Il primo giorno nella nuova scuola

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Ero  eccitatissimo. mi trovavo  a preparare il mio zaino per il primo giorno di scuola nella nuova città. Mi ero trasferito da poco, quello era il  secondo giorno nella casa appena comprata ed ora era arrivato il momento del primo giorno di scuola, ero molto spaventato, tanto che  disperato, avevo aperto il mio armadio e presi quattro delle mie magliette preferite , due paia di jeans e li buttai sul letto. Mia  madre  mi chiamò così tante volte dicendomi di sbrigarmi che stavo per odarla, così presi la mia maglietta preferita, una maglietta  blu attillata con uno stano disegno su di essa, con dei jeans  che arrivavano alle ginocchia. Quando guardai l’ orologio era effettivamente tardi.  Corsi verso il bagno e sistemai i miei capelli ,ricci color castano e, non ricordo perche, controllai i miei occhi azzurri. Un po’ di profumo ed ero  pronto per il primo giorno di scuola.

Mia madre mi venne a lasciare a scuola ma ,come tutti i ragazzi fanno, chiesi  di farmi scendere  un po’ prima dell’ entrata. mi vergognavo a  farmi vedere insieme a mia madre. Mi aspettavo da lei un grido del tipo “buona giornata tesoro”, ma forse aveva capito che non ero più un bambino e che se ci provava come minimo cambiavamo di nuovo casa infatti non sentii nulla. Era una scuola grandissima, ricordo quattro piani e  per arrivare all’ entrata si doveva salire una rampa di scale dove vi erano seduti dei ragazzi; alcuni ascoltavano musica come persone normali, altri avevano in mano dei libri, ma c’erano dei ragazzi un po’ malconci, come se fossero dei nerd scappati di casa, ma comunque li oltrepassai  facendo una piccola smorfietta di disgusto per il buon odore che facevano. Ma comunque  giunsi all’ entrata della scuola che varcai dopo un bel respiro profondo.

Nella scuola da cui venivo, il primo giorno di scuola era il delirio più totale; i bulli che ricominciavano  a prendersela con i ragazzi di prima, quaderni e fogli stropicciati che volavano da tutte le parti … qui invece era  più tranquillo come primo giorno. Varcai il portone e cercai di dirigermi verso il corso di Biologia quando venni raggiunto da un ragazzo che mi strinse la mano e mi disse “ciao, io sono Paul, l’ occhio che tutto vede di questa scuola,diriggo il giornalino della scuola e so tutto di tutti, se hai qualcosa da nascondere è meglio che stai alla larga dalla mia macchina fotografica. Tu devi essere Nathan giusto, il ragazzo nuovo che viene dall’Italia?!”lo guardai come se in un primo momento avessi un po’ paura di lui, ma senza esitare gli risposi: “grazie, ma non ho niente da nascondere e… si, sono io Nath  e, si vengo dall’ Italia”. Non penso di avergli risposto male, ma già la prima persona che incontravo era uno psicopatico che sapeva tutto di tutti, se permettete, non mi dava nessuna sensazione di sicurezza o di quella persona a cui dare fiducia. “Puoi aiutarmi. Stò cercando l’ aula di Biologia, sai dov’è?” “certo, secondo piano a destra, aula 43” e subito scappò con quella sua macchina fotografica a rincorrere un ragazzo che non so con la precisione cosa aveva fatto, ma penso che per rimanere più tranquillo girai le spalle e  tornai alla ricerca dell’ aula 43. Arrivato al secondo piano  vidi un ragazzo che parlai con una ragazza, non volevo disturbarli, ma avevo bisogno di capire da che parte andare.” Scusate se vi disturbo, stò cercando l’ aula 43”, non sembrarono per niente disturbati, ansi la ragazza mi guardò con occhi strani,(come se non avesse mai visto un ragazzo in vita sua) “certo, ti accompagniamo noi, stavamo appunto andando li”, fui felice che finalmente c’era una persona normale in quella scuola, così ci avvicinammo verso l’ aula. “ tu devi essere Nathan, il ragazzo nuovo dell’ italia”, risi e risposi “ vedo che qui le notizie arrivano in fretta” “no, Paul quando si tratta di dare notizie è capace anche di attaccare i manifesti perfino in bagno” risi e le diedi la mano, “piacere, sono Lucy Harvare,ma, sei nato in America, non hai un nome italiano”, la vidi interessata a conoscermi, così risposi “sono nato in Italia, ma mia madre è Americana e ci siamo trasferiti qui io e lei dopo che i miei si sono divorziati” “mi dispiace” mi disse con tono amichevole , ma io la ripresi dicendole “a me no , papà è uno stronzo e non vedevo l’ ora che mia madre lo lasciasse” lei rise e in quel momento suonò la campanella e dopo essere finalmente arrivati nell’ aula di Biologia ci sedemmo accanto. La lezione per essere la prima dell’ anno non fu molto noiosa, ma sapevo che quei vampiri alla prima interrogazione avrebbero tirato fuori i canini  da un momento all’ altro e ci avrebbero reso, da “bravi studenti” a studenti che per ottenere la sufficienza avrebbero dovuto mangiare  i libri interi.

Ad un certo punto durante la lezione, sentimmo bussare la porta  la quale si aprì lentamente facendo  entrare un ragazzo che con un timbro di voce  che definirei molto autorevole disse “ scusi il ritardo professore”;era un bellissimo ragazzo, alto con una maglietta con le mezze maniche che liberavano due braccia possenti tenere in mano dei libri,mi piacquero subito i suoi capelli castano chiaro pettinati all’ insù e lasciati cadere da un lato che risaltavano il verde dei suoi occhi. Non che attirò subito la mia attenzione, ma penso che era comunque un bel ragazzo. Mi voltai verso Lucy e le chiesi: “ lui chi è?” , lei si girò con tono interessato, ma quando capì il soggetto la sua faccia cambiò, facendo spazio ad un sopracciglio più rialzato mi disse “lui! È SJ Luketon, prende parte a tutti i corsi di ginnastica e di lingue, ma oltre ad essere il ragazzo più figo e ricercato da tutte le ragazze della scuola, ha un sacco di amici, ma a quanto pare sembrerebbe ancora single…”.mi girai verso di lui e appena vide che lo stavo guardando si girò verso di me, allora subito mi dirai verso il professore che mi richiedeva di rispondere alla domanda di un’ esercizio alla quale risposi brillantemente e che attirò l’ attenzione di tutte le ragazze ma non di SJ ma non mi importava molto, o forse si.

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