cinque giorni passarono in fretta, ma nel mio mare di pensieri solo uno era maggiormente prediletto, SJ, la mia paura di passare 5 giorni vicino ma distante a lui, mi provocava un’ angoscia tale da avere paura per fino a salire sull’ autobus il giorno della partenza. Erano le 9:00 ed eravamo in ritardo per la partenza, salimmo tutti sull’ autobus ed io mi sedetti, non vi nascondo che stavo proprio pensando a lui, non solo per il viaggio ma anche perché ancora non era arrivato. Il professore percorse tutto il pullman contando cima arrivato in fondo gridò “ allora ragazzi seduti e in silenzio, mancano 2 ragazzi all’ appello così in silenzio ci conteremo e partiremo tranquillamente” ma neanche il tempo di finire l’ annuncio che vedemmo salire Sj accompagnato da una ragazza, l’ allerta lasciò spazio a degli “ohhh” maliziosi da parte di tutti i ragazzi. Che ci faceva con una ragazza, in fondo però non mi sarebbe dovuto interessare questa era la prova che a lui di me non sarebbe mai importato nulla, e questo mi faceva stare male. Passarono un po’ imbarazzati accanto il mio sedile, vidi che Sj si fermò appena giunse accanto a me, ma non volsi neanche lo sguardo, anche perché non volevo che vedesse che stessi piangendo per lui. Si fermò proprio un secondo accanto a me, lo intravidi che stava per dirmi qual cosa, ma forse perché non aveva coraggio o forse perché non trovava le parole, continuò il so percorso senza far notare l’ accaduto.
La strada era lunga, circa 2 ore di viaggio, ma la musica che avevo nelle orecchie mi fece dimenticare il tragitto e mi fece sprofondare nel mare più bello in cui l’uomo potesse mai rifugiarsi, se stesso.
Il campo era situato all’ interno di una foresta poco fitta le nostre tende erano sparse intorno ad un laghetto situato al centro fella foresta e sopraelevato a lago c’era un piccolo promontorio che si affacciava sul campo dove “alloggiavamo”.
Ero abituato ai campeggi, mio padre in Italia mi portava stesso in montagna, ma a quanto pare ero l’ unico a sapere come si montasse una tenda. Aiutai Lucy a montare la sua la quale mi ringraziò con un bel bacio sulla guancia. la guardai e le sorrisi, poi mi voltai nella tenda accanto quella di Lucy e c’era lui, mi guardava mentre montava meravigliosamente la sua tenda. Quando mi accorsi che il suo sguardo mi attirava a girarmi verso di lui, abbassai lentamente la testa e mi allontanai. Il campo era bellissimo e quale occasione era migliore per esplorarlo. Mi avvicinai al laghetto, guardai il piccolo promontorio che si affacciava verso di me e decisi di salirvi in cima. Li sopra c’era una pace che mi faceva stare bene, avevo bisogno di stare da solo in una pace come quella, in cinguettio degli uccelli e il vento che si faceva spazio fra le foglie producevano una melodia che copriva del tutto il frastuono che i miei compagni facevano. La solitudine dà luce all’ originale che c’è in noi. Il campo visto da li sopra era un’ altro mondo, questo piccolo promontorio in verità faceva parte di un piccolo isolotto che si trovava al centro del lago (che non era più così piccolo ma tuttavia il davanti era più grande ed era dove noi edavamo accampati, la parte posteriore invece era più piccola e non ci andava di solito nessuno) unito tramite una striscia di terreno che lo univa alla terra. Li suono della natura mi distolse dalla presenza di Rachel e Lucy ,che erano oramai diventate amiche inseparabili, accompagnate da SJ e quella ragazza del pullman. – Non mi parla da quando siamo partiti, non riesco a capire cosa abbia- disse Lucy preoccupata, - qualcuno dovrebbe andare a parlargli, che ne dite – disse Rachel ma non fu in tempo di finire che il professore la interruppe per iniziare la lezione (quello per cui eravamo li d’altronde) – ragazze se vi piace contare le pulci non restate ferme e venite a fare lezione- disse appoggiando le mani sulle spalle di Rachel e Lucy in modo scherzoso. SJ rimase li, guardò Rachel,Lucy e l’ altra ragazza che si allontanavano. Si voltò verso di me con le mani nelle tasche e si sedette accanto a me.
-bello vero? Il suono della natura sembra come una serenata che qualcuno stia facendo a colui che per ora è in ascolto…- lo guardai negli occhi, perché mi diceva questo, avevo capito subito che voleva chiarire con me, ma la serenata?, e poi ero io colui che ascoltava la serenata della persona che amavo? – perché mi dici questo?- gli chiesi. Lui mi guardò accennò un riso e appoggiando la sua mano nella mia, appoggiò le sue labbra nella mia guancia. sciolse la sua mano dalla mia, si alzò e se ne andò voltandosi accennando un sorriso.
Solo quando si alzò mi accorsi che nella mano mi aveva lasciato un pezzo di carta “22:00 behind the lake ;)” c’era scritto.
YOU ARE READING
OUR INFINITE LOVE
RomanceNathan un ragazzo Italiano si trasferisce in una nuova città, nella nuova scuola americana comincia subito a conoscere molte persone e riesce anche ad attirare l’ attenzione di molte ragazze. fa amicizia soprattutto con il cugino di una sua amica (...