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Chiudo gli occhi e urlo per il mio dolore al cielo.

Continuo a ripetermi che non è vero, che mi sarei svegliata da un momento all'altro.
Ma non sarebbe stato così.
Mi copro il viso con le mani,non voglio scoppiare a piangergli in faccia.

Sento qualcuno chiamarmi in lontananza, solo che non capisco chi è. Percepisco ciò che mi accade come lontano anni luce; sento lama contro lama.
Devo ritornare in me! Svegliati, mi ripeto nella testa, ma quel stato di torpore non mi lascia.
-Non puoi uccidermi, sono immortale-
Stringo i pugni, e sento la tristezza trasformarsi in rabbia.
"Tu..meriti la morte" parlare mi costa fatica.
-Selly, no!-
Mi volto e dietro le spalle di Lyndon, vedo Leonardo. Sul suo volto leggo disperazione,paura e rancore. Inizia a correre verso di me.

Rimango ferma immobile guardandolo nei occhi dritto negli occhi,  gli occhi di Lyndon si fanno più scuri e i suoi lineamenti si induriscono prendendo le sembianze di un demone.
-Cosa pensi di fare Leonardo? Non riuscirai neanche a farmi un graffio.- irato, prende dalla tasca la rivoltella e lo spara.  

In un baleno gli salto addosso facendogli lasciare la presa della pistola e immobilizzarla a terra con il piede.
"Tu sei un bastardo, tu non lo sai ma io si, lo sanno tutti! Tu sei figlio di mille padri, tutti bastardi come te, e tua madre se lo vuoi sapere è una puttana! Sei cattivo come il gelo, così cattivo che sei il numero uno."
Lyndon si gira, colto alla sprovvista. Prova a mettermi a posto, la pupilla e completamente dilatata fa paura. Freddo.
Porta la sua mano sulla mia guancia, -Sei dolce,Serena.- Quando la sua mano tocca il mio  viso mi si chiude lo stomaco.
-Sono il numero uno, in tutto- la mano scende piano piano, sul collo, al addome.
Strizza gli occhi mentre solleva gli angoli della bocca in un sorriso malizioso.
Non mi sono resa conto che la sua mano stava per colpire proprio lì, dove ho la ferita. Schizzi del mio sangue inzuppano il terreno e sporca di poco la maglia del bastardo.
Lo lama nel mio stomaco  ruoto per un po' prima di finire ai piedi di Lyndon.

Leonardo anche lui stesso a terra, mi guarda con estrema tristezza. Il dolore che prova lui, lo provo io. Vedo una lacrima scendergli dagli occhi e poi la testa si gira bruscamente dal lato opposto in modo che non posso guardare la sua estrema sofferenza.

Il demone si avvicinava sempre di più al povero Leo, lo solleva dalla testa e lo guarda beffardamente. Nessun rumore attorno, silenzio puro.
-Noi ci completiamo, non puoi farci niente. Dovrei ucciderti per quello che hai provato a farmi, la morte  per te potrebbe rappresentare un punto di partenza, magari ti andrà meglio-
Con un colpo netto lo colpisce alla testa, ancora
ancora e ancora con estrema cattiveria.
-Bastardo, non preoccuparti non lo faro- Si piega con le gambe chinandosi verso il suo viso ricoperto di rosso.
-Vuoi sapere il perché?- gli sbraita contro, Leonardo lo guarda ma sembra non vederlo realmente; chiaramente sta perdendo i sensi ma questo a Lyndon non importa infatti gli tiene la testa alzata con i capelli, sembra volergli strappare la radice.

Singhiozzo rumorosamente e pronuncio frasi senza senso. Io voglio buttare fuori quello che provo, ma non ci riesco.

-La tua vera condanna sarà rimanere in vita.- ringhia così forte, che assomiglia a un ringhio di un leone inferocito.

Dopodiché china la testa verso di me, tenendo per mano ancora i capelli di mio cugino.

"Ce n'é voluto d'amore
per odiarti come ora ti odio."

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