomodasse. La sua scrittura era tonda, le lettere erano scritte in grande. Si riusciva a capire chiaramente quello che aveva scritto.
< Potevo rimanere lì con lui. I suoi occhi speravano nella mia permanenza, ma perchè non me l'ha detto? Potevo rimanere. Ormai è mio. >
Se sei dentro alla sua vita, capisci subito che ruolo hai nelle sue storie. Alex lo capì suboto. Capì le sue intenzioni. Alzò la testa per guardarla.
"Ti va un terzo appuntamento?"
"Dove?"
"A casa mia ... Non sai, vero dove abito?"
"Appunto."
"Verrò a prenderti tra due sabato sera..."
"Sì, sono libera".

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