-Nath, Nath forza svegliati è tardi- mi disse la foce che interruppe il mi sonno, l'ultimo giorno del camping era finito, un vero peccato, mi stavo cominciando ad abituare alla natura, e poi tutto quel sentimento romantico che trasmetteva, di sicuro non lo avrei mai più dimenticato. Disfar le tende, conservare i vestiti in valigia, erano degli atti che non sopportavo ogni qual volta andavo via da qualche posto, trasmettevano un addio e la vita è così piena di addii che cerchi di fuggire da essi,ma di una cosa ero sicuro, la natura veniva lasciata da me, ma io portavo via un pezzo di lei, il sentimento più grande che possa essa trasmettere adesso era con me.
SJ ed io adesso stavamo insieme, anche se per due giorni da quella serata non potemmo più vederci altre sere, troppi occhi nella scuola e non mi piace. Ma comunque vidi il suo sorriso incrociando il suo sguardo sul pullman, mi trasmetteva un sentimento che forse non volevo chiamare io amore, pose perché era troppo presto o forse perché dovevo essere pienamente sicuro di fidarmi di lui, ma poteva anche chiamare così. Quando scendemmo dall' autobus non potevamo far a meno di guardarci. Mia madre per fortuna non lo notò, mi aiutò a porre la valigia nel bagagliaio e mi portò a casa. Non vedevo l' ora di tornare a scuola per vedere SJ, ma adesso avevo solamente voglia di una doccia calda.
Il suono dell' acqua e il calore di essa sulla mia pelle mi rimandava a quella notte, mi sedetti portando le ginocchia al mento, cercai di rilassarmi sotto quel calore ricordando la mia pelle che fremeva al contatto con la sua e tutta la serata passata avvolti con la tovaglia distesi e abbracciati a guardare le stelle, poi lui mi diede una cuffietta del suo MP3 e ascoltammo ben 2volte "thinking out loud" guardandoci negli occhi ad ogni "kiss me under the light of a thousand stars".Qualcosa mi riportò alla realtà, no non era soltanto mia madre che rompeva dicendomi che sprecavo troppa acqua, era qualcosa che mi distubava avevo dimenticato qualcosa. Certo come ho fatto a dimenticarmene 5 giorni al camping a partire da martedì, quindi il giorno dopo non avrei visto SJ, ciò mi metteva molta ansia e un po' di tristezza in quanto passammo gli ultimi due giorni trattandoci solamente come amici.
Uscii dalla doccia e con il mio accappatoio mi asciugai la faccia e le gambe, poi lo tolsi.
Mi avvicinai alla finestra dove avevo posato il telefono la quale spietta rossa lampeggiava, 1 messaggio non letto, "- hey piccolo, mi dispiace che in questi due giorni non ci siamo quasi rivolti la parola, domani ci vediamo, (niente "ma") 15:00 entrata Central Parck entrata Columbus circle, ti spetto-".il cuore mi batteva a mille, finalmente uscivamo insieme... cosa avrei dovuto mettere?!!.
Erano le 14:47 ero in ritardassimo dovevo ancora scendere da casa e prendere la metropolitana, e ci mancava solo mia madre col suo solito terzo grado " dove vai?con chi sei? Stai attento, sono contenta che tu abbia fatto molte amicizie..." insomma arrivai alle 15:10 ritardo pazzesco, si sa che questi americani sono molto pignoli sull' orario. Salii le scale della Sub e la grande statua di Cristoforo Colombo si mostrò imponente dinanzi a me, attraversai la piazza e in fondo in fondo un ragazzo magnifico. Mi diede un bacio sulla guancia -sei bellissimo- mi disse e li gli diedi io un bacio sulla guancia -grazie- e pensare che non ero vestito poi così elegante come è mio solito, indossavo una semplice felpa blù molto lunga e dei jeans molto attillati. Entrammo nel parco ed arrivammo a piedi fino a "the pond" , ci appoggiammo alla ringhiera e parlammo, ma io volevo stare un po' in intimità con lui così gli dissi -sai che proprio in qui c'è un punto dove si riesce a osservare tutto il lago?- naturalmente non lo conosceva. Intanto che ci incamminammo, non so perché, ma mi disse che gli sarebbe piaciuto tanto ritrovarsi sopra un pontile insieme a me a guardare il mare, magari con una lattina di birra e una sigaretta. Stava andando bene, ma le sigarette... comunque continuammo a parlare per molto tempo quando arrivammo nel posto, ci sedemmo l' uno accanto all' altro ma comunque troppo distanti e questo non mi piaceva, continuammo a parlare quando lui si alzò e si avvicinò alla riva con un sasso in mano, la rincorsa e la tecnica fu perfetta, 3 salti (certo che lo saprò fare anch' io...okay non ne ho la più pallida idea di come faccia,però poteva insegnarmelo) - provaci!- -non so farlo- si avvicinò a me e facendomi mettere di spalle prese la mia mano e mi aiutò a lanciarla, neanche un piccolo salto un pluf secco, ma stare tra le sue braccia mi importava di più. Risi, rimasimo un altro poco a tirar le pietre ( io, sempre pluf secchi) poi lo invitai a sedersi vicino a me. - e' bello qui mi piace tanto- mi disse - non è un pontile...ma- risposi guardando il suo viso che adesso guardavo solamente con la voglia di baciarlo, era come avessi capito che quello era il momento.-non c'è neanche la birra- mi disse,-possiamo comunque ricreare l' atmosfera- detto ciò ruppi quella insopportabile distanza ,mi avvicinai a lui e portai la mia testa sulla sua spalla, non riuscivo a sentire più il cuore da quanto mi batteva forte, restammo molto tempo in quella posizione con il nostro sguardo rivolto verso il lago,(aspettavo una sua mossa, infatti lo scrutavo con la coda dell' occhio e in qualche modo, forse telepaticamente, cercavo di dirgli " è questo il posto, forza...")il suo sguardo interruppe la vista del grande Pond, abbassò la testa verso di me cercando le mie labbra,alzai lo sguardo verso di lui, lo guardai dritto negli occhi, i suoi occhi castano mi incantarono come la prima volta che lo vidi, quel giorno provai di nuovo quella sensazione prima quando mi guardò negli occhi e poi quando mi baciò. Fu un bacio bellissimo, lungo, in quel bacio ci fu una tempesta di sentimenti che andavano sempre di più ingrandendosi ogni qualvolta le nostre labbra si toccavano.
Il tempo stava peggiorando e stava cominciando ad arrivare la stagione del vento. Mi teneva la mano tremando, - stai tremando, hai freddo- gli porsi il mio giubbotto, lui lo appoggiò sulle sue spalle le quali accolsero me, mi feci piccolo piccolo fra le sue braccia, mi facevano sentire protetto.
Mi innamorai lentamente di lui. Lui era la mia droga ed io ero la sua, insieme eravamo la dose più buona di eroina.
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OUR INFINITE LOVE
RomantizmNathan un ragazzo Italiano si trasferisce in una nuova città, nella nuova scuola americana comincia subito a conoscere molte persone e riesce anche ad attirare l’ attenzione di molte ragazze. fa amicizia soprattutto con il cugino di una sua amica (...