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Voce esterna.
Mia era ancora nelle mani di Danny, quell'uomo che torturava la sua vita nei peggiori dei modi. Quell'uomo che nessuno potrebbe mai definire tale.
Mia si dimenava dalla sua presa, ma non aveva via di fuga, Danny la voleva tutta per se.
Mia Jackson era una donna forte,ma lei non l'ammetteva, mai. Aveva lottato contro suo figlio, già, suo figlio..
Le mancava tanto, ed a lui mancava la sua mamma, la sua roccia.
Oliver era nella mani di Jeff, come lo era anche Sophie, la piccola bambina del coraggioso Zayn Malik.
Jeff Collins non avrebbe mai fatto del male a due poveri bambini innocenti, ma quell'uomo malvagio di nome Danny, gli ordinò di mandarli in delle case famiglia.
Jeff si oppose subito a questo ordine, ma Danny lo minacciò, dicendogli che avrebbe ucciso Mia se non l'avesse fatto.
Il povero ragazzo non aveva scelta, che avrebbe dovuto fare? Sicuramente, lasciare da soli due bambini non era la cosa migliore, ma abbandonare Mia, lo era?
Intanto, il coraggioso uomo tatuato, Zayn Malik, era appena uscito dalla galera e si era messo immediatamente alla ricerca della donna dai capelli rosso fuoco. Ma, non prima di aver recuperato i due bambini.
Lasciò da solo Jeff, il quale gli spiegò le intenzioni di Danny, ma lui non ne volle sapere: corse fuori dall'hotel con Oliver e Sophie in braccio.
Chiese ancora informazioni sulla sua amica.
Aveva avuto fortuna: aveva trovato la casa dei suoi genitori.

Zayn's pov.
«Mia? È mia figlia, perchè la cercate?» Chiese la donna. Era abbastanza bassa, con degli occhi verdi ed i capelli marroni. Non somigliava per niente a Mia.
«Sono un caro amico di sua figlia. Non so dove si trovi Mia, vede, questo è suo figlio» Oliver la salutò con la manina e la donna iniziò a piangere a dirotto.
Prese in braccio il bambino ed iniziò a dargli baci su tutto il viso ripetendo «Io sono la tua nonna, la tua nonna».
La madre di Mia mi fece entrare in casa; non era grande, ma abbastanza per tre persone.
Un uomo robusto, pelato, si avvicinò verso di noi e si mise accanto sua moglie, la quale gli presentò suo nipote.
«È Oliver, il nostro nipotino.» gli disse e lui lo guardò per pochi secondi, per poi fissare Sophie e me.
«Tu sei..?» chiese e mi presentai.
«Oh, si, Malik. tuo padre ed io abbiamo frequentato la stessa università per pochi anni..» annuì alle sue parole anche se non avevo idea che mio padre ed il padre di Mia si conoscessero.
«Sono venuto qui per vedere Mia. È qui?» chiesi e la donna scosse la testa.
«È con il suo ragazzo, non vive più qui.» disse e si sedette sulla poltrona vicino al camino in pietra. Gentilmente, ci fece accomodare anche a noi, sul divano in pelle accanto alla poltrona.
«È con Danny?» chiesi e lei annuì facendo sedere Oliver sulla sua gamba.
Il padre di Mia stava in piedi appoggiato alla poltrona dove sedeva sua moglie.
«Mia è con Danny!?» sussultai e la donna annuì ancora.
«Qual è il problema?» chiese.
«Danny non è l'uomo che voi credete che sia. Forse in questo momento sta violentando vostra figlia!» I due sussultarono per le mie parole.
«Non ti permetto di parlare così di Danny. Lui è come un figlio per me, è inaccettabile questa cosa. Fuori! Vai fuori di qui! Forse sei uno di quei furfanti che vogliono fare del male a Mia, vattene!» la donna si alzò e così feci anche io, prendendo per mano Sophie.
«Io me ne vado, ma Oliver viene con me.» dissi e lei scosse la testa.
Oliver iniziò a piangere nelle braccia della nonna e quest'ultima me lo porse.
«È un bambino che non merita mia figlia come madre.» e con questo sbattè la porta lasciandomi da solo con due innocenti bambini che stringevano il mio collo, quasi soffocandomi, bagnando la mia maglietta con le loro lacrime.

Mia's pov.

«Non mi toccare!» continuavo ad urlare queste parole per non so quante volte. Le mani di Danny erano ruvide e congelate sulla mia pelle. Soraya aveva un palo in mano, ma non aveva abbastanza forza per sbatterlo contro il mostro sopra di me; aveva picchiato così tanto lei e me che non riuscivamo più a muoverci.
Continuavo ad urlare, urlare, finchè un botto non mi fece fermare. Girai la testa di scatto, per notare la ragazza dai capelli blu fissarmi con un'espressione addolorata e con il palo in mano. Aveva appena colpito Danny sulle spalle.
«Venite,muovetevi prima che si svegli!» prese dalle spalle Soraya che era appena caduta a terra ed io mi alzai, con le poche forze rimaste, per recuperare la mia maglietta e fuggire fuori da quel posto maledetto.
La ragazza ci condusse ad una macchina senza cappotta, azzurra, e ci fece sedere sui sedili posteriori.
Soraya dormiva sulle mie gambe, incosciente, ed io poggiai la testa sul sedile per sentire il rombo del motore riscaldarmi il corpo.
«Potresti prestarmi il tuo telefono, per favore?» chiesi alla ragazza e lei me lo porse dai sedili anteriori. Digitai il numero di Zayn; rispose al terzo squillo.
«Pronto» disse, potevo sentire il pianto di Sophie ed Oliver.
«Z-Zayn sono, Mia.» balbettai iniziando a piangere.
«Mia!! Dove sei, Dio, stai bene?! Danny ti ha fatto del male!?»
«Sto bene, potresti passarmi Oliver?» chiesi. Le lacrime iniziavano a scorrere lungo le mie guance quando sentì la voce di mio figlio dall'altra parte della linea.
«Mamma!!» piangeva Oliver.
«Amore mio, sono io. Sono la mamma.» singhiozzai.
«Mi manchi tanto! Perchè non sei qui? Non mi vuoi più bene?»
«cosa stai dicendo, Olly? Ti voglio tanto bene, tanto tanto. Ti prometto che tornerò presto! Ora, amore, passami Zayn, così mi viene a prendere, okay?»
«Okay.» disse.
«Zayn.»
«Mia.» sussurrò, Zayn. «Mi sei mancata così tanto.» continuò.
Il mio respiro ritornò regolare alle sue parole. «Anche tu. Grazie, per tutto.»
«Dimmi dove ti trovi.» disse sospirando.
«Uhm, non lo so. Perchè non mi dici dove sei tu? Sono in macchina, potrei venire da te.» dissi e la ragazza annuì facendomi l'occhiolino.
«Sono vicino casa dei tuoi genitori. Ti racconterò tutto dopo.» Zayn, disse.
«Okay, a dopo.» sospirai.
«A dopo.» attaccai e passai il telefono alla ragazza davanti a me, ringraziandola. Le dissi dove doveva andare e lei annuì.
«Non so ancora il tuo nome.» dissi, accarezzando i lunghi capelli di Soraya.
«Lizzie. Scusa se ti ho imprecato contro ore fa, Danny era così incazzato..»
«Non importa. Come fai a conoscere Danny?»
«Avevo bisogno di soldi, eh allora..Ho conosciuto Danny, dicendomi che mi avrebbe pagato se avessi fatto, sai, quello....Per favore non pensare male di me ora, avevo davvero bisogno di soldi. ».
Era orribile ciò che faceva; sfruttare il proprio corpo per denaro, per sopravvivere. È orribile a che fine può arrivare una persona per vivere, per mangiare, per aiutare la sua famiglia. Così è la vita in questo paese: se non hai soldi ti spacci per prostituta, se hai soldi continui a vivere in santa pace.
«So cosa stai pensando, ma avevo bisogno di soldi, davvero. Ero una tossicodipendente e non potevo pagare le cure. I miei genitori mi cacciarono di casa per questo e Danny mi ha aiutato, in un certo senso» la voce di Lizzie mi risvegliò.
«Oh, mi dispiace.» fu tutto quello che riuscì a dire, per l'intero tragitto.

Parents || Zayn Malik (in revisione) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora