Assenza

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Scopro che per un mese non potrò toccarti e già mi sento mancare, già qualcosa mi ha lasciata. Il tuo lavoro ti porta lontano, devo sopportarlo. La tua è stata una notifica. Non mi hai consultata, hai avuto pochi riguardi nel dirmelo. Non stiamo insieme, non posso chiedere altro. Eppure sono mesi che ti appropri del mio corpo, hai penetrato anche la mia mente e sembri non voler uscire. E allora perché a volte ti comporti ancora come se ci conoscessimo da due giorni? Ti ho ceduto brandelli di me e forse non te ne sei neanche reso conto.

Io però ti vedo, ascolto quelle poche frasi che ti lasci sfuggire. Non sono solo sesso, anche se ti ostini a definirmi tale. Come altro potresti spiegare che prima di me avevi una donna a settimana, mentre da mesi l'unico corpo che tocchi è il mio?
Potresti dire che mi sto illudendo. In effetti, non ti ho mai chiesto direttamente se ti fossi visto con altre perché temevo la risposta. Tuttavia, me lo hai fatto capire in modi che è anche inutile elencare. Te ne dico uno. Parliamo troppo spesso perché tu abbia il tempo di vedere un'altra.
Eh già, parliamo tanto. L'hai detto anche tu che non è una cosa scontata. Abbiamo superato il limite del sesso dopo pochi incontri. So benissimo quando è successo. Era la quinta volta che ci vedevamo.
Già il fatto che ci fossimo visti tante volte in tre settimane doveva essere un indizio. Io però non mi accontento delle supposizioni. Ho capito che eravamo oltre dal modo in cui mi guardavi quella sera, da come parlavi quando non eri intento a scoparmi. Hai deciso di cenare a casa mia. Non l'hai chiesto, tu non chiedi mai. Volevi solo scoparmi ancora? Io non credo, ma è possibile. E allora ti dirò di più. Ti ho dato un bacio leggero mentre parlavi e non mi stavi guardando. Ti sei girato verso di me e negli occhi avevi una profondità tale da farmi rabbrividire. Ed erano colmi di dolcezza, tanta da non poter essere finta. E poi perché mai avresti dovuto fingere. Mi hai guardata, hai sorriso appena, ti ho visto rinascere.
Non so cosa ti avesse ucciso, non mi avevi detto chi ti ha ferito prima di me, prima di tutte quelle ragazze incontrate solo per sfogare il tuo corpo bisognoso. Tra le righe però mi avevi fatto capire che qualcosa era successo, anche se ti sei nascosto in una finta superficialità.
Quella sera ti sei spaventato. Te l'ho letta poco dopo la paura negli occhi. Hai avuto paura della mia gentilezza, della premura che mi hai riservato, di quanto mi avessi stretta a te mentre scopavamo. C'è stato un istante in cui la nostra unione è andata oltre quella carnale. Mi hai abbracciata, baciata, guardata come fossi acqua fresca dopo il deserto.
E quella sera sei fuggito. Codardo, non credi? Ti fermavi sempre a lungo. Non volevi mi sentissi usata. Dopo esserci lavati restavi nel letto con me a scherzare. Quella sera invece ti sei vestito tanto in fretta che non ho neppure capito che da lì a poco saresti sparito. Un bacio veloce e prima ancora di mezzanotte mi hai salutata.

Con te la pazienza è necessaria. Quando ho capito che mi piacevi molto più di quanto avresti dovuto, che mi interessavi ben oltre il sesso, ho anche capito che sarebbe stato difficile. Non avresti ceduto facilmente, avresti negato con tutte le tue forze che per te ero più del sesso. Eppure, lo ero diventata.

Adesso devo essere ancora paziente, sopportare la tua assenza. Magari ti aiuterà a capire. Che poi sai cosa? Mi va bene quello che siamo. Siamo legati, lo sappiamo, lo leggiamo tra le righe, in quella parola di troppo che altrimenti non ci sarebbe stata. Lo dici che per te sono importante, anche se lo dici a modo tuo. Andiamo d'accordo, parliamo, usciamo, abbiamo avuto solo discussioni superficiali. Allora perché voler essere qualcosa di più? Sento di essere tua e che tu sei mio, ma al tempo stesso sono libera. Non sento il bisogno di cambiare.
~
I primi giorni sono i più difficili ovviamente. Solo la chat allevia la freddezza che hai creato privandomi del tuo calore. Le settimane passano, tra conversazioni futili, erotiche, videochiamate oscene, giochi perversi. Mi dici che vorresti essere con me, quello che vorresti farmi. Se fosse solo sesso non ci saremmo sentiti questo mese. Magari ti saresti trovato una donna in quella città lontana. Non lo fai. Per sfogarti preferisci usare la tua mano e pensare a me.
Sento la mancanza delle mani sul mio corpo, di un cazzo che invada ogni mia apertura, del calore di un corpo nudo. Ogni giorno mi sembra di impazzire. Le chiamate non mi bastano più, il vibratore fa sempre meno. Non si possono paragonare le ore di sesso passionale con quel piccolo giocattolo. Non c'è modo di ricreare la sensazione delle labbra sul mio corpo, sul collo, sulla bocca. Quanto vorrei baciarti. Te lo scrivo e mi dici che per te è lo stesso. Rinasco.

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