Guardavo fuori dal finestrino, osservando le strade di Milano allontanarsi lentamente. La città che avevo chiamato casa per così tanto tempo ora sembrava solo un ricordo distante, quasi irreale. Le luci, i palazzi, i suoni familiari... tutto sfumava dietro di me mentre ci dirigevamo verso una nuova vita.
Milano non era solo casa mia; era anche il luogo dove avevo commesso gli errori che mi avevano cambiata. All'inizio erano solo piccole scelte sbagliate, cose che sembravano insignificanti: una festa a cui non avrei dovuto partecipare, persone con cui non avrei dovuto stringere amicizia. Ma ero giovane, insicura e desiderosa di sentirmi accettata, così mi sono lasciata trascinare in un mondo che non era il mio. E così, senza rendermene conto, ho cominciato a vedere il lato più oscuro della vita.
Quelle esperienze mi avevano trasformata, spingendomi a chiudermi sempre più in me stessa. Mi ero allontanata da tutto e da tutti, preferendo la solitudine alle relazioni superficiali che mi avevano ferita così profondamente.
"Sei pronta per questa nuova avventura, Liyana?" La voce di mia madre, Yasmin, mi riportò alla realtà.
"Più o meno," risposi, senza distogliere lo sguardo dal finestrino. Non ero sicura di come sentirmi riguardo al trasferimento a Roma, e in particolare ai Parioli, il quartiere più ricco della città. Per me, sembrava solo un altro luogo in cui sentirmi fuori posto.
"Vedrai, ti piacerà," intervenne mio padre, Michele, con il suo solito tono rassicurante. "Roma è una città meravigliosa, e i Parioli... Beh, è lì che io e tua madre ci siamo conosciuti. Forse potrai trovare un po' della nostra magia anche tu."
"Non sono così sicura," risposi, stringendomi nelle spalle. "Non credo nelle favole, papà."
Affianco a me, mio fratello Zayn, di un paio d'anni più grande di me, mi lanciò uno sguardo comprensivo. Lui aveva sempre capito più di quanto lasciasse intendere.
"Magari questa volta non sarà una favola," disse Zayn, "ma un'avventura che non ti aspetti. Dopotutto, un nuovo inizio non deve essere per forza negativo, no?"
Sospirai. "Forse hai ragione. Ma dopo tutto quello che è successo a Milano, faccio fatica a essere ottimista."
"Non devi essere ottimista," replicò lui, "basta che non ti chiudi al punto di perdere la possibilità di scoprire qualcosa di buono."
Le sue parole mi fecero riflettere. Forse aveva ragione, forse avrei dovuto dare una chance a questo nuovo inizio. Ma era difficile. Avevo imparato, a mie spese, che il mondo poteva essere crudele, e che fidarsi delle persone significava spesso essere feriti.
Mentre l'auto imboccava l'autostrada verso Roma, decisi che avrei cercato di mantenere la mente aperta, anche se il cuore rimaneva chiuso. Magari Roma mi avrebbe sorpresa, o magari no. Ma una cosa era certa: non avrei più permesso a nessuno di ferirmi come era successo a Milano.
"Comunque," disse mia madre con un sorriso mentre il panorama iniziava a cambiare, "ti piacerà vivere ai Parioli. È un quartiere pieno di storia e di bellezza. E poi, chissà, magari qui troverai la tua strada, lontano da tutto quello che è successo."
Annuii, anche se dentro di me sapevo che sarebbe stato un viaggio lungo e difficile. Ma forse, come aveva detto Zayn, c'era ancora una possibilità di scoprire qualcosa di buono in mezzo a tutto quel caos.