Dolcezza

5.3K 68 16
                                    

Sto ancora sognando? No.. gli occhi li ho aperti, sei reale. Sei qui, mi sorridi «buongiorno kitty.. sarebbe ora di alzarsi». Non trattengo un sorriso e mi copro il viso con il piumino. Non voglio che tu mi veda così, avrò un aspetto orribile.
Sento l'aria fresca invadermi le narici e capisco che hai aperto le finestre. Vuoi farmi alzare a tutti i costi a quanto pare. Sbricio da sotto le coperte e la stanza ora è inondata di luce. Tu davanti la finestra spalancata sembri il sole. Hai quella maglietta che a me sta larga ma per te è appena sufficiente, sei così buffo alla luce del giorno che non posso non ridere.
Mi tiri giù le coperte rivelando il mio corpo seminudo «che fai, mi prendi in giro?».
Ancora non parlo e cerco di coprirmi, mugolo sperando che tu capisca. Passare dal tepore del letto all'aria fredda è drammatico dopo un minuto che ho aperto gli occhi. Protesto a versi, poi finalmente mi decido a parlare «no.. coprimi si gela..» ti dico affondando la faccia nel cuscino e stringendomi le braccia.

Mi assecondi per fortuna e ti infili sotto il piumino con me. Non riesco ancora a credere che tu abbia realmente dormito a casa mia. So che il motivo non è dei più nobili, volevamo solo più tempo per recuperare l'astinenza forzata, eppure sono felice.
Lo sono ancora di più quando ti fermi a guardarmi, con quel sorriso che vorresti far sparire ma non ci riesci «sei un sacco carina sai.. anche appena sveglia». Arrossisco, che altro potrei fare? Chino la testa e cerco di sistemare i capelli che saranno senza dubbio un disastro.
«Puzzo..» mormoro e ridi di nuovo «sì amore, ma dovresti immaginare che mi piaci anche così» mi baci e assecondo ogni tuo gesto, ogni carezza, il tuo corpo che sovrasta il mio. Ne sono certa, questo è il miglior risveglio della mia vita.

Stranamente lasci che vada al bagno in pace, così mi lavo per poi tornare da te. Ti trovo in cucina e ovviamente fare i complimenti ormai è superfluo, non ti comporti come un ospite. Sai dove tengo il cibo, la tovaglia, le posate. Dopo quello che mi hai fatto ieri sera sarebbe sciocco avere riserbo per una colazione. Ti sei vestito e non posso che apprezzarlo. Mi piace che ti prenda cura del tuo aspetto, che tu voglia sempre essere attraente per me.
Ti preparo finalmente il caffè di cui mi sono vantata e che non hai mai avuto occasione di provare. Di solito non vieni da me all'ora del caffè.
Parliamo, scherziamo, giochiamo. È tutto così naturale con te che anche i momenti di silenzio non mi turbano. Rubi uno spicchio di mela dal mio piatto, sorrido e scuoto la testa. Non ti sei mai fatto problemi a rubarmi il cibo, neanche la prima volta che siamo usciti.

Mi aiuti a sistemare e mi basta un secondo per capire che i giochi sono finiti. Ti guardo e un velo ha di nuovo oscurato i tuoi occhi. Mi accarezzi, mi baci. Poso alle mie spalle la tazza senza curarmi di intruppare qualcosa o che cada nel vuoto. Per fortuna la sento solo cadere nel lavandino e non si è rotta. Ridiamo. Mi prendi per mano e mi porti in camera.
Ti sdrai su di me, mi sfili il pigiama. È assurdo vederti così alla luce del primo mattino. Ora potrai vedere ogni mio difetto e quasi mi spaventa. Poi penso che ai tuoi occhi i difetti non sono tali. Penso a come hai ammesso ti piaccia la cicatrice chirurgica di anni fa e mi rilasso. Sei strano, mi piace.

Ti spoglio bisognosa. Non perdi tempo ed entri in me, tanto sai che ti aspettavo. A noi serve sentirci pelle su pelle, carne nella carne. Con la mia gamba sulla spalla affondi senza tregua. Siamo ancora lontani dal concludere, lo sappiamo. Ci saranno preliminari, giochi, ci saranno altre posizioni. Prima però dobbiamo unirci.
Volti la testa, il mio piede è lì, preme sulla tua spalla mentre ti muovi selvaggio. Appena la tua lingua percorre la pianta un brivido nuovo mi attraversa, seguito da mille altri mentre fai scorrere la lingua tra le dita, le succhi, dai lievi morsi. Io ti guardo e mi sciolgo.

Non è solo la sensazione della tua lingua a farmi tremare. Ricordo la prima volta che lo hai fatto. Mi hai sorpresa, tanto. Per un istante mi sono chiesta perché, poi me ne sono completamente fregata. Era bellissimo, eccitante, che mi importava del motivo?
Che mi importava se per tutta la vita mi avevano detto che era uno strano feticismo?
Mi stavi facendo impazzire, tanto bastava.
E la cosa più bella è stata confidarti che mi era piaciuto. È stato incredibile perché mi hai mostrato un sorriso bellissimo, radioso e quasi timido, che per te è cosa rara. Mi hai confidato che non lo fai. Mai. Lo avevi fatto con una sola persona.
È stato difficile placare il mio battito. Ne avevi avute di occasioni, lo so per certo, invece per te quella era una cosa speciale e l'avevi fatta con me. Con me. La mia mente continuava a ripropormi quelle parole e stavo per scoppiare. Sono tante le cose che vuoi fare con me, solo con me. Lo dici spesso ed è la frase a cui mi aggrappo quando penso che di me non ti importi nulla.

Perdo la cognizione dello spazio e del tempo, ricordo a malapena i modi in cui mi hai resa tua e come siamo finiti in questa posizione. Sei steso sotto di me, affondi le dita nei miei glutei lasciando impresse le tue mezzelune, il tuo viso è tra le mie gambe ed io non ricorderei nemmeno il mio nome se me lo chiedessero. Mi tengo a malapena sulle ginocchia, rese deboli dalla tua sola presenza. Vinci la mia resistenza ad appoggiarmi su di te. Non voglio pesarti ma quella sembra la tua ultima preoccupazione.
Ti preoccupi piuttosto di muovere la lingua nel modo in cui sai mi farà gemere senza controllo.
Abbasso gli occhi e trovo i tuoi fissi su di me, a cui è impossibile fuggire. Porto una mano al viso per coprirmi «non mi guardare così..» mormoro gemendo, con sorriso imbarazzato che non vuole sparire. Scosto la mano e ti guardo ancora. Non mi dai scampo, tieni gli occhi aperti e non hai il minimo cenno di vergogna mentre continui a muovere la lingua.
Appoggio la fronte al muro e mi rassegno. Mi guarderai e forse ai tuoi occhi sembrerò eccitante, con il volto completamente rosso e le bocca aperta dal piacere che vuole uscire a tutti i costi.

Ti sposti, risollevandoti sulle ginocchia e raggiungendo le mie spalle. Mi baci e nello stesso momento entri in me ancora una volta. Raggiungi le mie mani poggiate al muro e afferri i miei polsi, stringendoli tra le dita di una mano. Sento che sto per avere uno di quegli orgasmi tanto intensi che solo tu sei stato in grado di regalarmi e gemo ancora più forte, mi mordo il labbro perché mi piace quel sottile dolore.
Con l'altro braccio mi stringi a te tanto forte che potresti spezzarmi. La tua lingua nell'orecchio mi fa perdere la testa e vengo, accompagnando il tuo stesso orgasmo che si riversa in me come un fiume in piena.

Questa mattina è speciale, la stai rendendo tale. Rendi me felice, da morire, da impazzire..

ImpazzireDove le storie prendono vita. Scoprilo ora