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Sono tormentata dalle incognite del futuro incerto, dai mille dubbi e senza punti fermi che un attimo prima mi ritrovavo a far leva. Da dove sarei ripartita?

Così decido di fare una passeggiata verso il luogo in cui venivano conservati tronchi di legno, in effetti iniziava a tirare un'aria molto più fresca rispetto alla mattina presi uno scialle e mi copri le spalle.

Camminavo e pensavo e non riuscivo a non farlo. E come se ciò che ho intorno non esiste, la mia testa alla sera precedente. A Theo.

Ad un tratto sento un rumore di un accetta e, lentamente mi avvicino girl l'angolo e mi appoggio al muro e lo vedo.

Lyndon sta spaccando la legna sollevando la accetta con forza e rabbia bruscamente e con tanta forza che ha in corpo spacca i ciocchi di legno.

Senza maglia il sudore fa risplendere la scollatura possente le spalle larghe gli addominali disegnati il bacino stretto.

Si ferma per pochi secondi si asciuga la fronte e si ispira la schiena facendo una smorfia di dolore. Poi riprede l'accetta comincia a colpire ogni colpo e accompagnata da un urlo e sembra quasi liberatorio, lo sguardo accigliato e labbro inferiore stretto tra i denti.

Mi accoscio con le spalle al muro e ripenso che non mi faccia nessun effetto.

Nessun effetto che si avvicina minimamente a ciò che mi provoca Theo. Eppure mi sento in imbarazzo, arrosso lievemente, sento il cuore accelerare e non posso fare a meno di sentirmi così sporca in questo momento, che mi impongo di costringermi a calmarmi lo sto spiando nascosta.

Lo sto osservato senza far rumore sto invadendo la sua privacy con i miei occhi. Ho le guance calde e sicuramente rosse.

Non riesco a capire il perché insomma sento delle emozioni così contrastanti per Lyndon, ricordandomi chi è realmente.

Mi sforzo di pensare a Theo al suo modo gentile di essere, tutto ciò che ho sempre desiderato.

Eppure...
La sera prima, non lo avevo rincorso. Non avevo mosso un solo dito per non perderlo del tutto. L'unica cosa che riuscii a fare era piangere, perché non poteva la mia povera anima appartenere a una tale persona. Una persona meschina, che ha messo solo a repentaglio la mia misera vita.

Il rancore è un lusso che non posso permettermi, eppure mi invade la pelle. Il mio corpo brama vedetta, per colui che un tempo mi ha recato così tante sofferenze, fisiche e mentali.

Scivolò lentamente a terra e piango piango, perché mi sento così in colpa.

perché The non c'é piango per tutto, non riusco a fermarmi in più il mio pianto é stato sicuramente troppo liberatorio.

Lyndon si guarda in giro, per cercare con lo sguardo da chi provenisse, quel pianto confuso poi mi vede seduta a terra con il viso tra le mani e si china.

Mi prede le mani e se le porto sulle labbra, le bacia chiudendo gli occhi.

Con la sua grande mano asciuga le mie lacrime amare e mi sposta i capelli dagli occhi.

-Ogni dolore recato a te e, una pugnalata a me! -

°°°
CHIARIMENTI: non ho mai messo bocca sui vostri commenti, perché sono del parere che ognuno faccia ciò che vuole nella vita ma non sotto le mie storie. Commenti offensivi o altro verranno cancellati dando comunque la possibilità di continuare a leggere la storia, semplicemente vi chiedo gentilezza per chi vi sta permettendo di leggere una storia gratis. Senza guagnarci assolutamente niente, se non le vostre visite.
Spreco le mie energie e il mio tempo a scrivere, quindi dovreste per lo meno essere leggermente grati.
In ogni caso in giro si sono anche tante belle persone che mi fanno complimenti, e io vi ringrazio molto.
E a quelle persone consiglio vivamente di leggere
Bullingdon club!
Buona giornata a tutti.


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