Alla fine parlando con Phill ho optato per un pantalone nero e una felpa verde corta.-perché non mi hai parlato prima di questo ragazzo? Sono il tuo migliore amico, sono praticamente tuo fratello Ros!
-lo so Phill ma te l'ho già detto, non mi sembrava niente di così importante da dovertelo raccontare.
-va bene, me la pagherai quando tornerò, ma va bene. Sei agitata?
-no, per niente...
Dice colei che sta massacrando le sue povere unghie.
-figurati, si sente ad un miglio di distanza che non sei assolutamente agitata, ansiosa e spaventata. In fondo che potrà mai capitare? Che sia un maniaco e voglia ucciderti? Che sia un delinquente e voglia rapirti per chiedere il riscatto a tua madre?
-Philip mi hai stufata!
-o che sia ciò che meriti veramente e hai sempre aspettato? Un bravo ragazzo, gentile e cortese. Che ti manda un mazzo di fiori, i tuoi preferiti per giunta. Qualcuno che ti leverà dalla testa quella sottospecie di scimmia addomesticata.
-Phill, ora devo andare. Sono le 19:20, arriverà tra poco e devo ancora finire di prepararmi, non voglio farlo aspettare e fare una brutta impressione al primo...
Ma mi blocco prima di dire qualcosa di cui non voglio accettare l'evidenza.
-si si okay. Ho capito che il discorso non ti conviene, soprattutto se si parla del tuo adorabile fidanzato rompi cazzo. Comunque, hai ragione, l'ultima parola era "appuntamento" e non farlo aspettare troppo. Sei bellissima, divertiti, a domani.
-grazie di tutto Philip, a domani, un bacio.
Philip, conoscendo l'attuale atteggiamento di Michael, non accetta la nostra relazione. Non che l'abbia mai fatto. L'anno scorso hanno fatto a botte alla festa di Britney perché Michael aveva sceso un po' troppo le mani su di me, e Philip, fin troppo protettivo, gli si è fiondato addosso cominciandolo a colpire con un gancio sinistro che non scherzava affatto. Poi tutti e due ubriachi marci, sono stati accompagnati a casa dai rispettivi amici.
Philip di solito è un tipo gentile e molto alla mano, ma quando si parla di me, ecco... tende ad essere proprio come un fratello maggiore.
"ragazzina, ho ben quattro anni più di te. Devo proteggerti. Sei la mia sorellina". Solita frase che diceva quando litigava con Mike per il comportamento che aveva con me, oppure quando semplicemente andavamo insieme al Go to the hell, il locale più famoso di Detroit, ed io bevevo un po' troppo. Mi sono sempre sentita protetta se stavo accanto a lui.
...
Mi manca solo da mettere il rimmel, il profumo e sono pronta.
Mentre metto il profumo come una perfetta idiota me ne spruzzo un poco nell'occhio, facendolo diventare rosso. Complimenti Ros! Spero solo che il rossore vada via prima che arrivi Andrew. Quindi metto il rimmel e sto davanti lo specchio ad osservare il mio occhio, aspettando che il rossore scompaia, mentre mi aggiusto qualche riccio capriccioso, anche se so in che stato saranno i miei capelli a fine serata. Povero ragazzo, si scandalizzerà quando assumerò le sembianze di un leone appena sveglio.
Sento il campanello suonare. Scendo quasi cadendo dagli ultimi tre scalini, prendo il giubbotto nero che avevo lasciato all'entrata ed apro la porta.
Oh cazzo. Credo di essere morta ed essermi risvegliata in paradiso.
Ho davanti Andrew con addosso una camicia bianca che fascia perfettamente il suo petto e sopra un giubbotto nero di pelle, un paio di pantaloni neri e delle Nike bianche. Ha il ciuffo ben sistemato con.. qualcosa tipo gel, credo, e ha quegli occhi oceano lucenti e allegri che mi fanno rimanere sempre senza fiato. Il mio Mr. Occhi di ghiaccio non è per niente male.
È venuto in moto, infatti ha due caschi in mano. DEVO STARE CALMA ma credo che mi stia anche scolando della bava dalla bocca, soprattutto a causa del suo buonissimo profumo magnetico, uguale a quello che aveva a scuola, quando ci siamo presentati.
-ehy Richards, ti piace quello che vedi? Beh, come biasimarti.
Mi sorride malizioso, ma stai giocando con la ragazza sbagliata caro il mio Fitz.
-hai abbottonato male la camicia.
-c-cosa?! Oh cazzo dai, io non abbottono mai male la camicia, che figura di...
Abbassa lo sguardo sulla camicia notando che è abbottonata perfettamente. Rialza lo sguardo su di me con un sopracciglio alzato come se fosse in cerca di spiegazioni.
-allora? Fai tanto il ragazzaccio malizioso ma se una ragazza ti dice che hai qualcosa fuori posto, in un secondo perdi tutta la tua sicurezza?
Dico con un falso broncio .
-tu sei una vera stronza, eh Richards?
Mi dice sorridendo.
-già, giochi con la ragazza sbagliata Fitz. Attento al fuoco che prima o poi ti bruci.
-so come trattare col fuoco, non ti preoccupare Richards, ora metti questo -mi porge il casco- e sali dietro di me.
Inclino leggermente la testa per vedere dietro le sue spalle e avevo ragione, è venuto in moto. E che moto.
-porca tr...
-Signorina! Moderi i termini -mi dice imitando la voce fastidiosa della Tumberg- so che la mia splendida Sindy colpisce nell'estetica ma devi ancora provare il brivido che ti percorre tutta la schiena quando metti gas e lei va, va liscia sull'asfalto, e quando sfiori i 200 km/h è una favola! Devi sapere che quando... ma mi ascolti?
Sono praticamente immobile a fissarla, non solo perché è bella ma soprattutto perché..
-hai seriamente dato un nome alla tua moto?
-che c'è di male? -mi guarda confuso- ci tengo alla mia moto.
-caro mio Andrew Fitzgerald, sei un tipo proprio strano.
-e dimmi, cara la mia Roxanne Maria Richards, vorresti continuare a scoprire tutte le mie stranezze?
Stavolta con un tono serio, con le sue iridi color del mare puntate nei miei occhi. Non ci penso neanche mezzo secondo.
-certamente -dico con un sorriso timido.
-bene. Monta in sella Richards. Stasera ti porto a conoscere il solo ed inimitabile Andrew Fitzgerald.
-ahahah, andiamo pazzoide!
Metto il casco e salgo dietro di lui, mettendomi più comoda possibile cercando comunque di mantenere un certo distacco. Mi prende le mani e me le posiziona sul suo addome.
-tieniti forte, la mia Sindy non scherza.
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Slackline
Romance"Lo capisci che è il tuo modo di guardarmi così che mi fotte ogni volta? Cazzo Roxanne.." Non osavo aprire bocca. Non diceva quasi mai delle parolacce, solo quando era arrabbiato. Era il suo turno di sputare fuori le emozioni, ed io di certo non l...