Capitolo 8.

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Erano ormai due mesetti che Chiesa aveva lasciato Chiara e che io, in teoria, non ero più la sua amante, ma la sua ragazza. Le cose, però, non andavano proprio come avrei sperato, non sentivo quella felicità immensa nel vederlo più spesso, non mi sentivo libera, per nulla. C'era qualcosa che non andava e per quanto mi sforzassi di capire cosa fosse, non capivo.

- Posso sapere che ti prende?- chiesi, ad un tratto, scocciata dal suo comportamento. Stavamo tornando a casa dopo la partita, ero stata allo stadio per vederlo giocare, ma come sempre non mi aveva degnato nemmeno di uno sguardo quando stava in campo, nemmeno al momento dei goal.

Appoggiai la mano sulla sua coscia, ma lui me la levò di scatto e riportò entrambe le mani sul volante. Non capivo a cosa fosse dovuto quel suo comportamento. Assolutamente.

- Non ho voglia di parlare.- non si girò nemmeno verso di me. Era proprio nervosissimo. E no, non era la partita la causa. Avevano pareggiato 2-2 con la Juventus, grazie a una sua doppietta. Pensavo che sarebbe stato felicissimo di questa cosa, invece.

- Se devi stare così, preferisco che mi riporti a casa mia, perché non voglio andarci da te.- ribattei, infastidita. Non avevo fatto assolutamente niente per meritarmi di non rivolgermi la parola.

Fece spallucce - come ti pare!- furono le uniche parole che disse, prima di alzare il volume della radio. Respirai profondamente davanti al suo gesto, per calmarmi, poi spensi la radio, cosa che lo fece girare per un secondo verso di me. - La stavo ascoltando.-

- E io stavo cercando di capire cosa diavolo hai. Perché se qualcuno qua dovrebbe essere arrabbiato, quella sono io. Ma lascio perdere, per non litigare, perché cerco sempre di dare una giustificazione ai tuoi gesti. Quindi tu dammi un motivo per cui merito di essere trattata così di merda.-

Rise nervosamente e parcheggiò la macchina nel primo posto libero. Quel gesto mi fece capire che avremmo litigato, sennò perché fermarsi? Voleva concentrare tutta l'attenzione su di me. - Perché dovresti essere incazzata tu, sentiamo?!-

- E me lo chiedi pure? Da quando stiamo ufficialmente insieme, non è cambiato praticamente nulla. Allo stadio nemmeno mi guardi, nemmeno quando ce n'è la possibilità, non usciamo mai, preferisci sempre che io venga da te, mai tu da me, non hai parlato della nostra relazione ufficiale nemmeno a tutti i tuoi compagni di squadra, mi spieghi perché? Due mesi fa eri entusiasta di noi, ora mi sembra peggio di quando eravamo amanti, continui a nascondermi.-

- Eh, queste mi sembrano belle motivazioni per incazzarsi.- rispose con un sarcasmo tagliente che mi fece solo urtare di più. - Non usciamo mai, perché sono distrutto dall'allenamento, pensavi che diventando la mia ragazza avrei messo il calcio in secondo piano? Ti do una notizia: questo è il mio lavoro. E per quanto riguarda i miei compagni, non tutti devono sapere tutto di tutti.-

Spalancai gli occhi davanti alle sue parole e, per la prima volta, la mia prima reazione fu quella di volergli dare uno schiaffo, ma rimasi ferma. - Sei uno stronzo, davvero mi parli così? Da quando ti conosco ti ho sempre sostenuto per il calcio, perché so quanto vale per te il tuo mestiere, e tu lo sai bene. Non capisco perché ora ti comporti così, per me stai solo cercando scuse, ma la realtà è che non vuoi che la gente sappia. Non vuoi che tutti sappiano che hai lasciato Chiara per me, non vuoi che capiscano. Non sarebbe bello che il nome di Federico Chiesa fosse infangato in questo modo.-

- Non sai quel che dici.- fu la sua unica risposta, mentre io girai il viso verso il mio finestrino, stanca di sentire cattiverie provenire dalla sua bocca. - Ma poi che ti importa delle mie attenzioni, se hai quelle di Simeone?-

Mi girai lentamente verso di lui e in un attimo capii tutto. Mi stava facendo una scenata del genere perché ultimamente avevo stretto amicizia con uno del suoi amici/compagni di squadra!? Durante alcune partite avevamo passato del tempo in tribuna insieme, a causa di una squalifica ai danni di Simeone. In quel frangente ebbi modo di conoscerlo e rendermi conto che era un bravissimo ragazzo e un ottimo amico. Niente di più, niente di male.

Un altro amore|| Federico ChiesaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora