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Dopo quelle ore stancanti di scuola, Hyuck arrivò a casa, si mise il pigiama e si addormentò in un batter d'occhio.







-Haechan, vieni qui- urlò il suo amico di un tempo.
I due si trovano nella vecchia casa di Hyuck, seduti con la schiena contro il muro a guardare video divertenti.
Avevano l'età di 14 e 15 anni. Adolescenti.
I due erano inseparabili, erano migliori amici, litigavano spesso, ma facevano subito pace dato che entrambi avevano un'attrazione per l'altro.

D'un tratto il ragazzo più grande chiuse il telefono e si mise davanti al più piccolo.
-Haechan, devo dirti qualcosa...-
-Dimmi hyung- disse il più piccolo per poi mettersi in una posizione più comoda.
-Haechannie, i-io dovrò pa-artire per il Canada- diceva mentre la sua voce incominciò a cambiare tono.
-Una vacanza, ci starai qualche settimana- sorrise Haechan e questo fece spezzare il cuore del maggiore.
-No Haechan, dovrò partirci per sempre- disse per poi far cadere il suo sguardo a terra.
-È uno scherzo, v-vero?-

Al maggiore caddero delle lacrime dagli occhi mentre Hyuck già singhiozzava.

-Non mi lasciare hyung, perfavore- diceva tra singhiozzi, allora il maggiore lo prese e l'abbracciò.
-Non posso, domani dovrò partire-
-D-domani?-
-S-si-
Hyuck pianse ancora di più, non riusciva a smettere idem il suo hyung.
Iniziarono a calmare la situazione, per poi staccarsi dall'abbraccio.
Hyuck era davvero triste come lo era anche il maggiore d'altronde.

D'un tratto il maggiore si avvicinò al più piccolo e limitò la distanza delle loro labbra.
Gli lasciò un piccolo, ma dolce, bacio, per poi abbracciarlo nuovamente.
-Ti amo Donghyuck-
-Ti amo anche io Minhyung-






Hyuck si svegliò di colpo con le lacrime agli occhi... stava piangendo.
Sentiva la sua schiena sudata.
Si sentiva male, confuso, arrabbiato, con un respiro pesante. Aveva un mix di emozioni negative dentro.
Era stato un ricordo. Un ricordo terribile.


Non ci mise tanto per ricordare chi era quel Minhyung, dato che la sua faccia gli era rimasta impressa.
Nemmeno lui ci voleva credere ma era così...

Era davvero...











Mark Lee.

𝑅𝐸𝑀𝐸𝑀𝐵𝐸𝑅 𝑀𝐸~ᴍᴀʀᴋʜʏᴜᴄᴋDove le storie prendono vita. Scoprilo ora