CAPITOLO 5

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Ormai è più di una settimana che vivo in questa casa e non esco neanche per prendere un po' di aria fresca. Dopo aver incontrato gli amici di Damon sono rimasta sconvolta. Tutte le cose che ho sentito mi hanno lasciata senza parole. Comunque io e Talìa ci siamo scambiate i numeri di telefono e molto spesso ci scriviamo, credo di aver trovato la mia prima amica. Con Rosm le cose non vanno molto bene, non risponde né ai miei messaggi tanto meno alle mie chiamate, temo che mi possa nascondere qualcosa. In questi giorni Anna mi ha chiarito alcuni dubbi in quanto alle regole di questa casa. Io e Damon non ci parliamo quasi mai perché è sempre occupato con l'università e l'azienda del padre.

<Piccina, mangia qualcosa. Sei così magra.> mi invita Anna. Per farla contenta decido di mangiare qualcosa. Stamattina a colazione i signori Parson mi hanno parlato di quanto successo una settimana prima in città e sono giunti alla conclusione che non possono tenermi rinchiusa, così mi lasciano uscire quando voglio, a patto che informi Anna. Ho addirittura un autista personale. Mi hanno regalato una carta di credito che posso usare per comprarmi quello che voglio. Sono veramente gentili con me, più Richard che Penelope. 

<Anna, tu credi che Damon mi odi?> le chiedo cogliendola di sorpresa. Lei mi guarda per qualche secondo e mi si avvicina.

<No, piccina. Il signorino Damon non potrebbe mai odiarti, sei così gentile e buona.>

<Allora perché una settimana fa mi ha lasciata da sola in mezzo alla strada? Da allora non mi ha più rivolto la parola, neanche per darmi il buongiorno.> rispondo prontamente. Quando sembra che vada tutto bene, le cose iniziano a guastarsi. Da un lato sono felice di essere "libera", se questa si può definire libertà; ma dal altro temo che l'accordo tra i Parson e la mia famiglia salti per colpa di Damon. Anna non mi risponde e così la lascio stare. Torno in camera mia e prendo qualcosa da mettermi addosso per andare in città. Mi guardo allo specchio, il vestitino nero a quadri bianchi mi scende perfettamente, ci aggiungo una cintura spessa in vita, un paio di stivaletti bianchi abbinati ad una borsetta del medesimo colore. Prendo il telefono, la carta di credito e la copia delle chiavi che mi hanno dato stamani e le metto nella borsetta. Salgo in auto ed apro il finestrino. Dopo l'ultima volta preferirei guardare bene la strada, per memorizzarla e non smarrirmi più. Tobia parcheggia e gli comunico l'ora per cui deve tornare a riprendermi. Inizio a girare i negozi di abbigliamento, ma ben presto mi rendo conto di avere più di un guardaroba pieno. Vado in una libreria e inizio a guardarmi attorno. Vorrei tanto scrivere anche io qualcosa, non un libro perché non ho molta immaginazione. Preferirei iniziare con un diario o qualcosa del genere. Vado verso la sezione cartoleria e inizio a guardare tutti i diari, poi ne vedo uno azzurro che mi fa subito impazzire e decido di acquistarlo. Dopo questa lunga passeggiata mi viene una gran fame. Forse aveva ragione Anna, avrei dovuto mangiare qualcosa. In lontananza vedo un'insegna luminosa e mi avvicino. È un pub molto carino, ci entro e mi siedo. Ordino un hamburger stratosferico e una marea di patatine fritte. Aspetto che arrivi il mio ordine e intanto controllo gli sms sul cellulare. Niente. Rosmary non mi ha neanche scritto un ciao. La chiamo, stavolta decisa a farle una bella ramanzina ma una voce, la sua voce risponde. Zach.

<Zach, cosa ci fai con il cellulare di Rosm? Lei è con te? Cosa state facendo?> sento in lontananza la voce di Rosm che gli chiede chi sia al telefono e dopo averle detto il mio nome riattacca. Chiamo Zach, ma non risponde. Lo immaginavo. Cosa mi nascondono quei due?

<Ecco a te.> l'enorme piatto con l'hamburger e le patatine mi viene piazzato davanti da un ragazzo. Lo ringrazio e inizio a mangiare. Finisco il mio secondo pranzo e vado alla cassa per pagare. Lo stesso ragazzo mi lascia lo scontrino e lo metto in borsa. Passo il resto del pomeriggio a guardarmi intorno fino al orario prestabilito. Salgo sulla solita macchina nera che mi riporterà in quella prigione. Appena arrivati salgo i camera senza salutare nessuno e inizio a scrivere il mio diario. Racconto tutto quello che mie è successo, l'arrivo in questa casa, la cena di lavoro, tutto. Appena finita la terza pagina mi sento più rilassata. Dopo un quarto d'ora o poco meno, Anna fa il suo solito ingresso in camera mia per aiutarmi a vestirmi per la cena. Ho iniziato un nuovo libro e mentre Anna sceglie il vestito più adatto, io continuo a leggere.

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