𝑂𝑛𝑒 𝑦𝑒𝑎𝑟 𝑜𝑓 𝑙𝑜𝑣𝑒 - 𝐷𝑒𝑎𝑙𝑜𝑟

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𝑴𝒚 𝒉𝒆𝒂𝒓𝒕 𝒄𝒓𝒊𝒆𝒔 𝒐𝒖𝒕 𝒕𝒐 𝒚𝒐𝒖𝒓 𝒉𝒆𝒂𝒓𝒕

I'𝒎 𝒍𝒐𝒏𝒆𝒍𝒚 𝒃𝒖𝒕 𝒚𝒐𝒖 𝒄𝒂𝒏 𝒔𝒂𝒗𝒆 𝒎𝒆
𝑴𝒚 𝒉𝒂𝒏𝒅 𝒓𝒆𝒂𝒄𝒉𝒆𝒔 𝒇𝒐𝒓 𝒕𝒐 𝒚𝒐𝒖𝒓 𝒉𝒂𝒏𝒅
𝑰'𝒎 𝒄𝒐𝒍𝒅 𝒃𝒖𝒕 𝒚𝒐𝒖 𝒍𝒊𝒈𝒉𝒕 𝒕𝒉𝒆 𝒇𝒊𝒓𝒆 𝒊𝒏 𝒎𝒆
𝑴𝒚 𝒍𝒊𝒑𝒔 𝒔𝒆𝒂𝒓𝒄𝒉 𝒇𝒐𝒓 𝒚𝒐𝒖𝒓 𝒍𝒊𝒑𝒔
𝑰'𝒎 𝒉𝒖𝒏𝒈𝒓𝒚 𝒇𝒐𝒓 𝒚𝒐𝒖𝒓 𝒕𝒐𝒖𝒄𝒉
𝑻𝒉𝒆𝒓𝒆'𝒔 𝒔𝒐 𝒎𝒖𝒄𝒉 𝒍𝒆𝒇𝒕 𝒖𝒏𝒔𝒑𝒐𝒌𝒆𝒏
𝑨𝒏𝒅 𝒂𝒍𝒍 𝑰 𝒄𝒂𝒏 𝒅𝒐 𝒊𝒔 𝒔𝒖𝒓𝒓𝒆𝒏𝒅𝒆𝒓
𝑻𝒐 𝒕𝒉𝒆 𝒎𝒐𝒎𝒆𝒏𝒕 𝒋𝒖𝒔𝒕 𝒔𝒖𝒓𝒓𝒆𝒏𝒅𝒆𝒓
𝑨𝒏𝒅 𝒏𝒐 𝒐𝒏𝒆 𝒆𝒗𝒆𝒓 𝒕𝒐𝒍𝒅 𝒎𝒆 𝒕𝒉𝒂𝒕 𝒍𝒐𝒗𝒆 𝒘𝒐𝒖𝒍𝒅 𝒉𝒖𝒓𝒕 𝒔𝒐 𝒎𝒖𝒄𝒉

"Si sergente, lo conoscevo.
Lo conoscevo nel suo modo più intimo, nel modo in cui egli si era fatto conoscere da me.
E lo ammetto di fronte alla legge, io l'ho amato, l'ho amato più di quanto lui abbia mai amato qualcuno in tutta la sua intera vita.
Io avevo la chiave del suo cuore, sergente, me la dette lui stesso in una domenica pomeriggio, una noiosa domenica pomeriggio come tante altre, mentre fuori pioveva la luce del sole abbandonava i tetti di Londra, ha presente?
Come dice sergente? Oh no, lui non era come gli altri. Nulla sarebbe mai trasparito dalla sua anima selvaggia. Era ebbro di ricordi, estasiato dalla vita, ed io con lui.
Quando ci conoscemmo io un po' lo sapevo che sarebbe finita così, lo vedevo nei suoi grandi occhi azzurri.
Vedevo le passioni sconsiderate, la perversione malata dei suoi sogni erotici, vedevo la dolcezza nei tocchi, lo sbattere effeminato delle ciglia lunghissime, la voce inebriante di chi ha la vita ai propri piedi.
Era bello non crede?
Con lui era tutto sempre troppo poco, troppo poco sale nella carne, 'troppo bassa la musica, alzala!', troppe poche ore nel giorno, troppo poco sesso. Una volta mi disse che persino io ero troppo poco, ma non ci volli credere."
Sorrise a stento, tenendo gli occhi bassi sulle manette che circondavano ciò che rimaneva dei suoi polsi, troppo fini. Glie le avevano messe per dare un contegno a quel corpo, che era ancora scosso da singulti, non piangeva, non soffriva, eppure degli impercettibili tic prendevano possesso del suo corpo, troppo poco grasso.
Non c'era molto altro da fare con lui, non poteva essere salvato.
Doveva essere eccessivamente sottopeso, constatò il sergente.
"Io lo so cosa pensa, sergente.
Lei pensa a cosa farne di me, cosa farne di questo povero pazzo che parla come un innamorato.
La verità sergente è che io sono innamorato, e anche pazzo se vuole, ma non sono povero. Sono più ricco di chiunque altro in questa stanza, in questo quartiere, in questo mondo. Sono ricco perché ho l'amore, anche se nessuno mi aveva mai detto che avrebbe fatto così dannatamente male.
Sa sergente, durante il giorno passavamo il tempo a bramarci, ci cercavamo, con gli sguardi, con i respiri, con i tocchi. Le sue labbra erano la mia fonte e il mio corpo era il suo divertimento, e no signore, non mi ha mai usato.
Eravamo felici, sa? Ogni pretesto era buono per amarci, e noi ci amavamo.
Un giorno mi disse che mi avrebbe portato in capo al mondo insieme a lui, mentre fumava appoggiato al cofano della sua auto. Fumava sempre un sacco.
Mi guardava sempre e rideva, perché era felice, era felice di vivere, e io ero felice di avere uno come lui accanto.
Sergente, perché secondo lei mi ha ucciso? Mi amava, io lo amavo, lo amavo più di tutti, da quando c'era lui avevo fatto in modo che il resto scomparisse.
Mia madre mi chiamava sempre, 'come stai? Mangi ancora vero? Sembri magro dall'ultima volta. Come sta lui?'.
Perché aveva sempre quel tono triste nella voce, sergente?
Mi mancano le sue labbra, dov'è lui ora? Portatelo qui, sento di avere bisogno dei suoi baci, e poi toglietemi questa maglietta, è tutta sporca di sangue, non mi riconoscerà."
Camminava attorno al tavolo, il sergente, era tardi, sua moglie lo stava aspettando a casa. Si domandava come un uomo, nei meandri della sua mente, fosse capace di distruggere vite in quel modo così crudo.
"Sergente? Perché non parla? Avanti mi dica, dove avete portato Roger? Mi faccia togliere questi abiti luridi, non vede che sono imbrattati di sangue? Non sono per niente attraente, lui non mi vorrà conciato così.
Era buono Roger, aveva sempre la battuta pronta, amava me, io amavo lui.
Ero ammaliato dai suoi modi, ero vittima dei suoi respiri, succube del suo essere.
Ho freddo sergente, dov'è lui? Dove sono le sue mani? Solo lui può salvarmi, sa?
C'è troppo lasciato in sospeso, voi non sapete che la fine della storia, non incolpatelo, non mi ha fatto mai del male.
E ora sergente io non sto soffrendo, sono solo affamato, affamato dei suoi tocchi, dei suoi occhi.
Oh, non sa cosa farei per poterli guardare un' ultima volta."
Il sergente osservò assorto quel viso martoriato, attese che venisse spogliato ed esaminò il suo corpo.
Era debolissimo, il torso e gli arti deformati dalla magrezza e dai colpi, pallido ormai da qualche ora, i capelli gli ricadevano sul viso spento, bianco, gli occhi ancora aperti, in cerca della vita che ormai era sfuggita al suo controllo.
"Sergente, perché non mi da retta, lasciatelo andare, portatelo qui da me, lasciateci fare l'amore.
Non starà bene in una prigione, ha l'animo libero, soffrirà troppo, e io non voglio che lui soffra, lo amo così tanto.
Lei sergente è innamorato? Oh, deve avere una moglie e dei figli giusto?
La prego lo lasci andare, io sto bene.
Copritemi, ho freddo, Roger non vuole che gli altri mi vedano.
Come dice? Oh no, non è stato lui, sono solo caduto dalle scale, lui voleva solo proteggermi. Diceva che mi abituava al dolore della vita perché, diceva, io non lo avevo mai provato.
La prego sergente, lo porti qui, lo faccia stare con me.
Lui mi ama."
Il sergente sospirò.
Il cadavere del ragazzo era, per lui, la visione nuda, macabra della pazzia.
Quel corpo doveva essere stato picchiato, accoltellato, schiaffeggiato, usurpato e sfregiato, privato della sua bellezza più pura.
Era morto qualche ora prima, John Deacon, sotto al suo carnefice, l'amore della sua vita.
Durante tutta l'autopsia avevano visto le sue labbra muoversi impercettibilmente, in preda ad uno stordimento totale, su quel viso ormai irriconoscibile.
'Effetto dei muscoli facciali post mortem' avevano concluso.
Era stato Roger che, con l'animo a pezzi e le mani imbrattate di un sangue che non era il suo, lo aveva portato fino alle rive del Tamigi.
Si, lo aveva baciato, e poi lo aveva seguito nel destino ineluttabile di ogni vita, con una pistola puntata alle tempie.

𝙏𝙄𝙈𝙀 𝙒𝘼𝙄𝙏𝙎 𝙁𝙊𝙍 𝙉𝙊 𝙊𝙉𝙀 - 𝘘𝘶𝘦𝘦𝘯Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora