Capitolo 3

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La sveglia suonò presto quella mattina, e io mi alzai dal letto con un misto di eccitazione e nervosismo. Oggi era il giorno in cui avrei messo piede per la prima volta al Liceo Collodi, uno dei più prestigiosi di Roma. Mentre mi vestivo con la divisa scolastica, una camicia bianca, una giacca blu scuro con lo stemma della scuola e una gonna abbinata, cercavo di convincermi che poteva essere l'inizio di qualcosa di buono.

Il sole mattutino filtrava dalle tende della mia finestra, avvolgendo la stanza in una luce calda e rassicurante. Dopo essermi vestita, scesi in cucina, dove trovai i miei genitori già seduti al tavolo per la colazione. L'odore del caffè riempiva l'aria, e un piatto di croissant caldi faceva bella mostra di sé al centro del tavolo.

"Buongiorno, Liyana," mi salutò mamma con un sorriso dolce. "Pronta per il grande giorno?"

"Più o meno," risposi, prendendo un croissant e sedendomi al tavolo. Papà mi osservava con uno sguardo incoraggiante mentre mi versava una tazza di caffè.

"Vedrai che andrà tutto bene," disse lui. "Il Collodi è una grande scuola, e so che ti troverai bene."

"Lo spero," mormorai, cercando di nascondere la mia ansia mentre prendevo un morso del croissant.

Dopo la colazione, presi il mio zaino e uscii di casa insieme a Zayn. Lui aveva la patente da pochi mesi e si era offerto di portarmi a scuola con la sua auto. Durante il breve tragitto verso il Collodi, Zayn cercò di distrarmi con la sua tipica allegria.

"Qual è il piano? Farti notare subito o volare sotto il radar?" chiese con un sorriso.

"Sicuramente la seconda," risposi senza esitazione. "Non ho nessuna intenzione di attirare l'attenzione."

Quando arrivammo davanti al Collodi, l'edificio imponente si ergeva davanti a noi, con la sua facciata elegante e le ampie vetrate che riflettevano il cielo terso di Roma. Un gruppo di studenti, tutti in divisa, era già radunato davanti all'ingresso, e l'idea di dovermi immergere in quell'ambiente sconosciuto mi fece battere forte il cuore.

Appena scesi dall'auto, Zayn mi fece un cenno incoraggiante. "In bocca al lupo, sorellina. Ci vediamo dopo."

"Grazie," risposi stringendo la tracolla dello zaino. Mentre mi avvicinavo all'ingresso, cercavo di respirare profondamente per calmare i nervi.

Non appena varcai la soglia, sentii immediatamente gli sguardi dei miei nuovi compagni posarsi su di me. Cercavo di orientarmi quando una ragazza si avvicinò a me con passo deciso. Era alta, con lunghi capelli castani e occhi brillanti che mi scrutavano con curiosità.

"Tu devi essere quella nuova, vero?" disse la ragazza con un sorriso aperto.

"Sì, sono Liyana Fontana," risposi cercando di sembrare sicura di me.

"Che bel nome che hai," disse lei, il sorriso che si allargava. "Che cosa significa?"

"Grazie," risposi, sentendo un leggero rossore salirmi alle guance. "Significa 'delicatezza' ed è un nome arabo."

Martina, così si era presentata poco prima, alzò un sopracciglio, visibilmente colpita. "Davvero? Dal cognome pensavo fossi italiana."

Sorrisi un po' imbarazzata. "In effetti, lo sono a metà. Mia madre è araba, ma mio padre è italiano."

"Che combinazione interessante," commentò Martina. "Quindi sei cresciuta tra due culture diverse. Dev'essere affascinante."

Annuii, accennando un sorriso. "Sì, è così. A volte può essere complicato, ma credo che mi abbia dato una prospettiva unica su molte cose."

"Beh, benvenuta al Collodi," disse Martina, continuando a camminare accanto a me. "Ero curiosa di conoscerti, sai? Qui tutti conoscono tutto di tutti."

Le sue parole mi fecero riflettere. Non era passato molto tempo dal mio arrivo, e già sembrava che il mio nome fosse sulla bocca di tutti. Non sapevo se sentirmi lusingata o spaventata da questa sorta di curiosità collettiva. Il Collodi, con tutta la sua fama e prestigio, aveva anche un lato che non avevo previsto: un microcosmo in cui ogni dettaglio personale poteva diventare di dominio pubblico in un batter d'occhio.

"Certo, è un po' inquietante," dissi ridendo nervosamente. "Non pensavo che qualcuno sapesse già il mio nome... e addirittura il mio cognome."

Martina rise a sua volta, ma con una nota di serietà. "Benvenuta nel mondo del Collodi. Qui i pettegolezzi viaggiano più veloci della luce. Non ti preoccupare, però, la maggior parte delle persone è innocua."

Mentre parlava, un ragazzo si avvicinò a noi con un sorriso amichevole. Aveva i capelli spettinati e uno sguardo curioso.

"Martina, chi è la tua nuova amica?" chiese, guardandomi con interesse.

"Lui è Andrea," disse Martina presentandoci. "Il mio migliore amico. Andrea, questa è Liyana, la ragazza nuova di cui ti parlavo."

"Piacere di conoscerti, Liyana," disse Andrea, porgendomi la mano. "Spero che ti piaccia qui."

"Piacere mio," risposi stringendogli la mano. "Spero anch'io. Grazie per il benvenuto."

"Martina mi ha detto che sei appena arrivata a Roma," disse Andrea mentre continuavamo a camminare. "Come ti sembra finora?"

"È tutto così diverso," ammisi. "Roma è enorme rispetto a Milano, e questa scuola... sembra un labirinto!"

Andrea ridacchiò. "Tutti ci sentiamo così all'inizio. Ma non preoccuparti, Martina e io ti aiuteremo a orientarti."

Mentre continuavamo a parlare, mi resi conto di quanto fosse fortunata ad aver incontrato subito persone come Martina e Andrea. Il Collodi era un ambiente nuovo e complesso, ma sapevo che con loro avrei potuto affrontare meglio questa nuova avventura. Forse, pensai, questo primo giorno non sarebbe stato così difficile come avevo temuto.

Quando arrivammo alla porta dell'aula, Martina mi fece un cenno. "Questa è la tua classe. Vuoi sederti con noi?"

"Mi piacerebbe molto," risposi, sentendomi sollevata di non dover affrontare la giornata da sola.

Entrammo in classe, e come mi aspettavo, tutti i presenti mi osservarono con curiosità. Ma con Martina e Andrea al mio fianco, trovai il coraggio di sorridere e prendere posto accanto a loro. Il Collodi poteva essere una sfida, ma forse, con il loro aiuto, sarei riuscita a trovare il mio posto in quel nuovo mondo.

"Benvenuta nel nostro mondo," mi sussurrò Martina mentre prendevamo posto. "Sarà un'avventura, vedrai."

Annuii, cercando di scacciare i dubbi dalla mente. Forse, per la prima volta da tanto tempo, ero pronta ad affrontare questa nuova avventura.

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