Rosalie.

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Harry e Kayleen avevano appena finito di vestirsi, sfortunatamente la ragazza era stata costretta ad indossare i pantaloni di Harry e la sua felpa, se non voleva usare il vestito della sera precedente, e decise che con la pioggia che c'era fuori, indossare un vestito non era per niente la cosa migliore per le sue gambe scoperte.

Ma indossare i vestiti di Harry aveva il loro vantaggio, giurò che poteva ballare dentro la sua felpa per quanto era larga, ma aveva un odore buonissimo, un buon profumo di colonia e di menta peperita.

Aveva scelto di cambiarsi in camera di Harry perchè per andare nella camera in cui Harry l'aveva ospitata, voleva dire passare nella zona del corridoio in cui lei aveva vissuto quell'esperienza buia. Al solo pensiero di passare in quella zona del corridoio, le metteva paura tanto da farla tremare.

Uscendo dalla camera di Harry, diede l'ultima occhiata alla sua camera, e alla finestra grandezza muro che tanto le piaceva, si voltò verso il muro chiudendo gli occhi tenendo il vestito tra le braccia che erano conserte al petto.

«Hai per caso intenzione di restare li a meditare?» la ragazza spalancò gli occhi sussultando per la paura ritrovandosi Harry davanti, quest'ultimo ridacchiò per l'espressione di certo non divertita di Kayleen.

«Oh mon Dieu! Mi hai spaventato, stronzo!» sbottò lei guardandolo talmente male che il ragazzo mise una mano sul petto fingendosi offeso e spaventato.

«Kayleen, muoviti, devi tornare a casa.» il tono di Harry era ordinario, come se avesse la fretta di liberarsi di lei.

Lei semplicemente annuì, e scese lungo le spalle con Harry dietro di lei.

Qualcosa le soffiò sul collo, un soffio freddo, che gli entrò nell'orecchio mentre due braccia le avvolsero i fianchi facendola fermare a soli pochissimi passi dalla porta.

Le mani salirono verso la zona sopra l'ombelico, ma lei era immobile non riusciva a muovere un semplice muscolo per colpa del soffio sul collo che le aveva letteralmente gelato le articolazioni.

Non erano le mani di Harry, quelle di Harry erano ricoperte di anelli, queste mani erano bianche, ma bianche come il gesso.

'Non potrai piu scappare, piccola Kay ', la sua voce, era simile a quella di Harry, roca e bassa. Si sentì spingere contro il petto, ed un tratto, la bocca della ragazza si spalancò lasciando uscire un urlo stridulo.

«Cazzo, Kay, calmati!» Harry la strattonò per le spalle per la quarta volta da quando l'aveva vista in uno stato di trance, e terribilmente fredda, inginocchiata a terra mentre lei si teneva le mani nei capelli.

Harry si sedette a terra, facendola mettere seduta tra le sue gambe e avvolgendo la schiena della minuta ragazza come fosse di vetro, le baciò la spalla sussurrandole svariate volte all'orecchio di stare calma.

Quando lei smise di piangere, riuscì ad alzare lo sguardo verso di lui tirando su con il naso mentre gli occhi le erano ancora lucidi, gli si spezzò il cuore vedendola ridotta così di nuovo per colpa sua.

«H-Harry, voglio andare a casa..ti prego..»singhiozzò al suo petto, stringendo la sua felpa in un pugno come se questo gli desse la spinta per dimenticare ciò che era successo in quella casa.

Era incredibile, come lui gli dava conforto solo tenendola tra le braccia, tanto quanto abbracciava la sua migliore amica, o Aaron.

Lui, la prese in braccio a stile sposa e se la strinse al petto guardando dietro le spalle della ragazza, l'ombra nera che ora stava prendendo i tratti di un viso, 'sei morto' mimò Harry, e subito dopo, l'ombra si dissolve come una gas. Uscí di casa dirigendosi verso la macchina e promise a se stesso, che lei in quella casa non sarebbe piu tornata finche le cose non si fossero sistemate.

Look can be deceivingDove le storie prendono vita. Scoprilo ora