Odio

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(L'immagine l'ho trovata su pinterest e ho visto che è di un artista che sta su instagram come @anna_remich)

When have I fallen?
Am I crawling on my knees?
Here I'm calling
In the hope that you'll see me

~"Fallen", Gert Taberner

°°°°

Odio l'effetto che hai avuto su di me, sulla mia vita. Odio che non sappia resisterti, non saperti dire no, non porti freni. Odio la tua freddezza. Ti odio. Eh sì, ti odio perché odio il potere che hai su di me. Odio pensarti in continuazione.
Te l'ho detto così tante volte che forse ha perso significato. Magari invece, se scandisco ogni singola lettera, comprendi ogni faccia di questo sentimento. C'è rabbia dentro, e c'é gelosia, fastidio, capriccio, interesse, passione, tenerezza, amore. Io ti O-D-I-O. Capisci ora?

Bambino viziato, giochi con me come fossi la tua bambola. Li vedi almeno, i miei sentimenti?
Quanto vorrei che tu fossi sincero. Potresti anche dirmi che di me ti importa tanto quanto di una bambola gonfiabile, almeno questi mesi avrebbero un senso. Non riesco a capirti. Forse è solo perché cerco di vedere qualcosa che non c'è, mi illudo finché non mi dimostri che non conto nulla e allora dico "ti contraddici". Invece no, sei sempre stato coerente. Non ho mai significato nulla per te.

Oggettivamente però, tante cose che hai detto mi hanno illusa. Avrebbero illuso chiunque, non solo una persona romantica come me. Invece tu le avrei dette con leggerezza, senza pensarci. Forse mi chiami "amore" solo per non sbagliare nome e confondermi con una tua vecchia fiamma.

Ti odio anche ora, che mi scrivi dopo giorni di silenzio chiedendomi di vederci. Ti odio e odio me stessa perché accetto. Più in basso di così non posso cadere infondo, tanto vale soddisfare il bisogno del mio corpo, del mio cuore.
Per la prima volta vengo a casa tua. Sono emozionata come una scolaretta. Sento che mi riveli una nuova parte di te e non smetto di sorridere. La tua stanza è come la immaginavo. Riflette i tuoi interessi e la tua mania per l'ordine. La cosa che amo di più è il profumo. Lo stesso che sento ogni volta che entri in casa mia. Ora però è in ogni oggetto e sono sicura sia anche in quelle lenzuola scure che aspettano solo noi.

Mi siedo lì, fingendo di non sapere cosa stia per accadere, emozionata come la prima volta. C'è elettricità nell'aria. Forse è un bene vederci solo per scopare. Se ci frequentassimo seriamente non ci sarebbe tutta questa eccitazione ogni volta, non credi?
Ti avvicini per farmi vedere un cd. Giochiamo ancora come se tra pochi secondi non ti avventerai su di me. Lo prendo e nel farlo ti sfioro le dita. Tanto basta a causarmi un brivido. So che lo hai notato, vedo il sorriso furbo di chi sa di aver già vinto. Vinci giochi a cui non so nemmeno di giocare. "Ti odio".
Un paio di secondi di silenzio ed i giochi sono finiti. Mi togli il cd dalle mani, lo posi accanto a te, miri alle mie labbra. Tremo per quel bacio, tanto semplice quanto intenso. Mi eccito tanto da sentire la mia intimità bagnarsi solo perché la tua mano mi raggiunge il viso. Gemo solo perché mi hai fatta stendere sotto di te.
Odio reagire tanto ad ogni tua minima mossa. Come fai? Spiegamelo per favore, così magari imparerò a resistere.

Via i vestiti, via le inibizioni, via i convenevoli. La nostra voce serve solo a gemere ora, solo a dire quanto stiamo godendo per il contatto tra i nostri corpi.
Non ti servono tanti preliminari con me, sono già grondante di umori. Con le dita li catturi e sotto i miei occhi attenti li porti alla bocca per sentirne il sapore. Sono incantata dai movimenti della tua lingua. Ridi, mi fai notare quanto sono eccitata. Lo so stronzo, e mi sembra che anche tu sia nella stessa situazione. Non te lo dico però. Arrossisco e abbasso lo sguardo.
Mi porgi le mani per farmi alzare. Stendi una sedia sul letto, poggiando lo schienale alle lenzuola. Mi leghi ad essa costringendomi carponi. Le mie gambe sullo schienale, le braccia legate alle gambe della sedia. Per farmi stare comoda mi metti un cuscino sotto le ginocchia ed uno tra il viso e la sedia. Odio le tue premure. Mi chiedi se sono comoda. Si maledetto, è perfetto.
I capelli tuttavia sono fastidiosi, continuano a raggiungermi la bocca. Te lo dico e prendi un elastico dalla mia borsa, mi fai una coda. «È la prima volta che lego dei capelli quindi non ti lamentare» dici scherzando. Ed io ti detesto ancora di più mentre sorrido, perché mi fai sentire speciale.

Sali in piedi sul letto. Ai miei occhi sei perfetto, eppure so che sei solo un normale ragazzo. Non ora, non per me. Per me sei più affascinante di qualsiasi persona al mondo. I tuoi occhi sono più profondi dell'oceano, più neri dei miei demoni.
Mi afferri il viso facendomi aprire le labbra e senza chiedere ci infili la tua erezione ormai scalpitante. Mi piace quando non chiedi. Arrivi e mi fai tua con prepotenza. Sono tua, perché fingere?
Mi scopi la gola togliendoti quando senti che non respiro più. La tua mano continua a stringermi senza far male. Cerchi di resistere, vuoi che quel preliminare duri, vuoi ritardare il tuo orgasmo perché sai che sarà più intenso. Mi dici quanto è difficile trattenerti e sorrido, allungo la lingua cercando di catturare il tuo cazzo. Me lo fai scorrere sulle labbra, ti godi la vista della mia bocca spalancata per te, poi ti ritrai.
Ed io attendo che ti riprendi, con saliva e tracce di sperma che iniziano a colarmi sul viso. Poi ricominci più forte di prima. Non ce la fai più. Esplodi. I primi fiotti mi scendono in gola mentre gli ultimi li trattengo. Hai ancora il viso contratto dall'eccitazione quando esci da me «fammi vedere» ordini. Lo avrei fatto ugualmente ma mi piace che tu me lo dica, aumenta la mia voglia e l'eccitazione ormai al limite.

Apro la bocca tirando appena fuori la lingua e vedi il frutto del mio lavoro. Ti abbassi sedendoti sul letto, raggiungendo la mia altezza. Mi baci e la tua lingua cattura il tuo stesso sperma che mentre ci divoriamo le labbra inizia a colare, a mischiarsi alla saliva, a nutrire le perversioni di entrambi.

Ti odio, sfacciato.

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