CAPITOLO 3

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Una voce familiare mi chiama, apro gli occhi e mi ritrovo Anna che mi scuote debolmente.<buongiorno Anna.> mi alzo e mi guardo allo specchio, dire che assomiglio ad un mostro è dire poco.<Ti ho preparato la colazione in cucina, oggi la farai con me.> se ne va e io ne approfitto per truccarmi. Sono veramente inguardabile. Chissà perché devo fare colazione con Anna, forse dopo ieri sera vogliono prima parlarne tra di loro. Mi aggiusto e scendo di sotto in cucina. È molto grande è moderna. Sul grande bancone in marmo vedo una tovaglietta rossa con una tazza di latte e di caffè, qualche croissant e un succo d'arancia. Mi siedo sullo sgabello in cerca di Anna, ma non la vedo. Inizio a mangiare, ma quando finisco non c'è ancora alcuna traccia di Anna. Decido di sparecchiare e di lavare le stoviglie che ho usato. Sento una voce maschile dirigersi verso la cucina. Improvvisamente penso a come sono vestita, se il signor Parson mi vedesse vestita così? Che tremenda vergogna, arrossisco solo a pensarci. Cerco qualcosa da mettermi addosso senza risultato.<Si si, tra dieci minuti arrivo. Si, prima devo passare da Michael a prendere alcune carte.> la voce arriva alle mie orecchie molto più vicina di quanto credessi. È Damon Parson. Faccio finta di niente e finisco di lavare i piatti. Sento che chiude la telefonata, ma sono troppo orgogliosa per girarmi, ma quando i piatti da lavare sono finiti devo inequivocabilmente girarmi per tornare in camera; alle mie spalle mi ritrovo lo sguardo penetrante del moro.<Buongiorno.> lui al suono della mia voce mi scruta ancora di più.<Per le prossime volte ti inviterei a vestirti in modo consono al ambiente, qui non si tollera un abbigliamento così sciatto.> rimango sconvolta alle sue parole, questo significa che posso rimanere qui. Sussurro un semplice ok ed esco dalla cucina, ma la sua voce mi ferma nuovamente. <Chi è Chloe?> rimango ancora più sconvolta a sentire questa domanda.<Tu come sai il suo nome? Hai origliato le mie conversazioni?> ma come si permette? Io me ne sono andata dalla sala da pranzo per non intromettermi e lui si mette ad origliare in camera mia?<Questo è irrilevante, non importa come lo abbia saputo. Comunque non c'è bisogno di lavare i piatti, abbiamo chi lo fa come lavoro. Detto ciò, sappi che in questa casa vigono delle regole e ti pregherei di rispettarle. Anna avrà il compito di illuminarti sulle cosiddette regole. Buona giornata.> rimango ferma a guardarlo mentre esce dalla stanza e al suo posto entra Anna.<Bambina mia, ma cosa ti sei messa? Hai un armadio stracolmo di vestiti. E poi questa roba da dove l'hai presa, non credo la signora ti abbia comprato qualcosa del genere.><Questo è il mio pigiama, sono i miei vestiti.>

<Ora non ti serviranno più, la signora Parson ha arricchito il tuo armadio con tantissimi vestiti nuovi, quelli vecchi li puoi anche buttare, non ti serviranno più.> ho capito, qualsiasi cosa che faceva parte della mia vita prima dell'arrivo in questa casa deve essere buttata via. Vado assieme ad Anna nella mia stanza.

<Anna, ma dove sei stata? Mi avevi detto di scendere per colazione, ma non c'eri.>

<Piccina, dovevo servire la colazione ai signori e poi mi dovevano dare delle nuove disposizioni per te. Dopo quello che è successo ieri sera, i Parson hanno deciso di riprovarci stasera. Anche perché domani hanno una cena di lavoro.> intanto che mi parla cerca qualcosa nel armadio. <Ecco, trovato. Secondo me questo è perfetto per stasera.> mi mostra un vestitino bianco, viola e verde a fantasia floreale. La gonna è molto morbida e la parte superiore ha una scollatura a V molto stretta. Mentre Anna sistema il vestito di stasera, io prendo qualcosa da indossare al momento, un pantalone bianco a zampa di elefante, una maglietta aderente nera e un paio di tacchi neri. Temo che se continuerò a vivere qui, dovrò abituarmi ai tacchi.

<Anna, posso farti una domanda? Ma cosa è successo alla fine ieri sera?> le mi guarda e si siede sul soffice piumone.

<Dopo che te ne sei andata non ho sentito più nulla, il signorino Damon è uscito e si dirigeva verso camera tua, pensavo volesse parlarti ma a quanto pare non è mai arrivato.>

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