12. Il mito di Thule

272 14 4
                                    




- 27 Ottobre 2017 -

Nei pressi della Sala Grande, Hogwarts / ore 12.23

Thomas Weasley si stava dirigendo verso la Sala Grande per il pranzo. Era completamente immerso nei suoi pensieri: in quei ultimi giorni aveva avuto molto a cui pensare. Owen Baston, ex capitano dei Gryffindor, si era diplomato l'anno scorso e ora il suo posto nella squadra di Quidditch era vacante. Per logica si potrebbe supporre che il posto spetterebbe di diritto a James Potter, cercatore dal primo anno, nonché suo migliore amico. Ma nelle ultime settimane correva voce che tale certezza non sarebbe stata così solida finché in squadra ci fosse stato Thomas. Era il miglior cacciatore che Hogwarts avesse mai visto: l'anno prima riuscì ad ottenere 270 punti in una sola partita, demolendo tutti i record. Molti Gryffindor lo vedevano come il legittimo capitano della loro squadra. "Sarebbe bellissimo, ma non posso fare una cosa del genere a James." pensò. Era così immerso in quei ragionamenti, che non sentì la mano sulla spalla, un attimo prima di entrare in Sala Grande.

- Thomas, ma mi ascolti?! - esclamò James Potter.

Come uscito da un sonno lunghissimo, Thomas si destò e realizzò che l'oggetto dei suoi pensieri era proprio accanto a lui.

- Ti avrò chiamato almeno cinque volte per tutto il corridoio! - si lamentò.

Nel frattempo, decine di ragazzi entravano in sala per il pranzo. Alcuni diedero una rapida occhiata ai due Gryffindor.

- Scusami, J. Ero sovrappensiero. Il compito di Pozioni di prima è stato molto difficile. -

- Sì, è vero. Ma credo sia andato bene. E poi oggi è venerdì. Finalmente inizia il weekend! A proposito, domani  io e i ragazzi della squadra avevamo pensato di fare un salto a Hogsmeade per una Burrobirra prima dell'inizio del campionato. Tu ci sarai? -

- James, a proposito. Volevo parlarti proprio di questo. -

- Già so cosa mi vuoi dire, T. - lo interruppe Potter. - Queste voci sul capitano della squadra hanno rotto anche me. Perché continuare a parlarne se lo diventerò io? -

Thomas rimase per un attimo esterrefatto. Perché il suo amico aveva preso una decisione così importante senza neanche consultarlo? I suoi pensieri gli erano così indifferenti?

- E se ti dicessi che vorrei diventare io capitano? - gli disse Thomas, quasi scherzando.

L'espressione sul volto di James cambiò violentemente, esternando prima stupore e poi, indurendo i lineamenti, disprezzo. Si guardò attorno. Fece un passo in avanti verso Thomas. Alzò la mano destra e puntò il petto dell'amico con l'indice.

- Non prendermi in giro, stronzo. Quel posto è mio. -

Thomas non poteva crederci. Diventare capitano della squadra di Quidditch era sicuramente un privilegio, ma non tale da mettere a repentaglio una grande amicizia. La persona che aveva avanti era davvero il suo migliore amico? Dalla rabbia non ci vide più. Fece anche lui un passo in avanti, così che l'indice di James toccò il suo petto. Era di una spanna più alto, e fisicamente più grosso. I suoi grandi occhi azzurri si scontrarono con quelli nocciola di James.

- Questo non è detto. - precisò lui. - Non lo darei proprio per scontato. -

Nel frattempo si era creato intorno a loro un semicerchio di ragazzi incuriositi dalla scena. Mai avevano assistito ad un litigio tra i due Gryffindor.

- E cosa avresti intenzione di fare? - chiese James alzando la voce. Il numero dei ragazzi attorno a loro aumentò. - Vorresti metterlo ai voti? -

Un lato della bocca di Thomas si alzò leggermente, e le labbra carnose accennarono un sorriso amaro. - Non so se te ne sei reso conto, ma ora come ora, se lo mettessimo ai voti, perderesti di sicuro. -

Per sempre || ScoroseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora